La mascherina è più potente del vaccino: famoso virologo spiega perché

Fiammetta Rubini

7 Ottobre 2020 - 17:27

Il direttore del CDC americano rivela che la mascherina può proteggerci dal coronavirus molto più del vaccino, che è efficace al 70%. Ecco perché.

La mascherina è più potente del vaccino: famoso virologo spiega perché

Contro il coronavirus c’è una protezione migliore e più efficace del vaccino, ed esiste già. Parola di Robert Redfield, virologo e direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi (CDC).

Secondo l’esperto, l’uso della mascherina potrebbe essere più efficace nel limitare la diffusione del virus rispetto al vaccino. Durante un’audizione di una sottocommissione per gli stanziamenti del Senato, Redfield ha definito le mascherine “lo strumento di salute pubblica più importante che abbiamo in questo momento”.

Coronavirus, il virologo: mascherina più efficace del vaccino

Il direttore dei CDC, che sono un importante organismo di controllo della salute pubblica negli Stati Uniti e nel mondo, ha detto che mentre esiste il 30% del rischio che il vaccino anti Covid non generi una risposta immunitaria, chi indossa la mascherina avrebbe la garanzia di un livello di protezione molto alto.

“Continuerò a fare appello a tutti gli americani, a tutte le persone che vivono nel nostro Paese, affinché le indossino. Porteremmo la pandemia sotto controllo, abbiamo chiare prove scientifiche che funzionano”.

Cosa dicono gli esperti

Esistono diversi studi a supporto dell’uso della mascherina e delle politiche che la impongono in pubblico e in privato. Per esempio uno studio condotto a Pechino e pubblicato sul BMJ Global Health ha rivelato che l’uso della mascherina in famiglia era associato a una minore diffusione del virus. Nelle famiglie in cui le persone usavano abitualmente la mascherina si è riscontrata una riduzione del contagio del 79%. Un altro studio ha rilevato che le ordinanze locali e regionali in Germania sull’obbligo della mascherina hanno fatto diminuire i casi di coronavirus tra il 2,3% e il 13% nel periodo in cui la mascherina è stata obbligatoria.

Che la mascherina sia uno strumento di protezione efficace è ormai indubbio, mentre non sappiamo ancora quanto sarà efficace un vaccino anti-Covid, né quando uscirà.

Un giorno avremo vaccini contro il coronavirus potenti come quello contro il morbillo, capaci cioè di impedire al virus di replicarsi all’interno dell’organismo.

Prima di allora, ci saranno “i vaccini Covid-19 di prima generazione, che non renderanno tutti coloro che lo ricevono immuni all’infezione, ma modificheranno la malattia in modo che la gravità e la necessità di ricovero siano inferiori”, ha detto a Health la dott.ssa Amesh A. Adalja, esperta di malattie infettive e ricercatrice senior presso il John Hopkins Center for Health Security. “Anche se vaccinate, quindi, le persone potranno infettarsi comunque”, ha detto. Secondo l’esperta vi è il rischio che un vaccino approvato (basta un’efficacia del 50% per l’approvazione FDA) dia alle persone un falso senso di sicurezza e porti a una maggiore diffusione del virus poiché non vengono prese altre precauzioni.

Secondo Redfield avremo abbastanza vaccini per tornare alla vita normale tra luglio e settembre del 2021.

Trump non è d’accordo

Trump ha controbattuto ai commenti di Redfield, giudicandoli sbagliati e dicendo che era “confuso” o “male informato”, anche se il direttore del CDC è un virologo con decenni di esperienza. “Spero che il vaccino sia molto più efficace delle mascherine”, ha detto Trump ai giornalisti. Intanto Trump sta spingendo affinché un vaccino venga approvato prima delle elezioni del 3 novembre visto che il suo mandato scricchiola sotto il peso dell’emergenza sanitaria. Al momento, comunque, ci sono poche possibilità che gli studi clinici vengano completati entro l’election day.

In Italia le prime 2-3- milioni di dosi di vaccino anti Covid di Oxford e AstraZeneca dovrebbero arrivare entro la fine di novembre, se la sperimentazione procederà positivamente, ha detto il presidente di Irbm di Pomezia che collabora alla messa a punto del farmaco.

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