Si può fare domanda per i contributi a fondo perduto anche con debiti e cartelle da pagare: lo stabilisce la bozza del decreto Fisco approvato dal CdM del 9 dicembre. I dettagli.
Chi ha debiti può richiedere i contributi a fondo perduto? È una domanda che in molti si fanno, considerando la situazione economica di tanti contribuenti dopo due anni di chiusure a singhiozzo.
Con il nuovo decreto Fisco, approvato in Consiglio dei Ministri il 9 dicembre 2021, è possibile fare domanda per gli aiuti erogati dall’Agenzia delle Entrate. Per ora è in circolazione una bozza del provvedimento, quindi per le conferme ufficiali bisogna attendere la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.
Si tratta di una norma di interpretazione autentica: vediamo i dettagli della bozza.
Contributi a fondo perduto, domanda anche in caso di debiti e cartelle pendenti
Secondo la bozza del decreto Fisco (che non è il decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio, attualmente in fase di conversione in legge), approvato dal Consiglio dei Ministri del 9 dicembre 2021, l’articolo 3 prevede una “Norma di interpretazione autentica in materia di contributi a fondo perduto per l’emergenza epidemiologica da Covid-19”, che recita come segue:
“Le disposizioni che prevedono, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’erogazione da parte dell’Agenzia delle entrate di contributi a fondo perduto, si interpretano nel senso che a tali erogazioni non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602.”
L’articolo 48 del dpr 602/73 a cui fa riferimento l’articolo 3 del decreto Fisco è quello sul pagamento delle pubbliche amministrazioni e recita:
“A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2 (30 giugno 2019, ndr), le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, il pagamento di un importo superiore a cinquemila euro, verificano, anche in via telematica, se il beneficiario è inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo e, in caso affermativo, non procedono al pagamento e segnalano la circostanza all’agente della riscossione competente per territorio, ai fini dell’esercizio dell’attività di riscossione delle somme iscritte a ruolo.”
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Quindi, dal 30 giugno 2019 le pubbliche amministrazioni che devono effettuare un pagamento superiore a 5 mila euro verso privati e imprese, devono verificare se il beneficiario ha una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo. In caso positivo, le PA non possono procedere al pagamento, e segnalano all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione competente per quel territorio per recuperare le somme dovute al Fisco.
Con la novità del decreto Fisco il Governo interviene sulla normativa. La situazione concreta che fino all’altro ieri poteva verificarsi è che il contribuente poteva vedersi respingere la domanda per i contributi a fondo perduto dall’Agenzia delle Entrate, e il rifiuto trovava spiegazione proprio nella presenza di ruoli o cartelle ancora da pagare.
Con la norma di interpretazione autentica del Governo (appena entrerà in vigore) avere debiti non impedisce di ricevere i sostegni economici da parte dello Stato.
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