La Corte costituzionale polacca ritiene che le fonti del diritto nazionale vengano prima di quelle europee. Posizione rigettata con forza dalla Commissione Ue che annuncia provvedimenti.
Scontro aperto tra la Commissione europea e la Polonia sul rispetto dello stato di diritto. La polemica nasce da una sentenza della Corte costituzionale polacca che ritiene incompatibili alcuni articoli dei trattati dell’Ue con la Costituzione nazionale. A giudizio della Corte di Varsavia le istituzioni comunitarie prendono iniziative che vanno «oltre l’ambito delle loro competenze».
C’è già chi parla di Polexit facendo riferimento all’ipotesi di un’uscita dall’Unione. Durissima la risposta dei vertici comunitari che ribadiscono la prevalenza del diritto Ue e annunciano che saranno inflessibili. A rischio anche i fondi del Recovery plan per la Polonia pari a 58,7 miliardi di euro: l’Ue non ha ancora dato il via libera al piano di Varsavia.
Da cosa nasce lo scontro tra Ue e Polonia
La sentenza nasce dopo il contenzioso sulla riforma della magistratura voluta dal partito di governo Diritto e Giustizia (Pis) di Jaroslaw Kaczynski. In particolare l’Ue contesta il sistema di disciplina dei giudici che andrebbe contro l’indipendenza del sistema giudiziario e sul tema è già aperta una procedura d’infrazione comunitaria.
Il commissario alla Giustizia Didier Reynders ritiene che solo La Corte di giustizia Ue possa decidere sulla “compatibilità tra la legge Ue e quella nazionale” e ogni decisione dei giudici comunitari è vincolante. Il governo polacco ribadisce il primato del diritto costituzionale sulle altre fonti del diritto ma allo stesso tempo assicura che la permanenza nell’Ue non è in discussione.
La reazione dell’Ue contro la Polonia
Parla di attacco gravissimo la Francia che paventa anche il rischio di un’uscita «de facto» dall’Unione. Dura la reazione della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che ribadisce il primato del diritto europeo e annuncia provvedimenti: «Tutte le sentenze della Corte di Giustizia Ue sono vincolanti e la legge Ue ha il primato sulla legge nazionale”. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli annuncia che l’Ue sarà»totalmente inflessibile".
Scontro Ue-Polonia, le posizioni in Italia
A prendere posizione con la Polonia è in primis la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni secondo cui la “Costituzione voluta, votata e difesa dal popolo italiano viene prima delle norme decise a Bruxelles. Perché si può stare in Europa anche a testa alta, non solo in ginocchio come vorrebbe la sinistra”. Stessa posizione espressa in Francia da Marine Le Pen.
Il segretario del Pd Enrico Letta si schiera sul versante opposto: “La Polonia oggi attacca alle fondamenta la struttura giuridica”, afferma sostenendo che il sovranismo antieuropeo vada «combattuto». Dal governo arriva la reazione del sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola che parla di forte preoccupazione per la sentenza dei giudici polacchi e sottolinea come l’Europa sia «condivisione di sovranità: il diritto dell’Ue ha primazia su quello nazionale».
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