Cos’è il ReArm Europe, il piano di difesa UE da 800 mld di euro

Violetta Silvestri

4 Marzo 2025 - 10:52

L’UE ha presentato il ReArm Europe Plan per favorire maggiore spesa su difesa e sicurezza dei Paesi membri. Il piano può valere fino a 800 miliardi di euro, di cosa si tratta?

Cos’è il ReArm Europe, il piano di difesa UE da 800 mld di euro

Prende forma la strategia di difesa dell’UE dinanzi alle sfide della sicurezza considerate ormai prioritarie e non rimandabili: Ursula Von der Leyen ha presentato alla stampa il “ReArm Europe Plan”, di cosa si tratta?

Il piano è diviso in cinque parti chiave. La presidente della Commissione UE ha sottolineato che si tratta di una serie di proposte volte a mettere a disposizione degli Stati membri tutte le leve finanziarie disponibili, per supportarli nell’aumento della spesa per la difesa diventata ormai necessaria e in cima a tutte le agende nazionali.

Siamo in un’era di riarmo. E l’Europa è pronta ad aumentare massicciamente la spesa per la difesa. Sia per rispondere all’urgenza di agire a breve termine e per sostenere l’Ucraina, ma anche per affrontare la necessità a lungo termine di assumersi molte più responsabilità per la nostra sicurezza europea”, ha evidenziato Ursula von der Leyen.

Il grande nodo da sciogliere è quello finanziario: le casse dei Paesi europei hanno poche risorse a disposizione in un contesto di indebolimento industriale e di riaccesi rischi inflazionistici nel quale le risorse sono necessarie, in primis, per risollevare lo sviluppo economico.

L’UE sta quindi cercando di compattarsi sul tema della difesa non solo a livello politico - nella complessa situazione internazionale creata dalla strategia di Trump - ma anche finanziario. Il ReArm Europe Plan si propone di razionalizzare risorse e unire gli intenti per la sicurezza europea. Ecco i cinque punti del progetto europeo di difesa.

ReArm Europe Plan: quanto vale il piano in 5 punti?

Le potenzialità del piano sono enormi, stando alle dichiarazioni ufficiali della Commissione UE.

“ReArm Europe potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro per un’Europa sicura e resiliente. Continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella NATO. Questo è un momento per l’Europa. E noi siamo pronti a fare un passo avanti”, si legge nella nota della von der Leyen.

Non ci sono molte certezze su dove verranno recuperate tutte le risorse, ma sotto i riflettori ci sono nuovi prestiti e fondi UE inutilizzati o da reindirizzare.

L’Europa sta cercando di mobilitare centinaia di miliardi di euro in finanziamenti aggiuntivi mentre cerca di continuare a sostenere l’Ucraina in un momento critico, in particolare dopo che Trump ha ordinato una pausa in tutti gli aiuti militari a Kiev. Von der Leyen ha definito questo un “momento irripetibile” e ha precedentemente affermato che l’UE affronta esigenze di investimenti nella difesa pari a circa 500 miliardi di euro nel prossimo decennio.

1. Clausola di salvaguardia nazionale Patto di stabilità e crescita

Spendere di più a livello nazionale per la difesa ma senza intaccare ulteriormente il deficit: questo è il primo punto del ReArm Europe Plan.

La proposta è stata così spiegata da von der Leyen: “proporremo a breve l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita. Ciò consentirà agli Stati membri di aumentare significativamente le loro spese per la difesa senza attivare la procedura per i disavanzi eccessivi”.

In questo modo si offre la possibilità agli Stati di usare finanziamenti pubblici per investire nella difesa nazionale. I vantaggi sono stati così calcolati dall’UE: “se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa in media dell’1,5% del PIL, si potrebbe creare un margine di bilancio pari a circa 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni.”

2. Prestiti agli Stati membri

L’UE pensa di fornire uno strumento dedicato alla concessione di 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri finalizzati, tra gli altri ambiti, a finanziare:

  • difesa aerea e missilistica;
  • sistemi di artiglieria;
  • missili e munizioni droni e sistemi anti-drone;
  • mobilità informatica;
  • mobilità militare

Lo strumento, inoltre, “aiuterà gli Stati membri a mettere in comune la domanda e ad acquistare insieme”. L’idea di base è di favorire appalti congiunti in modo da ridurre i costi, diminuire la frammentazione, far crescere l’interoperabilità e sostenere l’industria della difesa europea. Un approccio considerato efficace anche per aiutare militarmente l’Ucraina in questa fase di svolta del conflitto e in futuro.

3. Bilancio UE

“Posso annunciare che proporremo ulteriori possibilità e incentivi per gli Stati membri che decideranno, se vogliono utilizzare i programmi della politica di coesione, di aumentare la spesa per la difesa”: così von der Leyen ha aperto la porta al più ampio sfruttamento del potere di bilancio UE negli investimenti di sicurezza.

Maggiori fondi dell’UE probabilmente verranno indirizzati nelle spese per la difesa dei singoli membri.

4. Unione del risparmio e degli investimenti

Un punto vago questo, ma concentrato su un concetto non affatto nuovo: accelerare sulla formazione di un’Unione del risparmio e degli investimenti in modo da facilitare il recepimento di investimenti.

Nello specifico, il passo verso una maggiore cooperazione aiuterebbe a mobilitare il capitale privato anche per il settore difesa.

5. Banca europea per gli investimenti

Un ruolo in questo sforzo alla ricerca di fondi per la difesa e la sicurezza dei Paesi membri dovrebbe ricoprirlo anche la Bei, anche se sul tema non sono emersi dettagli da questa prima presentazione di Ursula von der Leyen.

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