Come aprire un conto corrente all’estero e adempimenti fiscali

Patrizia Del Pidio

4 Ottobre 2023 - 15:31

Un conto corrente all’estero si può sempre aprire ma nel rispetto della normativa fiscale. Vediamo quali sono gli adempimenti per non incorrere in rischi e sanzioni.

Come aprire un conto corrente all’estero e adempimenti fiscali

Aprire un conto corrente all’estero, anche se sembra un modo per nascondere i propri soldi al Fisco italiano, è perfettamente legale ma il contribuente deve rispettare la normativa del monitoraggio fiscale per i patrimoni detenuti all’estero se supera determinate giacenze annue o se supera, anche di un solo giorno, il limite del valore del deposito. Se non si rispettano queste regole si rischia di vedersi elevare sanzioni anche di importi piuttosto importanti.

Altra cosa da tenere presente, quando si decide di depositare i propri soldi all’estero, è che dovranno, in ogni caso, essere sottoposti alla fiscalità italiana dichiarandoli nel quadro Rw del modello Redditi PF. Cerchiamo di capire come aprire un conto corrente all’estero senza incorrere nell’illegalità anche alla luce di diverse novità introdotte nel 2014.

Perché aprire un conto corrente all’estero?

La necessità, o il desiderio, di aprire un conto corrente estero può nascere da diverse ragioni. Possono essere motivi lavorativi, oppure per preoccupazioni di tipo finanziario, come timori nei confronti della solidità del sistema finanziario nazionale, proteggendo così il proprio patrimonio.

Qualunque sia la ragione, prima di cominciare bisognerà capire come aprire un conto corrente all’estero, e quali sono le normative da rispettare.

Prima di tutto: aprire un conto estero è sempre legale e senza limiti particolari. L’operazione deve essere fatta nel rispetto della normativa fiscale vigente. Il rischio, altrimenti, è quello di trovarsi a pagare sanzioni anche importanti, per riciclaggio o evasione fiscale. Le regole valgono sia per i conti “fisici”, sia per quelli online.

Vediamo come fare per aprire un conto corrente estero, evitando problemi di ogni genere.

Come aprire un conto corrente estero

L’apertura di un conto corrente estero è piuttosto rapida, anche se può variare sensibilmente da Paese a Paese. In generale è sempre legale, sia che si tratti di conti online che di conti in banche fisiche. Inoltre, molti istituti bancari permettono agli stranieri di aprire un conto direttamente via internet, senza bisogno di spostarsi fisicamente nel Paese d’interesse.

Il primo passo è contattare la banca in cui si vuole aprire il conto, che chiederà una serie di documenti:

  • copia del documento di identità in corso di validità;
  • copia del codice fiscale;
  • informazioni che attestino la provenienza del denaro, come richiesto dalla normativa europea anti riciclaggio (quindi eventualmente la dichiarazione dei redditi da chi è dovuta, e dati relativi ai conti in altre banche);
  • alcuni istituti potrebbero avere ulteriori richieste, come le referenze dalla propria banca italiana.

Una volta ottenuta tutta la documentazione richiesta, la banca farà i controlli e le valutazioni necessarie, per poi dare il suo benestare, permettendo di aprire il conto estero. L’operazione può durare alcuni giorni, o essere più lunga in caso di una documentazione più consistente.

Condizioni da rispettare

Come accennato, aprire un conto estero è sempre legale, anche quando avviene in Paesi offshore. Bisognerà però sempre rispettare tre condizioni di minimo:

  • il soldi sul conto devono provenire sempre da fonti legittime e debitamente dichiarate;
  • devono venire rispettare le leggi del Paese in cui viene aperto il conto;
  • che vengano rispettate le regole di monitoraggio fiscale e dichiarazione del conto straniero.

Come trasferire soldi sul conto estero

Il trasferimento del denaro può avvenire nelle stesse modalità previste per i conti italiani:

  • da un conto (italiano o estero) all’altro, tramite bonifico per esempio, senza limiti;
  • fisicamente, in contanti. In questo caso bisognerà rispettare le leggi previste per lo spostamento di contanti all’interno del Paese in questione.

Si potrà anche ricevere il proprio stipendio su un conto estero, sempre a patto che vengano rispettate tutte le leggi previste in questo caso.
Il denaro trasferito sul conto deve sempre provenire da fonti dichiarate.

Conto corrente estero e dichiarazione dei redditi

I soggetti italiani che detengono conti esteri, devono rispettare le leggi relative al monitoraggio fiscale e quindi dichiarare il proprio conto, quando vengono superate determinate soglie, dichiarando all’amministrazione finanziaria.

Per farlo è necessario compilare il quadro RW del modello redditi persone fisiche. L’obbligo sussiste anche se il conto è stato aperto e chiuso nel corso dell’anno, se si rientra nelle condizioni previste.
Infatti il conto estero va dichiarato quando:

  • il saldo estero supera, anche una sola volta, i 15.000 euro per l’anno di riferimento;
  • oppure quando la giacenza media del conto corrente estero supera i 5.000 euro, nell’anno di riferimento.

Nel caso in cui la giacenza media superi i 5.000 euro, si dovrà anche pagare l’IVAFE, ovvero un’imposta fissa prevista per i conti esteri, del valore di 34,20 Euro. Nel caso in cui si detenessero più conti, dovrà essere pagata per entrambi.

Dichiarazioni dei redditi e prodotti esteri

Oltre al conto nella dichiarazione dei redditi bisogna inserire anche altri prodotti e strumenti bancari esteri.

Gli elementi esteri da inserire nella dichiarazione sono anche:

  • dividendi dei titoli azionari;
  • interessi attivi del conto, da un conto deposito, o da titoli obbligazionari;
  • plusvalenze da cessioni.

Vanno quindi inseriti nella dichiarazione redditi anche i redditi ricavati dal conto stesso e quello prodotto all’estero.

Perché aprire un conto estero

Le motivazioni in questo caso possono essere diverse. Alcune delle principali, oltre a quella lavorativa in caso di trasferimento nel Paese in questione, sono:

  • il desiderio di mettere in sicurezza parte del proprio patrimonio, in caso di svalutazione;
  • oneri bancari minori;
  • investimenti più facili e/o più redditizi;
  • gestione e detenzione di diverse valute, comprese quelle digitali.

Qualunque sia la motivazione, bisognerà sempre rispettare le regole precedenti, per evitare controlli e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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