Cosa succede se lasci una bottiglia d’acqua sotto il sole

Alessandro Nuzzo

28 Agosto 2024 - 17:38

Anche se non ci sono rischi immediati, bere acqua da una bottiglia lasciata al sole andrebbe evitato. Ecco perché.

Cosa succede se lasci una bottiglia d’acqua sotto il sole

Nonostante in Italia la qualità dell’acqua potabile che sgorga dal rubinetto sia accettabile con gli acquedotti che vengono periodicamente controllati per evitare rischi, il popolo italiano si conferma grande bevitore di acqua in bottiglia. Si stima che nel nostro paese si consumano circa 8 miliardi di bottiglie di plastica all’anno, ogni persone ne beve 206 litri a testa. Numeri elevatissimi che portano il nostro paese al primo posto in Europa per consumo di acqua in bottiglia e al secondo posto nel mondo, dietro soltanto al Messico dove la qualità dell’acqua del rubinetto è certamente inferiore.

Con un consumo così elevato, anche il giro d’affari per le aziende è incredibile. Il giro d’affari dell’acqua in bottiglia oscilla tra i 7 e i 10 miliardi di euro, facendo fatturare alle sole aziende imbottigliatrici circa 2,8 miliardi di euro. La brutta notizia è che questi trend sono in crescita in tutto il mondo e le previsioni indicano come ogni anno il consumo di acqua in bottiglia cresca del 5% e nel 2027 i litri di acqua consumati saranno 515 miliardi.

Una popolazione vittima di credenze popolari secondo cui l’acqua in bottiglia è più sicura di quella del rubinetto. Ma siamo sicuri che sia effettivamente così? La conservazione dell’acqua in bottiglie di plastica non è proprio salutare, perché micro e nano particelle tendono a finire all’interno dell’acqua stessa e ingeriti dall’uomo. Cosa succede poi se quell’acqua viene conservata a lungo esposta ai raggi solari? Una pratica che spesso accade nei centri logistici prima che le bottiglie finiscano nelle nostre case. Una ricerca ha svelato cosa accade all’acqua in bottiglia dopo l’esposizione al sole.

Ecco cosa succede se lasci una bottiglia d’acqua sotto il sole

I chimici del Guangdong Key Laboratory of Environmental Pollution and Health della Jinan University di Guangzhou, in Cina, hanno analizzato il comportamento dell’acqua in bottiglia dopo l’esposizione ai raggi UVA, che compongono quelli solari, o all’irraggiamento solare diretto. Hanno messo a confronto 6 bottiglie in PET tra le più diffuse sul mercato.

Ciò che hanno scoperto è che tutte le bottiglie di plastica, dopo l’esposizione rilasciano, chi in quantità maggiore e chi minore, decine di composti organici volatili o VOC, tutti appartenenti a varie classi chimiche, tra cui gli alcani, gli alcheni, gli alcidi carbossilici, quelli aromatici, gli alcoli, le aldeidi e gli intermedi delle reazioni.

Le 6 bottiglie hanno rilasciato quantità di VOC da 35 a 19 dopo un giorno di esposizione e dopo 7 giorni di esposizione. C’è stata una grande variabilità tra le bottiglie analizzate ma tutte hanno rilasciato questi composti.

I pericoli per la salute

Ora, secondo gli esperti, si tratta di quantità molto basse che vengono ingerite o inalate appena si apre la bottiglia. Per questo nell’immediato non ci sono pericoli per la salute, ma dovesse questo comportamento reiterarsi nel tempo, l’accumulo di tali composti nell’organismo, può causare problemi. Il pericolo associato all’esposizione al sole delle bottiglie in PET andrebbe segnalato sulle confezioni in modo da invitare i consumatori ad adottare comportamenti idonei alla corretta conservazione ma così non avviene.

Spesso i consumatori non sono consapevoli del rischio, tendono a preferire l’acqua in bottiglia quando quella del rubinetto è nella maggior parte dei casi esente da rischi.

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