Adesioni basse al concordato preventivo nonostante flat tax sostitutiva e ravvedimento speciale, ma la proroga dei termini di adesione è in salita. Ecco quali sono gli ostacoli.
Il Vice-ministro all’Economia e Finanze Maurizio Leo chiude all’ipotesi di proroga dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale.
Tanti correttivi alla disciplina prevista per il concordato preventivo biennale non sono serviti a rendere tale sistema di tassazione per imprese e professionisti più interessante, ma i termini temporali non cambiano, entro il 31 ottobre 2024 si deve aderire. Subito dopo potrebbero partire i controlli fiscali per chi ha deciso di non aderire.
Ecco perché la strada per la proroga del concordato preventivo biennale appare sempre più in salita.
Concordato preventivo, tanti correttivi per una misura che non decolla
Il concordato preventivo biennale è un accordo tra Fisco e contribuente sulla tassazione da applicare per un biennio (2024 e 2025), per i forfettari si applica in via sperimentale per il solo 2024.
Le titubanze dei titolari di partita Iva arrivano dal fatto che la base imponibile viene determinata avendo in considerazione non solo quanto dichiarato in precedenza dal contribuente, ma quanto, secondo il Fisco, il contribuente avrebbe dovuto dichiarare in base a diversi fattori tra cui appare predominante il punteggio Isa.
A questo punto il Governo introduce la flat tax sostitutiva per la differenza tra il reddito dichiarato e il reddito derivante dai calcoli del Fisco. Neanche questa strategia è riuscita però a rendere il concordato preventivo biennale più interessante per le partite Iva.
Arriva quindi l’ultima novità nel decreto Omnibus, si tratta del ravvedimento speciale, o condono come da molti definito. La scadenza finale per l’adesione resta però il 31 ottobre 2024.
Poco tempo per aderire, sciopero dei commercialisti
Ad aiutare i contribuenti nella valutazione degli effetti del concordato preventivo c’è il tachimetro fiscale, ideato dall’Agenzia delle Entrate e disponibile nel cassetto fiscale. Si tratta di uno strumento volto a definire la proposta di concordato. Neanche questo strumento sembra però sollevare le sorti di quello che sembra essere destinato a diventare un flop.
Viene quindi proclamato lo sciopero dei commercialisti dal 31 ottobre al 7 novembre 2024, i professionisti sottolineano che dall’introduzione del ravvedimento speciale al termine per aderire intercorre troppo poco tempo, lo stesso non basta per spiegare ai titolari di partita Iva i benefici del concordato.
Nessuna proroga al concordato preventivo, protesta di Federconsumatori
Nonostante questo, il Viceministro Maurizio Leo sottolinea che non è possibile prorogare l’adesione al concordato in quanto è necessario avere dati certi sull’adesione prima dell’approvazione della legge di Bilancio 2025. Parla di una impossibilità oggettiva e sottolinea che, dipendesse dal Governo, ci sarebbe una proroga all’infinito, ma occorre fissare termini certi e brevi.
Nel frattempo continuano ad arrivare dati allarmanti con le adesioni al concordato dichiarate dai commercialisti al di sotto del 10%. Le proteste aumentano e a Milano, città con più partite Iva in Italia, è apparso uno striscione dai toni piuttosto accesi. Lo stesso recita:
Concordato Preventivo Biennale: non cadere nella trappola! Informati bene prima di aderire!
Dello stesso si è assunto la paternità Federconsumatori, Il cui presidente ha sottolineato che non si intende contestare la misura ma le modalità in cui viene proposta e spiegata ai cittadini. Federconsumatori ritiene che tali modalità siano lesive della libertà decisionale dei contribuenti e in contrasto con i principi costituzionali di equità e trasparenza.
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