L’Iran è ancora nel vortice del coronavirus. Il Paese ha riaperto i negozi ma la sicurezza sanitaria non c’è. E nemmeno quella economica. Per questo Rohani ha chiamato Giuseppe Conte. L’epidemia è una minaccia per lo Stato persiano. Ecco perché
Qual è la strategia dell’Iran contro il coronavirus? Finora l’epidemia ha contagiato più di 84.000 persone e ha causato la morte di oltre 5.200 cittadini.
Lo scenario è ancora pessimistico nella Repubblica Islamica. Eppure, le autorità hanno deciso di avviare una sorta di Fase 2, favorendo l’apertura di alcune attività commerciali.
Il vero problema iraniano in questa sfida alla pandemia, infatti, è di tipo economico. Con un sistema produttivo e finanziario al collasso già prima della diffusione del virus, lo Stato persiano è sull’orlo del baratro.
Le accuse alle sanzioni e alla “disumanità” USA intanto si moltiplicano. Per questo, nel desiderio di trovare sostegno contro la catastrofe, il presidente Rohani ha chiamato Giuseppe Conte. La necessità di collaborazione nella lotta al coronavirus è per l’Iran una questione economica.
Rohani ha chiamato Conte: cosa ha chiesto l’Iran?
Martedì 21 aprile c’è stato un colloquio telefonico tra il presidente iraniano Hassan Rohani e il primo ministro italiano Giuseppe Conte.
L’occasione è stata importante non solo per ribadire la massima collaborazione tra i due Paesi nella battaglia alla pandemia. L’Iran ha voluto soprattutto fare leva sulla vicinanza dell’Italia per ribadire la sua rabbia verso l’atteggiamento degli USA.
Secondo l’agenzia di stampa Irna, infatti, nel colloquio telefonico Rohani avrebbe chiesto esplicito appoggio all’Italia affinché l’Iran possa ottenere il finanziamento da 5 miliardi di dollari chiesto al FMI.
La tesi che circola in Iran, infatti, è che gli Stati Uniti stiano lavorando per bloccare l’erogazione del prestito, considerato vitale per la sopravvivenza economica del fragile Paese persiano.
Il Fondo Monetario Internazionale pare che ancora non abbia dato il via libera al finanziamento, affermando di stare ancora valutando la richiesta.
Rohani non avrebbe risparmiato critiche feroci all’atteggiamento della Casa Bianca, accusandola di violare le norme internazionali, i principi di umanità e di fare pressione sul popolo iraniano.
Conte avrebbe garantito massima collaborazione, sia sul piano del programma nucleare, sia sulla questione economico-finanziaria.
In Iran negozi aperti: a che punto è il coronavirus?
L’Iran lunedì 20 aprile ha iniziato ad aprire autostrade interurbane e importanti centri commerciali per stimolare la sua economia soffocata dalle sanzioni e dalle misure contro il coronavirus.
I negozi, anche quelli nei vicoli dello storico Gran Bazar di Teheran, hanno aperto le loro serrande, sebbene il Governo abbia limitato l’orario di lavoro fino alle 18:00. Tuttavia, ristoranti, palestre e altri luoghi rimangono chiusi.
L’Iran ha minimizzato la crisi per settimane. Il Governo del Paese ha rifiutato di attuare i blocchi di 24 ore imposti in altre nazioni del Medio Oriente.
Le autorità hanno difeso la loro risposta indicando il duro impatto economico che un simile blocco avrebbe provocato. Con l’avvio delle attività commerciali, però, la paura del contagio da COVID-19 resta alta.
Ali Reza Zali, che si occupa del piano anti-virus a Teheran, ha avvertito che riaprire le imprese potrebbe diffondere l’infezione. “Il punto significativo è che un maggiore pendolarismo, soprattutto attraverso i mezzi pubblici, aumenta la possibilità di contrarre il virus”, ha affermato.
Rohani ha annunciato che alcuni siti religiosi probabilmente apriranno il 4 maggio. Ma il leader supremo dell’Iran Ali Hosseini Khamenei, che ha l’ultima parola su tutte le questioni statali, ha già suggerito che le riunioni di massa potrebbero essere vietate per tutto il Ramadan a causa del virus.
Coronavirus in Iran: quale scenario per l’economia?
L’Iran stava già affrontando condizioni economiche difficili quando è stato colpito dall’epidemia di coronavirus alla fine di febbraio.
Gli effetti del prezzo del petrolio relativamente basso negli ultimi anni e l’imposizione delle sanzioni degli Stati Uniti hanno impattato in modo grave sul sistema economico nazionale.
Secondo la Banca mondiale, il prodotto interno lordo in Iran è sceso dell’8,7% nel 2019 rispetto all’anno precedente.
Il ministro dell’Economia, Farhad Dejpasand, secondo i media locali, ha affermato che il 15% dell’economia iraniana sarà influenzato dall’epidemia di coronavirus.
Il coronavirus in Iran potrebbe tradursi nel peggiore degli scenari. L’instabilità economica, inoltre, potrebbe trascinare verso l’incertezza anche il sistema politico. Ecco perché Rohani continua ad accusare gli USA. E ad invocare appoggio in Italia e in Europa.
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