Fuga di documenti del Pentagono, cosa sappiamo? Ecco il contenuto dei documenti segreti, perché è così importante e chi potrebbe esserci dietro.
Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha avviato le indagini per scoprire chi c’è dietro alla diffusione del materiale top secret sui social network. In questi giorni almeno una dozzina di documenti secretati è stata diffusa, creando non poche preoccupazioni alla Casa Bianca, che ora cerca una talpa. Le indagini hanno appena preso il via, ma non mancano già congetture e ipotesi sollevate dai vertici delle nazioni coinvolte. Ecco cosa sappiamo per ora sulla fuga di documenti dal Pentagono.
Fuga di documenti dal Pentagono, perché le informazioni top secret dovevano restare tali
L’intelligence statunitense si sta dedicando alla questione della fuga di documenti con estrema attenzione, nel tentativo di evitare – o perlomeno limitare – le possibili conseguenze per gli Stati Uniti. Chiaramente il primo pensiero va alle fonti e agli informatori, che saranno decisamente scoraggiati da una simile diffusione del materiale riservato.
Perdere parte delle proprie fonti è tuttavia solo uno dei pericoli per il governo statunitense, che rischia anche di trovarsi coinvolto in un conflitto diplomatico non da poco. Parte del materiale diffuso sui social riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina, ma non solo. Ad essere stati impropriamente pubblicati sono anche altri dossier dedicati alla sicurezza e riguardanti:
- Cina;
- Indo-Pacifico;
- Medio Oriente (in particolare l’Israele e i capi del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana);
- terrorismo.
L’esistenza di questa documentazione riservata, secretata anche nei confronti degli Stati alleati, potrebbe compromettere seriamente i già delicati equilibri internazionale. Come riportato anche dal New York Times, sembra quasi che gli Stati Uniti tengano sotto controllo anche i propri alleati, senza condividere con loro la documentazione che li riguarda.
Con riferimento all’Ucraina, in particolare, l’attenzione ai leader politici e militari sembra risultante dalla difficoltà di Washington a conoscere le strategie di combattimento ucraine. Anche Seul è stata attenzionata, ma sempre per quanto riguarda il conflitto, nel dettaglio riguardo agli aiuti militari per Kiev.
Perché si cerca una talpa dietro la diffusione dei documenti
I documenti classificati condivisi sui social sono delle fotografie dei file originali, che mostrano anche la presenza di pieghe sui documenti realizzate con oggetti, come colla per ufficio e sacchetti con chiusura zip. Questo particolare suggerisce che almeno una parte delle fotografie è stata eseguita nello stesso luogo. Oltretutto, alcune delle foto riportano immagini di documenti stropicciati, plausibilmente perché sono stati nascosti prima di eseguire le fotografie in un luogo sicuro. Ipotesi portata all’attenzione da una fonte alla Cnn. Come riportato da Bellingcat, oltretutto, la modalità delle fotografie si ripercuote su tutti i documenti, nessuno dei quali è stato scansionato.
Ci sono quindi ottime speranze di ripercorrere il percorso dei documenti, anche perché tutte le foto sono relative a file stampati. Trattandosi di documenti classificati, la stampa può essere eseguita soltanto su sistemi autorizzati; perciò, dovrebbero esserci tracce documentali su chi li ha gestiti. D’altra parte, l’elevato numero di documenti fuggiti dal Pentagono suggerisce che la talpa sia proprio all’interno dello stesso, così come temono gli Stati Uniti.
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Il ruolo della Nato e degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina
Il primo leak di documenti riguarda l’invasione russa in Ucraina, le cui immagini (5 file) sono state rilasciate su Discord, intorno all’inizio di marzo. Il secondo leak, invece, comprende più di un centinaio di documenti apparsi dapprima su 4chan (una piattaforma anonima di messaggistica) e via via su altri social network, tra cui Telegram. Tutta la documentazione in questione è stata compilata dallo stato maggiore del Pentagono, ma i file provengono da varie agenzie, tra cui il dipartimento di Stato, la Nsa, la Cia e l’intelligence geospaziale.
Il 5 aprile, poi, i documenti hanno iniziato a essere condivisi dai canali Telegram filorussi, riportando tuttavia delle differenze rispetto alle versioni apparse per prime su 4chain. Secondo quanto riportato dall’agenzia investigativa Bellingcat, pare che sia stato modificato il numero di vittime durante il conflitto, al fine di far sembrare le perdite ucraine più consistenti rispetto alla realtà.
La Russia non ha comunque esitato a intervenire, infatti il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato alla Cnn che i documenti provano l’entità del coinvolgimento degli Stati Uniti e della Nato in Ucraina. In proposito, Mick Mulroy, ex alto dirigente del Pentagono ha affermato che:
sembra che si tratti di una fuga di notizie deliberata fatta da qualcuno che desidera danneggiare gli sforzi dell’Ucraina, degli Stati Uniti e della Nato.
Secondo Mosca dietro a questa diffusione ci sono gli ucraini e i loro alleati, anche se i documenti riportano il timbro del Pentagono e dunque erano presumibilmente sconosciuti anche agli ucraini stessi (proprio come la restante parte dei file diffusi era ignota per gli alleati). Kiev, d’altro canto, teme che la fuga di documenti rappresenti il tentativo russo di minare la controffensiva. In ogni caso, Zelensky ha convocato i vertici militari per discutere sulle prossime mosse (anche perché la documentazione secretata riguardava anche i punti deboli della difesa militare ucraina) e prevenire ulteriori fughe di informazione sui piani ucraini.
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