Controlli fiscali in due tempi? La proposta viene dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini: separando l’attività di riscossione da quella di notifica si darebbe più tempo alle imprese per riprendersi economicamente. Vediamo quali sono le novità in arrivo.
Controlli fiscali in due tempi, cioè le attività di notifica dell’atto e quella di effettiva riscossione avverranno a distanza. L’Agenzia delle Entrate prova a trovare una via di mezzo tra la necessità di continuare a riscuotere, e la consapevolezza del momento di difficoltà in cui si trovano milioni di italiani.
Da settimane oramai buona parte delle attività commerciali sono chiuse per effetto delle misure di contenimento del contagio, e con gli incassi azzerati l’ultima cosa in cui si spera è ricevere una notifica dall’Agenzia delle Entrate.
La novità dunque potrebbe essere quella di “spacchettare” i controlli fiscali, in modo da dare alle partite IVA qualche tempo in più per riprendersi economicamente e non infierire in un momento di grave difficoltà.
La notizia arriva dal direttore delle Entrate stesso, Ernesto Maria Ruffini, che intervistato dal Sole 24 Ore il 28 aprile ha dichiarato anche che in settimana sarà pubblicata una nuova circolare.
Controlli fiscali in due tempi: novità dall’Agenzia delle Entrate
L’idea è quella di separare l’attività di notifica degli atti da quella di recupero e riscossione: è il direttore delle Entrate a proporlo. In questo modo si darebbe più tempo alle imprese per riprendersi dal punto di vista economico, visto anche l’avvicinarsi della Fase 2 e la parziale riapertura di determinate attività.
Il polverone sollevato dall’audizione di Ruffini alla commissione Finanze della Camera il 22 aprile non ha lasciato i contribuenti indifferenti. Durante l’audizione, Ruffini aveva sostenuto che i controlli fiscali sarebbero ripartiti dal 1° giugno a pieno ritmo, con l’invio di oltre 8 milioni e mezzo di atti (senza tener conto delle notifiche della Riscossione).
Il direttore Ruffini ha però spiegato, intervistato dal Sole 24 Ore, che non si trattava di una minaccia, e nemmeno di una provocazione, ma di un modo per far sapere alle istituzioni la volontà popolare, per vedere se c’è da qualcosa da cambiare a livello normativo.
La ripresa, continua Ruffini, non passa solo dalla scoperta di un vaccino, ma anche dal rilancio dell’economia e del lavoro, e l’Agenzia delle Entrate non vuole essere da ostacolo:
“L’attività di lavorazione di 30 milioni di atti è ordinaria, altro tema è se si debba o meno spostare in avanti tutta l’attività di conoscenza ai contribuenti. Attenzione, spostamento in avanti che non riguarderà certo le frodi, che sono una piccola parte degli 8,5 milioni di accertamenti. Anche così si tutela la collettività e il buon andamento di ripresa dell’attività economica del Paese.”
Dunque, l’Agenzia delle Entrate continuerebbe la sua attività contro l’evasione fiscale e le frodi, così come quella di controllo, ma dando più tempo alle imprese per rimettersi in piedi, notificando l’eventuale atto in un secondo momento.
Controlli fiscali in due tempi, misura straordinaria per l’emergenza
La separazione in due tempi del controllo dall’atto della notifica è una misura che ad oggi non è mai stata adottata. È anche vero che l’attuale situazione è assolutamente emergenziale, e come tale andrebbero adottate misure mai prese prima. È di questo avviso anche Ruffini:
“Le regole ordinarie per il 2020 forse vanno ripensate. Lo stesso ministro Gualtieri ha ribadito con lucidità la necessità della riforma fiscale. Nei libri di storia il 2020 dividerà il mondo in Ante Coronavirus e Post Coronavirus.”
Bisogna quindi trovare il modo di giocare fuori dagli schemi: una situazione mai vista prima necessita di soluzioni mai provate finora. E di certo non servirebbe a nulla andare a consegnare un atto di riscossione a qualcuno che ha chiuso la propria attività per mesi. Bisogna evitare, continua Ruffini, che si passi dal lockdown al blackout del Paese.
Ancora non è chiaro se ci sarà un altro provvedimento come quello che ha prorogato i versamenti di aprile e maggio al 30 giugno, ma il parere di Ruffini è chiaro: almeno l’attività di recupero deve essere posticipata, e va fatto con una norma ad hoc.
Infine, il direttore Ruffini ha anticipato che in settimana firmerà una circolare con le istruzioni per portare in detrazione le spese effettuate per comprare le mascherine, purché abbiano la certificazione UE e del ministero della Salute.
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