Come pagare meno tasse sugli investimenti

Claudia Cervi

17 Luglio 2024 - 11:24

Scopri come pagare meno tasse sul trading online (azioni, ETF, Forex, bitcoin, criptovalute) in Italia con soluzioni legali ed efficaci. Ecco le alternative per ottimizzare la strategia fiscale.

Come pagare meno tasse sugli investimenti

Come pagare meno tasse sugli investimenti? Quando si parla di trading online una delle domande più gettonate è come ridurre la tassazione sul capital gain, magari restando nella più completa legalità.

Le tasse possono ridurre i guadagni degli investimenti, ma sono imposte dalla legge. Esistono tuttavia dei modi per pagare meno tasse sugli investimenti.
In questo articolo metteremo a confronto diverse opzioni, spiegando quali strumenti preferire per ottimizzare il rendimento netto degli investimenti, garantendo conformità alle normative vigenti e senza doversi trasferire in Paradisi Fiscali.

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Come pagare meno tasse con la compensazione di plusvalenze/minusvalenze

La compensazione di plusvalenze e minusvalenze rappresenta una strategia per ottimizzare l’imposta sulle plusvalenze derivanti dagli investimenti finanziari, in conformità alla normativa fiscale italiana (TUIR). Secondo le regole attuali, le minusvalenze da operazioni in perdita su azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari accantonate nello zainetto fiscale possono essere utilizzate per compensare le plusvalenze realizzate nello stesso anno o entro i successivi quattro anni. Questo meccanismo consente agli investitori di ridurre l’imponibile complessivo, riducendo così l’imposta da pagare.

Ad esempio, se un investitore subisce una perdita di 2.000 euro dalla vendita di azioni nel 2023, e nel 2024 realizza una plusvalenza di 4.000 euro da un’altra operazione, può compensare i 2.000 euro di perdita con i 4.000 euro di guadagno. In questo modo, l’imposta del 26% si applica solo sul saldo netto di 2.000 euro, riducendo l’importo dovuto da 1.040 euro a 520 euro.

Una strategia specifica e avanzata per sfruttare al meglio la compensazione di plusvalenze e minusvalenze è il Tax-Loss Harvesting.

Questa tecnica prevede la vendita strategica di asset in perdita per realizzare minusvalenze da utilizzare per compensare plusvalenze.

Gli investitori possono vendere gli asset in perdita prima della fine dell’anno fiscale per massimizzare i benefici fiscali. Dopo la vendita, è possibile riacquistare asset simili per mantenere l’esposizione al mercato. Negli Stati Uniti occorre seguire attentamente le regole sul “wash sale” che impediscono di riacquistare lo stesso asset entro 30 giorni dalla vendita senza compromettere la deduzione fiscale.

Questa strategia offre vantaggi significativi, tra cui la riduzione complessiva del carico fiscale, maggiore efficienza fiscale del portafoglio e la possibilità di riportare le perdite fiscali agli anni successivi. Tuttavia, richiede una gestione attenta e documentata delle transazioni e potrebbe influenzare le decisioni di investimento a lungo termine degli investitori. È importante notare che non tutti i titoli sono idonei a questa pratica, e ci sono regole e restrizioni che gli investitori devono tenere a mente.

Tipologie di strumenti finanziari e compensazione fiscale

Ecco una tabella riassuntiva per comprendere quali strumenti finanziari possono beneficiare della compensazione tra plusvalenze e minusvalenze:

Strumento finanziarioForma di guadagnoTipo di redditoRecupero minusvalenze
Azioni Variazione di prezzo Diverso
Azioni Dividendo Capitale No
Obbligazioni Variazione di prezzo Diverso
Obbligazioni Cedola Capitale No
ETF Variazione di prezzo Capitale Sì, ma con redditi diversi
ETF Dividendo Capitale No
Fondi comuni di investimento Variazione di prezzo Capitale Sì, ma con redditi diversi
Fondi comuni di investimento Dividendo Capitale No
ETC Variazione di prezzo Diverso
Certificati Variazione di prezzo Diverso
Certificati Cedola Diverso
Derivati Variazione di prezzo Diverso

Regole di compensazione

Le minusvalenze derivate dalla vendita di fondi comuni di investimento ed ETF possono compensare solo le plusvalenze dei redditi diversi (come le azioni e obbligazioni).
Le minusvalenze derivate dalla vendita di azioni e obbligazioni non possono compensare le plusvalenze degli ETF.
Le minusvalenze di fondi comuni ed ETF non possono bilanciare le plusvalenze di altri fondi comuni ed ETF.
Le minusvalenze accumulate si possono sfruttare solo nei 4 anni successivi alla vendita in perdita (monitorando lo zainetto fiscale).

Come pagare meno tasse con aliquota agevolata

Un’altra strategia per ridurre l’imposta sulle plusvalenze è usufruire dell’aliquota agevolata prevista per determinate tipologie di investimenti a lungo termine. In base alla normativa italiana, alcuni investimenti, come i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali, beneficiano di un’aliquota ridotta del 12,5%, rispetto all’aliquota standard del 26%.

StrumentoClassificazione redditoTassazione italiana
Conti correnti postali/bancari Capitale 26%
Conto corrente vincolato Capitale 26%
Conti deposito vincolato Capitale 26%
Libretto di risparmio postale/bancario Capitale 26%
Pronti contro termine Capitale 26%
Certificati di deposito Capitale 26%
Titoli di Stato (white list) Diversi/Capitale 12,50%
Titoli di Stato (no white list) Diversi/Capitale 26%
Titoli sovranazionali Diversi/Capitale 12,50%
Corporate bond Diversi/Capitale 26%
Buoni fruttiferi postali Capitale 12,50%
Azioni Diversi/Capitale 26%
Derivati (Swap – CFO) Diversi 26%
Certificates Diversi/Capitale 26%
Fondi/SICAV Capitale 26% - Per la quota investita in titoli di stato White list 12,5%
ETF Capitale 26%- Per la quota investita in titoli di stato White list 12,5%
ETC-ETN Diversi 26%
GPM – GPF Capitale 26%
Polizze ramo I Capitale 26%
Polizze ramo III e V Capitale 26% - Per la quota investita in titoli di stato White list 12,5%

L’aliquota standard del 26% viene applicata alla maggior parte degli strumenti finanziari, come conti correnti, depositi, azioni, obbligazioni corporate e derivati. Ciò significa che, su una plusvalenza di 1.000 euro, l’imposta da pagare sarà di 260 euro.

L’aliquota ridotta del 12,5% si applica a investimenti in titoli di Stato italiani e stranieri (se inclusi nella white list) e buoni fruttiferi postali. Su una plusvalenza di 1.000 euro, l’imposta da pagare sarà di 125 euro. Questa aliquota ridotta è progettata per incentivare gli investimenti a lungo termine in strumenti finanziari considerati più sicuri, come i titoli di Stato.

Come pagare meno tasse con esenzione imposta bollo

L’esenzione dall’imposta di bollo rappresenta un’opportunità preziosa per ridurre il carico fiscale sugli investimenti. Questa agevolazione fiscale si applica a diversi strumenti finanziari, consentendo agli investitori di risparmiare sui costi associati. In particolare, alcuni strumenti come i conti correnti, i buoni fruttiferi postali e alcuni prodotti assicurativi collegati a una gestione separata (polizze vita Ramo I) e forme di previdenza complementare possono beneficiare di esenzione totale o parziale dall’imposta di bollo, a seconda delle condizioni specificate.

Ad esempio, i conti correnti postali/bancari e i libretti di risparmio postale/bancario sono soggetti a un’imposta di bollo fissa di 34,20 euro se la giacenza media supera i 5.000 euro . Sui buoni frutti feri postali si paga l’imposta di bollo dello 0,2% sul capitale se il loro valore complessivo supera i 5.000 euro. Ricordiamo, invece, che i conti correnti vincolati e i pronti contro termine prevedono il pagamento dell’imposta di bollo dello 0,20%.

Non pagano imposta di bollo le polizze Vita Tradizionali (Ramo I) e nemmeno le polizze sottoscritte prima del 31 dicembre 2000.

L’utilizzo dell’esenzione dall’imposta di bollo non solo riduce il carico fiscale sugli investimenti ma favorisce anche una maggiore efficienza dei portafogli di investimento, consentendo agli investitori di massimizzare i rendimenti netti senza compromettere la sicurezza e la stabilità degli investimenti.

