La Germania di Merz si appresta a formare un nuovo Governo: cosa aspettarsi? I mercati guardano alla riforma del freno al debito, considerata cruciale. Il tema, però, resta problematico.
Il voto in Germania ha confermato le attese e ha decretato la vittoria del tandem Cdu/Csu, con l’avanzata senza precedenti dell’estrema destra AfD - anch’essa prevista - che si è attestata a poco più del 20%.
Con preferenze quasi al 30%, lo storico partito conservatore tedesco insieme ai cristiano-democratici si appresta quindi a formare un nuovo Governo. Il compito non sarà facile per il designato cancelliere Merz, poiché per raggiungere una maggioranza stabile dovrà fare ricorso probabilmente al partito dei socialdemocratici di Scholz se viene mantenuto il tacito patto di non includere la destra estrema in un esecutivo. I dubbi, però, sono tutti legati alle potenziali convergenze tematiche dei due partiti, che presentano differenze di vedute su diversi aspetti.
In primis sul dilemma del freno al debito, sancito dalla Costituzione tedesca e sotto accusa da più parti poiché considerato un ostacolo a investimenti e spesa pubblica necessarie per rilanciare un’industria ferma. In pratica, alla Germania è richiesto più debito.
I mercati hanno finora reagito con cauto ottimismo: l’EUR/USD sale vicino a 1,0500 nella sessione europea. La coppia esulta per l’esito elettorale che ha scongiurato virate estremiste e ravvivato le speranze per migliori prospettive economiche e il Dax guadagna in apertura delle contrattazioni.
Il sentiment positivo resta però vulnerabile e diversi dubbi sul futuro della Germania non sono ancora sciolti. Come, per esempio, la questione spesa pubblica e debito, attenzionati dai mercati come non mai.
La Germania di Merz interroga i mercati: cosa aspettarsi?
Le elezioni tedesche più importanti degli ultimi anni stanno aprendo la strada a una svolta verso un aumento della spesa, con i mercati che prevedono la fine di un’era di politica fiscale restrittiva.
Nello scenario migliore, Merz riesce a dar vita a una “grande coalizione” con l’altro partito tradizionale SPD. Secondo diversi analisti, un risultato del genere probabilmente faciliterebbe il percorso verso riforme che potrebbero riavviare l’economia in crisi della Germania e consentire modifiche a un limite costituzionale all’indebitamento, introdotto nel 2009 e noto come freno al debito.
Per Krishna Guha, vicepresidente di Evercore ISI, una coalizione bipartitica con CDU/CSU e SPD e un potenziale sostegno sufficiente da parte di altri partiti per riformare il freno rappresenterebbe “il miglior risultato possibile per l’Europa, l’Ucraina e i mercati finanziari”.
Ciò segnerebbe un cambiamento radicale per la Germania, che da tempo predica la prudenza fiscale. Con gli USA che spingono l’Europa a spendere di più per la difesa e l’industria nazionale che necessita di investimenti, la riforma è sul tavolo.
Anni di sottoinvestimenti, la perdita del gas russo a basso costo e una crisi di lunga data in Cina, un partner commerciale chiave, hanno pesato sulla produzione, spingendo a riflettere su come la Germania possa riaccendere la crescita. Tuttavia, il nodo non è sciolto.
Se, infatti, Merz aveva manifestato apertura alla riforma del “freno al debito” tedesco per finanziare investimenti infrastrutturali, i suoi cristiano-democratici (CDU) avevano ufficialmente mantenuto il loro impegno nei confronti della norma.
Come ricordato dal Financial Times, gli economisti hanno avvertito che senza una modifica al freno al debito o la creazione di uno speciale fondo fuori bilancio, sarà impossibile finanziare decine di miliardi di euro di investimenti extra urgenti nella più grande economia dell’Eurozona. Ciò include denaro per infrastrutture di trasporto e comunicazioni, nonché un budget per la difesa molto più elevato sulla scia dell’invasione dell’Ucraina.
Per il 2025, il nuovo cancelliere potrebbe accettare di sospendere nuovamente il limite sulla base di una situazione di emergenza, forse dovuta alla guerra in Ucraina. Una maggioranza semplice in parlamento sarebbe sufficiente per un simile passo.
Secondo gli esperti di Bloomberg Economics:
“se una riforma del freno al debito non fosse possibile, allora il nuovo cancelliere potrebbe chiedere di nuovo al parlamento di sospendere temporaneamente la norma per consentire una spesa maggiore. Un rischio chiave da tenere d’occhio in uno scenario del genere sarebbe qualsiasi causa legale dinanzi alla Corte costituzionale federale del Paese. Mentre è difficile prevedere come reagirebbe la corte, potrebbe essere più favorevole a consentire una sospensione di emergenza, in particolare date le crescenti sfide geopolitiche.”
Tali sospensioni sono state messe in atto durante la pandemia e la crisi energetica per consentire al governo di distribuire aiuti alle aziende e alle famiglie. Le discussioni fallite su come raggiungere di nuovo l’obiettivo sono state poi la chiave del crollo del governo di Olaf Scholz.
I critici sostengono che la norma, concordata dopo la crisi finanziaria del 2008, ha contribuito a sottoinvestimenti in infrastrutture come strade e tecnologie digitali. È anche accusata di aver giocato un ruolo nella debole performance dell’economia tedesca dopo la pandemia, che è stato un argomento chiave durante la campagna elettorale.
Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha detto questo mese che la sua istituzione presenterà una proposta su come riformare il freno al debito dopo le elezioni, sostenendo che “c’è spazio di manovra”. Anche il Consiglio degli esperti economici del governo ha avanzato idee su cosa dovrebbe essere cambiato.
Questo è solo uno dei nodi che Merz dovrà sciogliere.
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