Sentiamo parlare spesso di tasso di interesse, ma sappiamo cos’è? Ecco una guida semplice per comprenderne significato, definizione e funzionamento.
Spesso si sente parlare di tassi di interesse, ma non sempre si intuisce come funzionano e perché variano così tanto nel corso del tempo e in base a diversi fattori. Di base, i tassi di interesse rappresentano il costo del denaro e definiscono l’importo da pagare in più per aver preso in prestito dei soldi o ciò che si guadagna quando si prestano dei soldi.
Capire cosa sono i tassi e come funziona il meccanismo con cui essi si formano è fondamentale: si tratta, infatti, di un aspetto dell’economia che ci riguarda molto da vicino. Non tutti sanno che i tassi di interesse di un mutuo sono legati ai tassi della BCE o di un’altra banca centrale e che vengono influenzati da differenti dinamiche.
Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Cosa sono i tassi di interesse? Diamo una definizione
La spiegazione semplice dei tassi di interesse è quella, come detto, di costo del denaro.
Si misura in percentuale e indica il costo sostenuto da chi utilizza una somma di denaro per un certo periodo. In pratica, rappresenta quanto costa prendere denaro in prestito e quanto fruttano i tuoi risparmi.
L’esempio di scuola è quello del tasso di interesse di un’operazione di finanziamento: che sia un mutuo ad una famiglia o a un piccolo risparmiatore o che si tratti di un prestito erogato ad un’impresa, per tasso di interesse si intende il costo del denaro concesso in prestito. Tale costo è calcolato come percentuale sul totale della somma erogata a prestito dai soggetti finanziatori che sono prevalentemente le banche.
Qualsiasi operazione di finanziamento ha un costo e questo corrisponde al tasso di interesse. È evidente, dunque, che chi ottiene il finanziamento paga il tasso di interesse al proprio creditore (la banca) e che, specularmente per chi lo riceve, si tratta di un ricavo (per le banche i tassi di interesse sono delle voci di entrata monetaria).
Tassi di interesse: come funzionano e a cosa servono
Ogni strumento finanziario è legato al tasso di interesse e uno strumento che non ha un tasso di interesse come “sottostante”, non è definibile strumento finanziario. Senza tassi di interesse non esisterebbero il credito, il debito, né tantomeno i mercati finanziari.
Quindi, come detto in precedenza, quando si prende un prestito, un mutuo, si parla sempre di tasso di interesse. Stessa cosa quando dei soldi vengono depositati presso una banca, oppure quando compriamo dei titoli di Stato che ci danno un tasso di interesse a scadenza. In sostanza, il denaro (definito “liquidità”) ha un costo. In ogni settore del mercato finanziario (ossia il mercato delle finanze, dei soldi) abbiamo a che fare con dei tassi di interesse, ossia i rendimenti, i quali sono tassi di interesse che solitamente ci vengono riconosciuti dopo aver fatto degli investimenti.
Ogni strumento finanziario possiede un tasso di interesse che lo “rappresenta”: mutui, prestiti, depositi presso le banche, obbligazioni, azioni e altri strumenti finanziari più complessi. Quindi, un tasso di interesse alto sul denaro, rende più costosi i mutui, prestiti, l’acquisto di titoli azionari e obbligazionari e questo ha influenza sui futuri “movimenti” di questi strumenti finanziari. Per fare un esempio, un aumento del tasso di interesse solitamente comporta un aumento del tasso sui mutui. Altro esempio vede come un aumento dei tassi di interesse, l’aumento del costo del denaro, ha influenza sul mercato azionario in quanto si muove meno denaro in quanto più costoso. Ora però, fatta questa infarinatura, andiamo a vedere chi decide come si deve muovere il tasso di interesse e perché.
Perché è così importante il tasso di interesse e quale ruolo hanno le banche centrali
Ciò che è stato detto finora vale per ogni Paese e per ogni economia del mondo, ma è chiaro che questo processo di formazione del prezzo del denaro e della quantità di moneta in circolazione non sia casuale.
Il tasso di interesse è lo strumento principale delle banche centrali per controllare l’inflazione; tanto più è alto e tanto più l’economia raffredda la sua corsa, tanto più è basso e tanto è più conveniente (per l’appunto, meno costoso) far girare denaro e far crescere l’economia e i prezzi.
Il compito di una banca centrale come la BCE è proprio quello di regolare l’inflazione (Inflation Targeting), e tra gli strumenti che servono a controllare l’inflazione abbiamo proprio il tasso di interesse. La Banca Centrale Europea, d’altronde, è l’autorità che gestisce la politica monetaria dei paesi dell’eurozona e, quindi, anche dell’Italia.
E come vengono gestiti i tassi? Secondo il ragionamento descritto precedentemente, possono verificarsi due scenari:
- aumento dei tassi, il costo del denaro sarà maggiore e diminuirà l’offerta di moneta in circolazione (politica monetaria restrittiva);
- diminuzione dei tassi, il costo della moneta sarà minore e l’offerta di moneta aumenterà (politica espansiva).
Sono tre i tassi di interesse che utilizza la BCE per esprimere le decisioni di politica monetaria e che si ripercuotono, poi, direttamente sui tassi che le banche praticano sulle operazioni prestiti e mutui ai risparmiatori:
- tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, ossia gli interessi corrisposti dalle banche quando assumono prestiti dalla BCE per la durata di una settimana;
- tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, cioè gli interessi corrisposti dalle banche quando assumono prestiti dalla BCE overnight;
- tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale sono quelli che le banche percepiscono, o devono versare in caso di tassi di interesse negativi, sui propri depositi overnight presso la BCE.
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