Devo pagare l’Imu? Non è facile capire se un proprietario di case sia tenuto a pagare l’imposta, anche perché esistono diverse tipologie dei esenzioni.
Come faccio a sapere se devo pagare l’Imu? Non sempre il proprietario è tenuto a versare l’imposta, ma va sottolineato che è uno dei soggetti passivi tenuti al pagamento. La normativa, come sempre accade in Italia, non sempre è facile da comprendere soprattutto alla luce delle casistiche particolari che fanno avere diritto a sconti e riduzioni.
Il proprietario dell’abitazione principale che non ha possiede altri immobili non è tenuto al pagamento, l’abitazione principale, quella in cui si ha la residenza, non di lusso è esentata dall’Imu. il problema è sapere se si deve versare l’imposta sulla seconda o terza casa perché esistono categorie particolari per cui è prevista l’esenzione, così come sono previsti sconti e riduzioni per l’Imu sulle seconde o terze case.
Le cose si complicano ulteriormente quando ci si ritrova ad essere proprietari di una quota dell’immobile ricevuta in eredità o donazione, o come nel caso si viva in un condominio in cui è predisposta una abitazione per il portiere o per il custode. In questi casi si possiede una quota di immobile, ma come si comprende se l’Imu è dovuta?
Come si capisce se si deve versare l’Imu?
Uno dei casi più frequenti è quello della comproprietà di un immobile. Se un appartamento, ad esempio, ha diversi proprietari l’Imu grava su tutti in proporzione alla propria quota di possesso. La cosa importante da sottolineare è che in questi casi se uno dei proprietari non versa l’imposta, gli altri non sono tenuti a versare somme maggiorate e il Comune non potrà rifarsi su chi ha già versato.
Il caso tipico è quello dell’immobile intestato a marito e moglie: entrambi i coniugi saranno chiamati al versamento dell’Imu in quota del 50% ognuno. Se la moglie non paga la sua quota, non sarà chiamato il marito a farlo: il Comune procederà a recuperare le somme dalla moglie.
Cosa accade, invece, se si eredita un immobile con altri parenti? Poniamo l’esempio della casa della nonna che passa a numerosi nipoti. Per chi non ha residenza nell’immobile vi è l’obbligo di pagare l’Imu. Se a ereditare, ad esempio, sono 10 nipoti, ognuno di essi sarà chiamato a versare un decimo dell’imposta municipale unica.
Se uno dei comproprietari, però, ha la propria residenza e dimora abituale nell’immobile egli sarà esentato dal pagamento dell’Imu, mentre gli altri saranno chiamati a corrispondere il 10% ognuno dell’imposta
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Se ho una sola casa devo pagare l’Imu?
Per chi possiede un solo immobile l’Imu è dovuta? La risposta è che dipende. Non basta, infatti, essere proprietari di un solo immobile per non essere assoggettati all’imposta.
Se si possiede un immobile soltanto, ma non si vive in esso non si configura l’abitazione principale e, pertanto, l’Imu è dovuta. L’esempio classico è dato dalla persona che vive in affitto a Milano, ad esempio, ma ha una casa di proprietà a Roma: l’Imu si paga sulla casa anche se è il solo immobile posseduto perché non si ha in esso la residenza e la dimora abituale.
Sulla casa del portiere si paga l’Imu?
Altro caso particolare è rappresentato dai condomini con casa del custode/portiere. L’appartamento adibito, in un condominio, ad abitazione del custode è una proprietà che si suddivide tra tutti i proprietari delle singole unità abitative. Si tratta di un’unità immobiliare che non può mai essere classificata come abitazione principale o sua pertinenza (perché è una proprietà comune e non individuale) e proprio per questo si tratta di un appartamento che è sempre soggetto al pagamento dell’Imu (anche se la casa che si possiede nel fabbricato risulta essere abitazione principale).
L’Imu sulla casa del portiere è calcolata in base ai millesimi, ma la cosa che deve tranquillizzare è che l’incombenza del pagamento dell’Imu (come di tutti gli altri adempimenti fiscali) è un onere che ricade sull’amministratore di condominio (che poi, ovviamente, suddivide la spesa su tutti i condomini in base ai millesimi).
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