Il certificato di stipendio attesta la capacità del debitore di far fronte alle rate dovute per cessione del quinto della retribuzione. L’azienda è obbligata a compilarlo? E quali alternative ha?
Il certificato di stipendio è un documento rilasciato dal datore di lavoro con cui si attesta l’esistenza di un contratto di lavoro e una serie di altre informazioni riguardanti la retribuzione del lavoratore interessato e la solidità stessa dell’azienda.
La compilazione del certificato è richiesta da banche e finanziarie al fine di valutare la situazione lavorativa e reddituale del richiedente prestiti personali, mutui, assicurazioni o finanziamenti. Il documento permette al potenziale creditore di valutare la fattibilità dell’operazione, sulla base delle entrate mensili del dipendente.
Il certificato di stipendio assume particolare importanza nelle ipotesi di prestito con cessione del quinto dello stipendio. Trattasi di un contratto con il quale il dipendente, in qualità di creditore cedente, disponendo di un suo diritto di credito (la retribuzione) nei confronti dell’azienda, cede lo stesso al cessionario.
Di conseguenza, il lavoratore che intenda stipulare un contratto di cessione dello stipendio è tenuto ad attestare al creditore la sua capacità di far fronte al pagamento delle rate mensili. Il documento principale grazie al quale dimostrare tale capacità è appunto il certificato di stipendio.
Analizziamo in dettaglio cosa deve fare l’azienda quando ne riceve uno.
Cosa deve fare l’azienda quando riceve un certificato di stipendio?
- Come si riceve il certificato di stipendio?
- L’azienda è obbligata a compilare il certificato?
- Come prepararsi per compilare il certificato di stipendio?
- Quali informazioni inserire nel certificato di stipendio?
- I dati relativi alla retribuzione
- Dati relativi ad altri prestiti e pignoramenti
- I dati relativi al Tfr
- Dati del datore di lavoro
Come si riceve il certificato di stipendio?
La banca - finanziaria intenta a valutare se concedere o meno il prestito trasmette la richiesta di compilazione di certificato di stipendio al datore di lavoro, di norma a mezzo posta elettronica certificata (Pec). Nella missiva è presente altresì una delega, a firma del dipendente, con cui lo stesso autorizza il potenziale creditore a trasmettere all’azienda il certificato di stipendio.
Unitamente alla delega dovrà essere fornita copia del documento di identità del lavoratore.
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L’azienda è obbligata a compilare il certificato?
È importante precisare che cedere parte dello stipendio è un diritto soggettivo del lavoratore, sancito dal decreto del Presidente della Repubblica del 5 gennaio 1950 numero 180 «Testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche Amministrazioni», come modificato dall’articolo 137 della Legge 30 dicembre 2004 numero 311 con cui si è estesa la possibilità di contrarre prestiti con cessione del quinto anche ai dipendenti di aziende private.
Dovendosi confrontare con un diritto soggettivo del dipendente, l’azienda non può rifiutarsi di inserire in cedolino la trattenuta per cessione dello stipendio né tantomeno, a monte, negare la compilazione del certificato di stipendio o, in alternativa, dell’attestato di servizio.
Quest’ultimo è un documento che, a differenza del certificato, attesta esclusivamente l’esistenza del rapporto di lavoro, la qualifica, il tipo di contratto e l’anzianità di servizio.
Una volta compilato il certificato di stipendio o l’attestato di servizio, il documento dev’essere trasmesso alla banca - finanziaria utilizzando l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) indicato dal creditore stesso.
Esaminata la pratica e accolto il prestito, l’azienda riceve l’atto di benestare con il quale si comunica:
- la rata mensile da trattenere in busta paga al lavoratore;
- la data a partire dalla quale devono essere versate alla finanziaria le quote trattenute al dipendente;
- la cadenza di versamento delle quote (di norma mensile);
- i riferimenti necessari (coordinate bancarie) per versare le somme alla banca - finanziaria, nonché l’indicazione della causale da indicare nel bonifico.
Come prepararsi per compilare il certificato di stipendio?
Nel caso in cui l’azienda, per prassi interna, intenda produrre il certificato di stipendio (e non l’attestato di servizio) è necessario procurarsi, per procedere alla successiva compilazione del documento, le seguenti informazioni:
- dati relativi alla retribuzione mensile lorda del lavoratore;
- ammontare dei contributi Inps trattenuti al dipendente (aliquota percentuale);
- eventuali ulteriori trattenute per contributi sindacali, assistenza sanitaria integrativa, alimenti, cessioni, pignoramenti o delegazioni di pagamento;
- dati statistici sulle assenze pregresse del dipendente;
- dati relativi all’azienda (visura camerale e bilancio di esercizio);
- dati riguardanti la forza lavoro occupata in azienda.
Quali informazioni inserire nel certificato di stipendio?
Il certificato di stipendio contiene di norma, all’inizio, i dati relativi al lavoratore dipendente che ha fatto richiesta di prestito, in particolare:
- cognome e nome;
- data e luogo di nascita;
- indirizzo di residenza;
- data di assunzione in azienda;
- mansione;
- se assunto a tempo indeterminato o determinato, in quest’ultimo caso indicare la data di scadenza del contratto.
A seguire, nel documento saranno riportate una serie di informazioni di dettaglio sul rapporto di lavoro, come:
- se, nel corso del periodo di servizio in azienda, l’interessato ha subito sospensioni dall’impiego e dallo stipendio (in caso positivo indicare la motivazione e la durata della sospensione);
- la dichiarazione circa l’assolvimento degli obblighi di leva o l’essere esenti dagli stessi;
- la dichiarazione sull’assenza di provvedimenti disciplinari, penali o atti che potrebbero determinare l’esonero o la sospensione del servizio;
- la dichiarazione sul fatto che il dipendente è in piena attività e, in ogni caso, non è rimasto assente dal lavoro negli ultimi 6 mesi per infortunio e / o malattia cumulativamente per più di 30 giorni;
- l’impegno, da parte del datore di lavoro, di comunicare al creditore l’eventuale riduzione o sospensione della trattenuta mensile in busta paga.
I dati relativi alla retribuzione
Dopo aver inserito i dati del dipendente e alcune informazioni sul rapporto di lavoro, il certificato chiede di indicare:
- la retribuzione annua lorda (Ral) calcolata considerando le dodici mensilità ordinarie e le mensilità aggiuntive (tredicesima ed eventuale quattordicesima);
- il corrispondente importo mensile della Ral, ottenuto dividendone l’importo per dodici.
A seguire saranno riportate le trattenute che diminuiscono l’importo mensile appena citato.
Il soggetto compilatore dovrà in particolare indicare l’ammontare delle trattenute per:
- cassa di previdenza dell’azienda (riportando anche la data di iscrizione);
- fondo pensione integrativo;
- folizza di assicurazione a garanzia del trattamento di quiescenza;
- istituto Nazionale di Previdenza Sociale;
- contributi sociali;
- imposte e tasse;
- alimenti dovuti per legge;
- contributi sindacali;
- cessione di stipendio in corso;
- delegazione di pagamento (o altro prestito) in corso;
- pignoramento in corso;
- altro.
A seguire si diminuisce la retribuzione mensile lorda del totale delle trattenute elencate.
Dati relativi ad altri prestiti e pignoramenti
Grazie al certificato di stipendio il creditore ha l’obiettivo di valutare la situazione del dipendente non solo con riferimento alla retribuzione lorda e netta mensile ma, altresì, sulla base di altre cessioni, delegazioni di pagamento, prestiti o pignoramenti in corso.
Per ogni debito esistente è necessario riportare:
- l’ammontare residuo e, per prestiti e delegazioni di pagamento, il numero di quote mensili complessive previsto in origine nonché l’importo iniziale del debito;
- cognome e nome o ragione sociale del creditore / i.
I dati relativi al Tfr
All’interno del certificato di stipendio è altresì presente una sezione dedicata al Trattamento di fine rapporto (Tfr). Quest’ultimo può infatti essere oggetto di sequestro, pignoramento o cessione.
Nel momento in cui il dipendente sottoscrive un contratto di prestito personale, con restituzione delle somme mediante cessione del quinto o delega di pagamento, può vincolare, a garanzia del prestito ricevuto e in favore della finanziaria che eroga il finanziamento, il Tfr accantonato sino a quel momento in azienda oltre a quanto maturerà nei mesi successivi.
Nel certificato di stipendio l’azienda riporterà:
- il Tfr maturato sino a quel momento, al netto di eventuali anticipazioni percepite;
- se il lavoratore ha aderito a un Fondo pensione con una contribuzione pari o inferiore al 33% della quota accantonabile a titolo di Tfr.
Dati del datore di lavoro
Il certificato di stipendio ha altresì la funzione di certificare la solidità dell’azienda. A tal proposito è richiesto di indicare il settore economico - produttivo in cui opera il datore di lavoro, nonché il numero di dipendenti occupati e il capitale sociale (o patrimonio netto) sottoscritto, per il quale riportare anche l’importo versato.
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