Come sopravvivere all’intelligenza artificiale e non perdere il posto di lavoro

Simone Micocci

27/03/2025

Presentato alla Camera il documento dell’indagine conoscitiva sull’IA e il lavoro. Rizzetto: “Serve formazione continua per restare al passo”

Come sopravvivere all’intelligenza artificiale e non perdere il posto di lavoro

Giovedì 27 marzo, presso la Nuova aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, si è tenuto l’incontro dal titolo “Impatto IA nel mondo del lavoro”, promosso dall’On. Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato. Un momento istituzionale di rilievo, durante il quale è stato presentato il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva avviata dalla XI Commissione sul rapporto tra intelligenza artificiale e lavoro, in cui si cerca di trovare un equilibrio tra i vantaggi che la nuova tecnologia offre e la tutela dei lavoratori.

Il lavoro della Commissione, durato oltre otto mesi (da settembre 2023 a giugno 2024), ha coinvolto decine di audizioni con rappresentanti istituzionali, esperti, imprese e realtà di settore. Sotto la guida dell’On. Rizzetto, l’indagine ha esplorato l’impatto dell’IA in settori strategici come sanità, logistica, editoria, cybersicurezza, costruzioni, traduzioni e assistenza digitale, restituendo una fotografia chiara ma complessa della trasformazione in atto.

Il lavoro svolto dalla Commissione guidata da Rizzetto assume un valore d’importanza strategica per il futuro del Paese. Non si tratta solo di un’analisi tecnica, quanto di una visione politica che mira a governare la trasformazione tecnologica, invece di subirla.

L’obiettivo è che nessuno resti indietro e che, nel contesto di un lavoro in continua trasformazione, la centralità dell’uomo venga preservata. L’intelligenza artificiale, se adeguatamente governata, formata e indirizzata, non rappresenta una minaccia: spetta alla politica il compito di guidare questo processo.

In un momento in cui anche Elon Musk e Bill Gates parlano apertamente del rischio di scomparsa per interi comparti lavorativi, quindi, l’Italia si sta interrogando su come reagire. Grazie all’indagine conoscitiva sull’impatto dell’IA, il Parlamento fa un passo avanti, fornendo uno strumento utile non solo per comprendere i cambiamenti, ma anche per fornire risposte. Un documento che segna un punto di partenza essenziale per sopravvivere all’intelligenza artificiale senza perdere il lavoro, ma soprattutto senza perdere umanità.

L’Intelligenza artificiale è “una rivoluzione più impattante di quella industriale

La politica deve farsi trovare pronta e formata rispetto a ciò che sta accadendo”, ha dichiarato il Presidente Rizzetto. “L’intelligenza artificiale evolve a velocità impressionante ed è molto più impattante della rivoluzione industriale”. Da qui la necessità, ribadita più volte nel corso dei lavori, di affrontare la sfida con strumenti normativi e formativi adeguati.

In particolare, il documento sottolinea che non esisteranno più professioni esenti dalla necessità di aggiornamento continuo. Per evitare che l’innovazione si traduca in perdita di posti di lavoro, sarà infatti indispensabile investire sulla formazione dei lavoratori, sia giovani che occupati.

Formazione essenziale per sopravvivere all’Intelligenza artificiale

Uno dei messaggi emersi, quindi, è che la formazione costante è la chiave per convivere con l’IA senza esserne travolti. Come ha spiegato anche l’On. Bignami, “la competenza è il vero antidoto contro l’obsolescenza professionale”; serve dunque un orientamento deciso verso le discipline STEM, soprattutto per coinvolgere anche le donne nei settori più innovativi e dove c’è maggiore richiesta.

Molti dei lavori che stanno scomparendo - come ad esempio accadde in passato per il casellante o l’ascensorista - possono essere sostituiti da nuove professioni nate proprio grazie all’intelligenza artificiale. Ma per cogliere questa opportunità, occorre indirizzare e accompagnare i lavoratori in questo percorso di riconversione.

AI Act e leadership europea

Un altro punto fondamentale è la regolamentazione. L’AI Act dell’Unione Europea è stato più volte citato come esempio di equilibrio tra innovazione e principi etici. A riguardo, Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha definito l’intelligenza artificiale “un periodo di transizione che offre grandi possibilità, ma richiede responsabilità e visione”.

La sfida europea è quella di diventare leader globale nel settore, creando un modello normativo che garantisca tutele, trasparenza, rispetto della privacy e sviluppo economico. L’Italia, con questa indagine, dimostra di voler essere parte attiva del processo.

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