Ecco cosa rischi se ti rubano la targa dell’auto o se la sostituiscono: i motivi per denunciare subito (evitando spiacevoli conseguenze).
Le auto sono da sempre uno dei beni più colpiti dai furti e dagli atti vandalici, a volte nel loro complesso, altre volte parzialmente. Il furto delle targhe è una vera e propria realtà, spesso abbinato alla loro sostituzione con targhe differenti, spesso inserita in contesti criminali ancora più ampi. Altre volte, il deterioramento o il furto attengono ad altri tipi di reati, come atti intimidatori o vandalismo.
In ogni caso, è fondamentale denunciare subito il furto della targa, così come si dovrebbe fare anche in caso di smarrimento (ben più raro) o semplice deterioramento dovuto all’usura. La legge è molto severa sull’identificazione dei veicoli, necessaria anche a preservare la sicurezza della collettività. Ecco cosa si rischia altrimenti.
Cosa rischi se ti rubano la targa dell’auto
Non è possibile circolare con un veicolo privo di targa, ma nemmeno tenerlo sul suolo pubblico. Se non viene effettuata una denuncia di furto o smarrimento entro 48 ore dal fatto si viola l’articolo 102 del Codice della strada, andando incontro a una multa da 87 a 344 euro. Una sanzione più elevata rispetto a quella comminata ai conducenti che hanno la targa, ma con dati non chiari e leggibili, corrispondente a un importo tra 42 e 173 euro.
Ovviamente, questo è il primo motivo per cui bisognerebbe denunciare subito il furto della targa dell’auto. La legge impone che la segnalazione avvenga entro 48 ore dall’accaduto o perlomeno dal momento in cui il proprietario ne ha avuto notizia, quindi questo è il limite di tempo sufficiente per evitare multe.
Allo stesso tempo, sarebbe preferibile anticipare quanto possibile la denuncia, aumentando così la probabilità di ritrovamento della targa ed eventualmente dell’autore del reato. Ciò è importante per diversi motivi, tenendo conto del fatto che il furto e la sostituzione delle targhe è spesso impiegato nel compimento di altri reati.
Per esempio, la targa viene applicata su un’auto rubata per sfuggire ai controlli, tanto da chi ha commesso “solo” il furto quanto da chi impiega il veicolo per fuggire dalle forze dell’ordine, compiere traffico di sostanze stupefacenti e quant’altro. Soprattutto nel caso in cui la targa sia stata sostituita è fondamentale recarsi presso le forze dell’ordine in modo tempestivo, chiarendo fin da subito la propria posizione e l’estraneità al fatto.
Cosa fare se ti rubano la targa
La rapidità è necessaria anche per riuscire a utilizzare l’auto rispettando la legge. Dopo la denuncia, infatti, dovrà trascorrere un periodo di 15 giorni, il limite disposto dalla legge per l’eventuale ritrovamento della targa. Durante questo periodo è possibile guidare il veicolo, accertandosi di esporre al posto della targa un pannello bianco sostitutivo che indichi le medesime informazioni dell’originale. La copia della carta di circolazione e della denuncia sono poi sufficienti a spiegare il fatto in caso di eventuali contestazioni.
Trascorsi i 15 giorni dalla denuncia senza alcuna notizia, bisogna recarsi presso la Motorizzazione civile chiedendo una nuova immatricolazione. Procedura necessaria per attribuire al veicolo una targa differente. Si dovrà, infatti, anche presentare una richiesta di iscrizione al Pubblico registro automobilistico, allegando ai moduli di richiesta un documento d’identità, la carta di circolazione (e l’eventuale permesso di soggiorno).
Queste operazioni comportando dei costi a carico del proprietario dell’auto, in particolare:
- 27 euro per gli emolumenti Aci;
- 32 euro per l’imposta di bollo di iscrizione al Pra;
- 32 euro per l’imposta di bollo di reimmatricolazione;
- 10,20 euro per i diritti di Motorizzazione civile;
- costo per l’acquisto della nuova targa, indicativamente tra 40 e 50 euro.
In caso di procedimento penale a carico dell’autore del furto, si ha diritto a costituirsi parte civile per ottenere il rimborso di queste spese e un risarcimento del danno, possibilità che dipende però dall’incriminazione per il furto e soggetta comunque alle tempistiche processuali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA