Cosa rischia chi non risponde al datore di lavoro fuori dall’orario di servizio?

Ilena D’Errico

6 Gennaio 2025 - 18:30

Ecco cosa rischia il dipendente che non risponde al datore di lavoro fuori dall’orario di servizio e quali sono gli obblighi su chiamate e messaggi inerenti l’occupazione a seconda dei casi.

Cosa rischia chi non risponde al datore di lavoro fuori dall’orario di servizio?

Il problema delle chiamate al di fuori dell’orario di lavoro accomuna i lavoratori dipendenti di tutto il mondo. Disponibilità e cortesia possono a un certo punto essere fraintese e finanche pretese, rovinando l’equilibrio del rapporto di lavoro e ledendo il riposo del lavoratore. Non rispondere o spegnere il cellulare per alcuni è fuori discussione, soprattutto quando viene detto loro che sono obbligati a replicare e ricevere le comunicazioni. Fin troppo spesso i lavoratori vengono anche sanzionati in caso di ritardo o mancata risposta, tanto in Italia quanto all’estero.

I tribunali sono costantemente alle prese con cause di lavoro su questo argomento, in particolare sulla legittimità delle sanzioni disciplinari a carico del dipendente. Così, si è formata una solida giurisprudenza europea sul tema, arricchita proprio di recente da una sentenza della Corte di Cassazione francese. Quest’ultima, ovviamente, non ha risvolti rilevanti per i lavoratori italiani, ma è del tutto in linea con le pronunce dei giudici nostrani.

La sentenza francese

Come in molti casi analoghi affrontati in Italia, un dipendente ha fatto causa al datore di lavoro contestando il licenziamento e le sanzioni disciplinari ricevute. La Corte ha confermato il licenziamento ma sancito l’illegittimità delle sanzioni. Queste ultime erano infatti dovute alla mancata reperibilità del lavoratore alle comunicazioni telefoniche ricevute sul proprio cellulare personale al di fuori dell’orario di servizio.

Come si può immaginare, il tribunale ha ricordato che i lavoratori non sono tenuti a comunicare con il datore di lavoro dal proprio telefono, tanto meno fuori dall’orario di lavoro, avendo diritto a godere dei momenti destinati al riposo o a alle ferie. Ciò che risulta particolarmente interessante è che questa sentenza affronta una tendenza molto diffusa, ossia l’abitudine di informare i dipendenti circa l’orario di lavoro o altre comunicazioni simili in momenti inopportuni.

Affermando che i lavoratori non sono tenuti a rispondere e nemmeno a leggere queste comunicazioni, la Cassazione parigina invita le aziende a una migliore organizzazione. Il licenziamento, al contrario, è stato confermato in quanto relativo alla condotta del lavoratore, decisamente sconsiderata. L’autista era infatti stato sorpreso utilizzare il telefono alla guida e insultare il suo supervisore sui social network.

Cosa rischia chi non risponde al datore di lavoro fuori dall’orario di servizio?

Come anticipato, il dipendente non è tenuto a rispondere al telefono o a nessun altro tipo di comunicazione al di fuori dell’orario di servizio. Ciò vale nel riposo settimanale, nel riposo giornaliero al termine della giornata lavorativa, durante ferie, permessi e malattia. In tutti questi casi non c’è alcuna conseguenza per il lavoratore, di certo non legalmente rilevante. Eventuali sanzioni illegittime devono quindi essere contestate, eventualmente agendo in giudizio. Il primo passaggio utile, tuttavia, sarebbe cercare di risolvere la controversia in maniera più bonaria e laddove ciò fosse impossibile ricorrere alle vie legali. Anzi, se è il datore di lavoro a importunare il dipendente in maniera assidua e ingiustificata, potrebbero esserci i presupposti per illeciti come lo stalking e le molestie.

D’altra parte, queste regole non valgono quando il contratto di lavoro prevede espressamente degli obblighi per il dipendente di diverso tipo, soprattutto in quanto a reperibilità. Quest’ultima deve tuttavia essere regolamentata in modo chiaro e regolarmente retribuita. La violazione degli obblighi di reperibilità può quindi legittimamente comportare delle sanzioni. Infine, è opportuno distinguere la specifica situazione delle Forze Armate e di Polizia, poiché il personale deve sempre essere rintracciabile per necessità di comunicazioni urgenti e indifferibili, come un eventuale richiamo in servizio.

Ciò indipendentemente dall’eventuale reperibilità e prontezza operativa, come vero e proprio obbligo generalizzato e legato alla funzione ricoperta. L’eventuale sanzione a carico del lavoratore deve però essere in ogni caso proporzionata alla violazione e ponderata, tenendo conto del fatto che non è prevista una regolamentazione precisa su tempi di risposta e similari.

Iscriviti a Money.it