Coronavirus, le proteine sono la svolta: nuova scoperta in uno studio

Fiammetta Rubini

20/07/2020

Un nuovo trattamento a base di proteine può essere il punto di svolta nella cura del coronavirus: i pazienti si riprendono prima e non richiedono terapia intensiva. Ecco come funziona.

Coronavirus, le proteine sono la svolta: nuova scoperta in uno studio

Cure per il coronavirus: buone notizie da uno studio inglese. I risultati preliminari di uno studio clinico suggeriscono che un nuovo trattamento a base di proteine riduce drasticamente il numero di pazienti Covid-19 che hanno bisogno di terapia intensiva.

Il trattamento è stato sviluppato dall’azienda biotech Synairgen di Southampton (UK) e utilizza una proteina chiamata interferone beta che il corpo produce quando si contrae un’infezione virale. Lo studio fa parte del programma Accord, istituito dal governo britannico ad aprile per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci anti-Covid.

Proteina per curare il coronavirus: come funziona

L’interferone beta fa parte della prima linea di difesa dell’organismo contro i virus. Il coronavirus sembra sopprimere la sua produzione, come parte della sua strategia per eludere il nostro sistema immunitario.

Il trattamento messo a punto dagli scienziati inglesi consiste nell’erogare la proteina direttamente nelle vie aeree del paziente tramite un nebulizzatore che trasforma la proteina in aerosol, nella speranza che una dose diretta nei polmoni inneschi una risposta antivirale più forte anche nelle persone con un sistema immunitario indebolito.

I risultati dello studio

I risultati preliminari hanno mostrato che il trattamento ha ridotto del 79% le probabilità che un paziente sviluppi complicazioni gravi e necessiti di ventilazione. Secondo la società che ha sviluppato la cura le persone con Covid-19 hanno due/tre volte maggiori probabilità di riprendersi e di ritornare alla vita normale senza che la loro salute sia compromessa dalla malattia.

Il trattamento con le proteine è risultato efficace, secondo gli studiosi, anche nel ridurre in modo significativo la dispnea nei pazienti che hanno testato il trattamento. Infine questi hanno trascorso meno tempo in ospedale rispetto a chi non ha ricevuto il trattamento, passando da una media di 9 giorni a una di 6.

I risultati dello studio, per quanto ottimisti e confortanti, non sono però ancora stati pubblicati su una rivista peer-reviewed e i dati completi non sono stati resi disponibili. Se i risultati verranno confermati saremo di fronte a un passo molto importante nel trattamento delle infezioni da coronavirus, sostengono gli studiosi autori della sperimentazione.

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