Vertice tra i due leader che si chiude con un rinnovato sostegno militare: 120 blindati e nuovi sistemi anti-nave. Gli accordi nel dettaglio.
Boris Johnson vola a Kiev in gran segreto e ufficializza ulteriori incentivi militari a sostegno dell’Ucraina. L’invio di materiale bellico è stato sottoscritto da un patto storico con il presidente Volodymyr Zelensky.
A relazionare sulle decisioni del primo ministro britannico è stata l’ambasciata ucraina nel Regno Unito che ha mantenuto il massimo riserbo sulla trasferta di Johnson fino a oggi pomeriggio, quando Andriy Sybyga, vice capo della presidenza del Paese, ha postato su Facebook una foto dell’incontro del leader britannico con il suo omologo commentando:
«La Gran Bretagna è il leader nel supporto militare all’Ucraina, leader della coalizione contro la guerra, leader delle sanzioni contro l’aggressore russo».
Zelensky si è infatti detto particolarmente soddisfatto degli accordi raggiunti e, alla luce delle scelte britanniche, si delinea uno schieramento netto del Regno Unito, ancor più incisivo rispetto alle posizioni assunte dai vertici UE e dagli altri capi di Stato Europei. La linea dura di Londra contro Putin però non ricorda i toni americani, spiega piuttosto perché l’Ucraina non ha intenzione di arrendersi.
Armi all’Ucraina: la promessa inglese
Gli esiti dell’incontro sono particolarmente degni di nota: il Regno Unito invierà all’Ucraina 120 mezzi corazzati e nuovi sistemi di missili antinave Starstreak.
Downing Street comunica infatti che il viaggio aveva come obiettivo quello di «mostrare il sostegno del primo ministro all’Ucraina» e che i due leader hanno anche discusso «i prossimi pacchetti di aiuti e supporto» a Kiev.
Già venerdì 8 aprile, alla presenza il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Johnson aveva annunciato altri 100 milioni di armi letali di difesa a Kiev mentre, per commentare gli eventi di sabato 9 aprile il leader britannico lascia parlare le immagini.
La narrazione dell’alleanza è foraggiata infatti da video e scatti ufficiali via Twitter:
The Ukrainians have the courage of a lion.
President @ZelenskyyUa has given the roar of that lion.
The UK stands unwaveringly with the people of Ukraine.
Slava Ukraini 🇬🇧 🇺🇦 pic.twitter.com/u6vGYqmK4V
— Boris Johnson (@BorisJohnson) April 9, 2022
In risposta arrivano poi le foto su Telegram del presidente ucraino con scritto:
«Il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson è uno degli oppositori dal principio dell’invasione russa, leader nella pressione delle sanzioni sulla Russia e nel sostegno alla difesa dell’Ucraina. Benvenuto a Kiev, amico mio».
Schieramento UK: gli esiti dell’incontro
L’incontro bilaterale con il presidente Volodymyr Zelensky ha dato i suoi frutti. L’appoggio di Londra all’Ucraina sarà infatti sostanziale, tanto da spingere Zelensky a esprimere un forte incitamento verso la restante parte dei capi di Stato più influenti:
«Altri Paesi devono seguire l’esempio del Regno Unito sulle armi».
Il primo ministro britannico è infatti il primo leader del G7 a visitare l’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio. A precederlo sono stati solo i capi di Stato di Paesi limitrofi e, in veste esclusivamente rappresentativa, ben lontani quindi da qualsiasi trattativa, la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen e il commissario per gli affari esteri Josep Borrell.
Johnson si riconferma quindi forse come il leader occidentale più vicino a Zelensky vista la corrispondenza telefonica giornaliera tra i due e viste le lodi ucraine verso le decisioni del governo inglese. Kiev infatti aveva apprezzato la «straordinaria leadership» del suo interlocutore più e più volte.
In tutta risposta l’account Twitter di Johnson ha come copertina una foto dell’incontro dei due leader e, già da tempo, la foto profilo dell’inquilino di Downing Street ha come cornice proprio la bandiera ucraina.
Gli ultimi post non fanno che rimarcare tutto ciò:
«Oggi ho incontrato il mio amico presidente Zelensky a Kiev, come dimostrazione del nostro incrollabile sostegno al popolo ucraino. Stiamo preparando un nuovo pacchetto di aiuti finanziari e militari che è una testimonianza del nostro impegno nella lotta del suo paese contro la barbara campagna russa».
Non è ancora chiaro se Johnson sia già tornato a Londra o se sia ancora a Kiev ma una certezza è il suo duro attacco al presidente Vladimir Putin. Pur accusandolo di crimini di guerra però il primo ministro inglese, a differenza di Biden, ha sempre sottolineato di non volere un cambio al potere a Mosca.
La strategia su cui sta puntando il Regno Unito è piuttosto quella di sfruttare il momento di debolezza dell’esercito russo per dar modo alla resistenza ucraina di riconquistare quanto più terreno possibile e per rafforzare quindi la posizione negoziale di Kiev al momento dei colloqui di pace.
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