Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si lancia in qualche previsione per l’Italia nel 2023: sia sul fronte della crescita che su quello dell’inflazione.
I primi sei mesi del 2023 saranno difficili, dal punto di vista economico, per l’Italia. Ma poi c’è ottimismo per quello che succederà nei successivi sei mesi dell’anno. La previsione è quella di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Parlando a Radio 24, il numero uno degli industriali tratteggia i possibili scenari per l’economia italiana non nascondendo un cauto ottimismo in vista della seconda parte dell’anno in corso.
Secondo Bonomi “avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltà, nel secondo semestre l’economia dovrebbe riprendere in maniera robusta”. Restano però dei timori, legati soprattutto alla possibile frenata degli investimenti. E proprio per questo motivo Confindustria continua a chiedere al governo di stimolarli il più possibile.
In particolare la speranza è che vengano introdotti strumenti di supporto alle imprese proprio sul fronte degli investimenti, con l’auspicio che il sistema possa diventare sempre più competitivo e puntare a una reale crescita. E non manca, da parte di Bonomi, una previsione su ciò che può succedere sul lato dell’inflazione.
Il rialzo dei tassi per Bonomi
Secondo il presidente di Confindustria il rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea può essere tollerabile e gestibile fino a un massimo del 3%. Questo se, allo stesso tempo, non si verifica però un aumento dei costi dell’energia. Se questo non avvenisse, vorrebbe dire trovarsi di fronte a una discesa dell’inflazione. A giudizio di Bonomi un tasso del 2% di sconto non è un problema e finora la Bce non si è mossa in maniera sbagliata, se non dal punto di vista comunicativo.
Cosa succederà all’inflazione nel 2023
Bonomi presenta anche alcune stime sull’inflazione, che alla fine del 2023 potrebbe attestarsi intorno al 5-6%. Sempre, però, che non ci sia “un ulteriore aumento del prezzo del gas”. Difatti, spiega il presidente di Confindustria, l’inflazione deriva soprattutto dall’aumento del costo delle materie prime, in particolare quelle energetiche. Se questi aumenti dovessero rientrare, come sembra stia succedendo in questi giorni, è probabile che da settembre l’inflazione si possa ridurre in maniera forte. Ma ciò non avverrà prima di agosto.
La riforma delle pensioni per Bonomi
Bonomi, nel pomeriggio, ha parlato anche a Rai Radio 1, soffermandosi soprattutto sulla questione delle pensioni e sul tavolo che si è aperto tra il governo e le parti sociali sulla riforma della legge Fornero. Per Confindustria la strada da seguire è quella di una riforma strutturale: se ci dovesse essere ne saremo “contenti - spiega - e daremo il nostro contributo se ci verrà chiesto”. Bonomi ribadisce, inoltre, la sua contrarietà a interventi temporanei come la quota 100 o la quota 103.
© RIPRODUZIONE RISERVATA