Come pagare meno tasse con deduzione fiscale

I fondi pensione rappresentano uno strumento cruciale non solo per il risparmio previdenziale, ma anche per ottimizzare la tassazione sugli investimenti. In Italia, i contributi versati ai fondi pensione possono essere dedotti dal reddito imponibile fino a un massimo di 5.164,57 euro annui.

Questa deduzione consente agli investitori di ridurre l’imponibile complessivo e di beneficiare di uno sconto fiscale pari all’aliquota IRPEF applicata al loro reddito. Ad esempio, un versamento volontario di 1.000 euro da parte di un soggetto con reddito imponibile di 28.000 euro può generare un risparmio fiscale immediato di 230 euro, calcolato sull’aliquota IRPEF del 23%.

Nel caso di un versamento al fondo pensione pari a 4.000 euro da parte di un contribuente con reddito imponibile per a 52.000 euro, il risparmio fiscale è di 1.560 euro (700 euro + 860 euro):

Scaglioni IrpefIrpef senza deduzioneIrpef con deduzioneRisparmio IRPEF
23% 3.450€ 3.450€ -
35% 7.700€ 7.000€ 700€
43% 860€ - 860€
Risparmio complessivo 1.560€

I fondi pensione godono di una tassazione agevolata al 20% sulle rendite finanziarie, che può scendere al 12,5% per i titoli di Stato.

Al momento del riscatto del fondo, l’imposta sostitutiva del 15%, che si riduce dello 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo oltre il quindicesimo fino giungere ad un’aliquota minima del 9%. Dalla base imponibile sono esclusi i rendimenti già tassati e i contributi che non sono stati dedotti.

Questi vantaggi fiscali rendono i fondi pensione una scelta strategica per chi desidera massimizzare il proprio risparmio previdenziale e ottimizzare la gestione fiscale dei propri investimenti nel lungo termine.

Come pagare meno tasse trasferendo la residenza all’estero

Trasferire la propria residenza all’estero può rappresentare una strategia efficace per ridurre l’imposta sui capital gain e gli investimenti. In molti paesi, la tassazione è più favorevole rispetto all’Italia, consentendo agli investitori di ridurre significativamente il carico fiscale. Nei Paradisi Fiscali non è prevista tassazione sul capital gain.

PaeseAliquota sul capital gain
Nuova Zelanda 0%
Hong Kong 0%
Malesia 0%
Singapore 0%
Cayman 0%
Belize 0%
Dubai 0%
Estonia 0%
Andorra 10% (0% se <25% dell’asset)
Bulgaria 10%
Romania 10%
Malta 12%
Croazia 12%
Repubblica Ceca 15%
Grecia 15%
Ungheria 15%
Cipro 20%

Trasferire la residenza fiscale in un paese con una fiscalità più favorevole è una decisione che riguarda anche lo stile di vita, le condizioni economiche e sociali e non soltanto la possibilità di pagare meno tasse sugli investimenti.

Come pagare meno tasse con l’affrancamento fiscale

La legge di Bilancio 2024 (art. 1, cc. 52 e 53 L. 213/2023) ha riproposto la rideterminazione del costo di titoli, quote e diritti negoziati. Questa norma consente a soggetti non imprenditori di ridurre le plusvalenze ottenute al di fuori del regime di impresa e, quindi, in regime di redditi diversi.

Per i titoli posseduti al 1° gennaio 2024, l’imposta sostitutiva è del 16%. Tuttavia, il termine per usufruire di questa agevolazione è scaduto il 30 giugno 2024.

Questa rideterminazione risultava vantaggiosa soprattutto per le plusvalenze significative, poiché l’aliquota del 16% si applicava su una base diversa rispetto al 26% ordinario. Per il 16%, la base era il prezzo medio di dicembre, mentre per il 26% era la plusvalenza (prezzo di vendita meno costo di acquisto).

Per usufruire dell’affrancamento, il contribuente doveva comunicare la rideterminazione all’intermediario e pagare l’imposta entro il 30 giugno 2024 e comunque prima della cessione dei titoli. L’imposta poteva essere versata in un massimo di tre rate annuali a partire dal 30 giugno 2024, con interessi del 3% annuo sulle rate successive alla prima.

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