Sempre più spesso l’intelligenza artificiale entra nella vita delle persone. Ora anche l’Agenzia delle Entrate ne potenzia l’uso e intensifica i controlli sui contribuenti con algoritmi potenziati.
L’Agenzia delle Entrate potenzia i controlli fiscali con l’uso dell’Intelligenza Artificiale, il contrasto all’evasione fiscale diventa sempre più prioritario.
L’intelligenza artificiale commette errori, ma è pur sempre gestita dagli umani e dagli umani creata, proprio per questo le applicazioni si moltiplicano al fine di velocizzare i processi e nel caso dell’Agenzia delle Entrate anche sopperire alla carenza di personale. Con il decreto legislativo 13 del 2024, che regola anche il concordato preventivo biennale, sono stati fissati i principi per il potenziamento dei controlli a caccia di evasori fiscali. Nel frattempo è stato sviluppato un nuovo algoritmo in grado di scovare anomalie dichiarative e confrontare i dati in possesso dell’Agenzia.
Ecco i controlli annunciati dall’Agenzia delle Entrate con l’uso dell’intelligenza artificiale.
Come funziona il nuovo algoritmo per i controlli fiscali
Ricordiamo che per i lavoratori dipendenti l’evasione fiscale resta una sorta di chimera, in quanto è molto più difficile da attuare. Nel frattempo il Governo ha più volte detto di voler intensificare i controlli in particolare nei confronti di chi non aderisce al concordato preventivo biennale, i cui termini sono stati riaperti fino al 12 dicembre 2024 sebbene con un inasprimento delle condizioni. In particolare l’obbligo di una dichiarazione integrativa rispetto a quella presentata entro il 31 ottobre 2024 dalla quale non possono emergere minori redditi o maggiori crediti.
In tale situazione si annuncia l’utilizzo di un algoritmo particolarmente preciso in grado di individuare facilmente:
- discordanze tra reddito dichiarato e spese sostenute;
- incongruenze in settori ad alto rischio di evasione, come commercio, turismo e servizi;
- schemi di comportamento sospetti, che potrebbero indicare tentativi di frode o evasione.
Chi sarà sottoposto a controlli fiscali con intelligenza artificiale?
Il nuovo algoritmo tende a ridurre i controlli superflui. La sua attività sarà concentrata su professionisti e lavoratori autonomi e mira a individuare non solo redditi che sfuggono alle dichiarazioni, ad esempio attraverso il confronto tra fatture elettroniche e dichiarazione dei redditi, tra fatture in entrata, in uscita e scorte di magazzino dichiarate. Tende a scovare anche evasione dell’Iva.
I controlli saranno concentrati in modo prevalentemente sui settori a maggiore rischio di evasione, come il settore turistico e commercio.
I principi per l’uso dell’intelligenza artificiale per i controlli fiscali sono fissati nell’articolo 2 comma 1 del decreto 13, che stabilisce che siano effettuate analisi di rischio al fine di contrastare e prevenire l’evasione fiscale, si opta per un’analisi probabilistica usando l’interconnessione dei dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.
L’articolo 3, sempre al fine di contrastare l’evasione, prevede un rafforzamento della cooperazione le autorità competenti degli Stati membri dell’Unione europea e delle giurisdizioni terze.
Naturalmente l’uso dell’intelligenza artificiale consente di analizzare in breve tempo una elevata molte di dati e quindi di velocizzare il processo che sarà comunque integrato dall’attività umana per avere riscontri.
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