Ci sono Paesi che intendono diversificare le riserve per ragioni finanziarie o strategiche. Altri che forse, sotto sotto, temono un’incombente crisi in arrivo...
Le banche centrali di tutto il mondo continuano ad acquistare oro come se non ci fosse un domani. Gli effetti di questo singolare shopping hanno spinto alle stelle i prezzi del prezioso metallo, aumentati di circa il 30% dall’inizio dell’anno (a ottobre avevano raggiunto quasi quota 2.700 dollari l’oncia) e di circa il 48% rispetto al gennaio 2022 (e questo nonostante gli aggressivi aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve).
Che cosa sta succedendo? Ogni banca centrale ha le proprie ragioni. Ci sono Paesi che intendono diversificare le riserve per ragioni finanziarie o strategiche, altri che forse, sotto sotto, temono un’incombente crisi in arrivo, altri ancora che lo fanno come contrappeso per proseguire nel complesso processo di de-dollarizzazione (pensiamo ai Brics) e, infine, ci sono governi che accumulano oro per semplice «prestigio».
Certo è che nel terzo trimestre del 2023, le banche centrali mondiali avevano acquistato circa 800 tonnellate d’oro e ora detengono più o meno un quinto di tutto l’oro mai estratto al mondo. Emerge, dunque, una sostanziale differenza rispetto al passato, quando le stesse banche centrali erano principalmente venditrici nette di oro e non acquirenti. Dalla crisi finanziaria globale del 2008 sono tuttavia cambiate le carte in tavola e la suddetta tendenza è in aumento costante. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA