Controffensiva Ucraina, la verità che l’Occidente cerca di nascondere

Alessandro Cipolla

3 Maggio 2023 - 08:57

La guerra resta sempre in una fase di stallo e da mesi si parla di una imminente controffensiva da parte dell’Ucraina: ci sono dei problemi però di cui in Occidente si parla poco.

Controffensiva Ucraina, la verità che l’Occidente cerca di nascondere

La controffensiva dell’Ucraina sarebbe in dirittura di arrivo. Parola del ministro della Difesa ucraino Oleksy Reznikov, con Kiev che poi ha aggiunto di “aver costituito 8 nuove brigate d’assalto che vi prenderanno parte, per un totale di 40.000 soldati che hanno tuttavia ancora bisogno di addestramento”.

Al tempo stesso però Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri di Volodymyr Zelensky, ha esortato sempre in merito alla controffensiva dell’Ucraina a “lavorare di più e parlare di meno”.

Se da un lato una guerra moderna come quella in Ucraina è giocata, per quanto riguarda la propaganda, anche sul tenere sempre alto il morale sul web e nei vari canali di informazione, dall’altro di certo non si possono dare al nemico troppe informazioni in merito alle possibili strategie militari.

Nonostante i fiumi di parole e il vivere in un’era dove qualsiasi atto compiuto in pubblico può finire in rete dopo pochi minuti, la verità è che noi della guerra in Ucraina sappiamo pochissimo: dal numero dei morti fino alla reale situazione sul campo di battaglia.

Prendiamo l’esempio di Bakhmut, la cittadina ucraina da oltre 70.000 abitanti - ora per la maggior parte fuggiti - da settimane al centro di durissimi combattimenti: al momento sappiamo ogni dettaglio dei movimenti e degli incontri di Ilary Blasi, ma poco o nulla sull’evolversi di questa battaglia campale tranne che buona parte della città sarebbe in mano ai russi.

In questo scenario, non c’è da meravigliarsi se della tanto evocata controffensiva ucraina leggiamo e ascoltiamo dichiarazioni spesso discordanti, con le certezze che si contano sulle dita di una mano: Kiev dovrebbe attaccare entro la primavera - ma forse in estate - nella zona Sud-Est del Paese lungo le sponde del fiume Dnipro, il tutto mentre la Russia avrebbe realizzato trincee per centinaia di chilometri per non perdere i territori conquistati e poi annessi con i ben noti referendum farsa.

Controffensiva Ucraina: quello che non viene detto

Usando un termine molto in voga tra i più giovani - rischiando di incorrere nelle ire di chi vorrebbe multare chi fa un eccessivo uso di parole straniere - intorno alla controffensiva dell’Ucraina si è creata molta hype in Occidente.

Se la speranza di Kiev è quella di sbaragliare il nemico per riconquistare tutti i territori persi, Crimea compresa, Oltreoceano invece si potrebbero accontentare di qualche sconfitta della Russia per costringere Putin a trattare un cessate il fuoco in una posizione meno favorevole.

Quante speranze però ha l’Ucraina di riuscire nella sua controffensiva? Come sottolineato anche dai leaks trafugati al Pentagono, le chance sarebbero molto poche per non dire nulle, anche se in guerra come nella vita non si può mai dare nulla per scontato.

I motivi sono sostanzialmente due: l’Ucraina non ha le munizioni per sbaragliare l’esercito russo - che finora ha sparato fino a 40.000 colpi al giorno, circa dieci volte di più rispetto agli ucraini - visto che il milione di proiettili promesso dall’Europa arriverà entro la fine dell’anno, mentre la Russia se volesse potrebbe radere al suolo anche domani tutte le città nemiche utilizzando le armi nucleari finora, fortunatamente, rimaste in magazzino.

L’Occidente ha fornito all’Ucraina nei giorni scorsi “1.550 veicoli blindati e 230 carri armati” stando a quanto dichiarato dal numero uno della Nato Jens Stoltenberg; uno sforzo notevole ma ancora non sufficiente come più volte sottolineato da Volodymyr Zelensky visto che di fronte c’è un esercito come quello russo che, seppur alle prese con tante problematiche, resta comunque di gran lunga superiore per numero e mezzi.

Se poi consideriamo la penuria di munizioni in dote a Kiev ecco spiegato il motivo dei ritardi nella controffensiva: l’industria bellica europea non riesce a soddisfare il piano di Bruxelles, anche perché la Francia sarebbe contraria ad acquistare i proiettili fuori dal Vecchio Continente per non togliere commesse alle aziende comunitarie, specie quelle Transalpine.

Paradossalmente però in Occidente si discute di tutto tranne che di questo, per non parlare degli arsenali dei Paesi della Nato che al momento sarebbero vuoti e non pronti ad affrontare una ipotetica terza guerra mondiale magari contro la Cina.

Il rischio è che la controffensiva ucraina si possa rivelare un altro bagno di sangue per i due eserciti senza arrivare a una svolta in questa guerra in cui, come sempre, a morire e a patire le sofferenze sono i soldati e la popolazione civile.

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# Guerra

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