Coronavirus in Spagna sempre peggio: scatta il divieto di fumo, perché?

Violetta Silvestri

14/08/2020

In Spagna il coronavirus avanza a ritmi sempre più allarmanti. La situazione non è ancora sotto controllo e, tra le misure anti-COVID, spunta anche il divieto di fumo all’aperto. Per quali motivi?

Coronavirus in Spagna sempre peggio: scatta il divieto di fumo, perché?

Coronavirus: in Spagna la situazione peggiora e nelle ultime 24 ore sono state registrati quasi 3.000 nuovi contagiati.

Il Paese sta affrontando il tasso di infezione più grave dell’Europa occidentale. I casi giornalieri sono passati da meno di 150 a giugno a oltre 1.500 ad agosto, con picchi superiori a 2.000.

In questo contesto, tutto il Paese, dopo la regione spagnola della Galizia e le Isole Canarie, ha deciso di vietare il fumo nei luoghi pubblici per timore che aumenti il ​​rischio di trasmissione del COVID-19.

Una misura di dubbia efficacia, stando alle dichiarazioni della scienza, non unanime nel considerare il legame tra fumo e diffusione della pandemia.

Intanto, la Spagna sta cercando in tutti i modi di arginare il coronavirus in preoccupante incremento. La nazione sta rischiando anche l’isolamento da parte dei Paesi vicini.

In Italia, per esempio, alcune regioni hanno già istituito il tampone obbligatorio per chi torna da città spagnole, ormai considerate zone ad alto rischio.

COVID: in Spagna scatta il divieto di fumo, perché?

Ora è tutta la Spagna, non solo la Galizia, ad annunciare che non si può fumare nemmeno all’aperto senza i due metri di distanza in questo tempo segnato dall’aumento dei casi di coronavirus.

La decisione è supportata dalla ricerca del ministero della Salute, pubblicata il mese scorso, che ha delineato il legame tra il fumo e la maggiore diffusione del COVID-19.

Il rischio aumenta perché le persone proiettano goccioline - e potenzialmente il virus - quando espirano il fumo. Lo studio ha inoltre messo in evidenza che i fumatori rischiano l’infezione in altri modi, ad esempio toccando la sigaretta prima di portarla alla bocca e maneggiando le mascherine quando le indossano e le tolgono.

La ricerca ha anche indicato i più ampi effetti negativi del fumo sulla salute:

“È stato dimostrato che l’uso del tabacco, in qualsiasi sua forma, peggiora il corso delle malattie respiratorie. Le prove attuali indicano che il fumo è associato a ... un rischio più elevato di sviluppare una forma grave di sintomi”

Anche le Isole Canarie hanno annunciato una misura simile e hanno vietato il fumo all’aperto dove non è possibile garantire l’allontanamento sociale. Entrerà in vigore venerdì 14 agosto, insieme a un altro ordine che rende obbligatorie le mascherine negli spazi pubblici.

Regole affini sono state imposte altrove, come in Sud Africa dove la vendita di tabacco è stata vietata alla fine di marzo.

In generale, la Spagna sta aumentando le restrizioni: chiuse le discoteche e stretta anche sugli orari dei bar.

Il fumo aumenta davvero il contagio?

La misura imposta in Spagna in realtà non trova convinti tutti i medici e gli scienziati.

Secondo alcuni esperti, infatti, la preoccupazione non è tanto il fumo e il trasporto delle goccioline, semmai la vicinanza tra persone mentre accendono la sigaretta.

Nello specifico, il Corriere della Sera al riguardo ha intervistato due medici. Sergio Harari pneumologo all’Ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano ha dichiarato:

“Non esiste alcuna evidenza scientifica che il fumo trasporti il coronavirus. In letteratura non ci sono pubblicazioni a riguardo e mi sembra un problema marginale rispetto ad altre modalità di contagio decisamente più rischiose”

Sulla stessa scia anche Giorgio Buonanno, docente all’Università di Cassino, il quale ha insistito sul fatto che “le particelle che espira un non fumatore non sono diverse da quelle rilasciate da un fumatore: quest’utimo emette oltre all’aerosol anche il fumo, che è però neutrale rispetto al virus

Il coronavirus in Spagna, quindi, potrebbe non trovare alcun arretramento dal divieto di fumo.

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