Congedo parentale, come evitare che sabati, domeniche e festivi vengano considerati nel periodo di astensione? C’è un trucco, ma conviene a una sola condizione.
Il congedo parentale è il periodo di astensione facoltativa a disposizione tanto della madre quanto del padre lavoratore per prendersi cura del figlio nei primi 12 anni di vita in modo da soddisfarne i bisogni affettivi e relazionali. Se ne può godere a giorni o a ore e al momento della domanda si può indicare tanto un periodo di astensione quanto delle singole giornate.
A tal proposito, è importante sapere che in alcuni casi anche i giorni non lavorativi - come sabato, domenica e festivi - vengono scalati dal periodo di congedo parentale a disposizione, ossia quando sono compresi nel periodo di astensione.
Per questo motivo c’è chi, con un pizzico di malizia che di fatto potrebbe anche compromettere il rapporto fiduciario con il datore di lavoro, utilizza un trucco per fare in modo che sabati, domeniche e festivi non vengano considerati nel periodo di congedo parentale goduto.
Vediamo come funziona e perché ricorrervi è conveniente a una sola condizione.
Congedo parentale, quando il sabato e la domenica sono considerati nel periodo di astensione
Come anticipato, il congedo parentale si considera goduto anche di sabato e domenica, seppure non lavorativi, nel caso in cui tali giornate siano comprese nel periodo di astensione richiesto.
Pensiamo ad esempio a un lavoratore che prende congedo dal 1 al 30 settembre 2023: vengono così scalati 30 giorni di congedo, nei quali sono compresi anche 5 sabati e 4 domeniche. Questo lavora 5 giorni su 7, dal lunedì al venerdì: ciò significa che su 30 giorni di congedo solamente 21 risultano essere lavorativi mentre nei restanti 9 sarebbe comunque rimasto a casa.
A questo punto sarebbe stato più conveniente richiedere il congedo parentale singolarmente, indicando le sole giornate lavorative. Ma attenzione, perché in ogni caso tutti i giorni festivi ricompresi tra due periodi di congedo sono comunque conteggiati tra i giorni utilizzati.
Ad esempio, se il lavoratore suddetto avesse fatto richiesta per il congedo da lunedì 4 a venerdì 8 settembre e successivamente da lunedì 11 a venerdì 15 settembre, le giornate di sabato 9 e domenica 10 sarebbero comunque state considerate di congedo.
Come evitare che il sabato e la domenica siano considerati nel congedo
I sabati e le domeniche non vengono invece considerati nel congedo laddove tra due periodi di astensione vi sia stato il ritorno al lavoro per almeno una giornata.
Riprendendo l’esempio di cui sopra, quindi, al lavoratore sarebbe bastato rientrare al lavoro venerdì 8 o lunedì 11 settembre per evitare che sabato 9 e domenica 10 settembre fossero considerati come giorni di congedo.
Il trucco per “salvare” sabati e domeniche senza tornare al lavoro
Chi invece non vuole tornare al lavoro ha pensato a un trucco, pienamente legittimo, che prolunga l’assenza dal lavoro pur evitando che sabati e domeniche siano considerati nel congedo: anziché tornare al lavoro prendono ferie per la giornata di lunedì o per il venerdì successivo.
In questo modo i periodi di congedo non sono continui in quanto intervallati da uno o più giorni di ferie, con il risultato che ci si può comunque assentare per 14 giorni ma risparmiando 3 giorni di congedo (con appena 1 giorno di ferie).
Quando conviene?
Più volte abbiamo posto l’attenzione sulla necessità di mantenere un rapporto di fiducia con il datore di lavoro, ad esempio concordando con ampio preavviso i giorni in cui si intende fruire del congedo parentale. È vero infatti che il datore di lavoro non può opporsi al godimento del congedo parentale, ma allo stesso tempo è comunque opportuno renderlo partecipe delle proprie decisioni così che questo possa organizzarsi per tempo e individuare la giusta soluzione per far fronte alla vostra assenza.
A tal proposito, anche se volete ricorrere alla suddetta operazione per evitare che sabati e domeniche siano considerati giorni di congedo, consigliamo di confrontarvi con il vostro datore di lavoro, anche perché va ricordato che questo può invece opporsi alla richiesta di ferie impedendo così la riuscita del trucco. Dunque, non conviene farlo all’insaputa del datore di lavoro, anche perché l’azienda non ha alcuna convenienza nel far conservare al dipendente dei giorni di congedo di cui potrebbe godere in un secondo momento.
Ricordate che un consolidato rapporto di fiducia tra dipendente è azienda è essenziale per promuovere un ambiente di lavoro che sia sano e produttivo e ciò è molto più conveniente di risparmiare qualche giorno di congedo.
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