Cos’è un token e come funziona

Luca Servadei

20 Giugno 2022 - 15:41

Guida a uno strumento che secondo molti addetti ai lavori rappresenta il futuro: ecco che cosa bisogna sapere sul token.

Cos’è un token e come funziona

Se si parla di new economy e blockchain è indispensabile sapere che cosa è un token e quale è il suo corretto funzionamento. Cerchiamo quindi di capire passo dopo passo in che cosa consiste questo strumento, come utilizzarlo nel migliore dei modi e che cosa lo differenzia dalle criptovalute.

Cos’è un token di criptovalute?

Partiamo quindi dall’inizio. Il token racchiude le informazioni digitali che, nell’ambito di una blockchain preesistente, conferiscono a un determinato soggetto alcuni specifici diritti. Ma che cosa significa tutto questo? Per capirlo bisogna sapere che ogni criptovaluta si basa su un registro delle transazioni, dove si memorizzano tutte le operazioni di compravendita. Importante è quindi capire che cosa concretamente «si sposta» in ogni transazione.

Proprio qui ci viene incontro il concetto di token. Si tratta infatti di ogni singola frazione di criptovaluta al centro delle transazioni degli operatori. Per utilizzare un termine più comune nella nostra lingua di tutti i giorni, potremmo definirlo «un gettone». Ogni scambio, come detto, finisce nel registro della blockchain di riferimento. Che però, come detto, non deve essere costruita ad hoc ma deve appartenere alla piattaforma della criptovaluta che si sta trattando.

Token e criptovalute: quali differenze?

Sembra quindi che il token e la criptovaluta abbiano le stesse caratteristiche. O, addirittura, siano la stessa cosa. La realtà però è che non è affatto così. Per quanto siano accomunati da sicurezza e trasferibilità non censurabile, i primi sono dei «gettoni» privi di una propria blockchain. Questo significa che non nascono all’interno di una loro blockchain di riferimento, e sono di fatto il gemello digitale di un bene reale. Esistente, quindi, anche all’esterno del sistema della criptovaluta. E in più «non minabile».

Altra differenza fondamentale sta nel fatto che emettere criptovalute è una missione decisamente complicata. Discorso completamente diverso per il token, proprio per il fatto che quest’ultimo non è riconducibile a una propria specifica blockchain. Nella sostanza è sufficiente compilare uno smart contract sulla mainnet di un’altra coin (come Ethereum). Non servono quindi nuovi protocolli, mainnet originali e sistemi operativi di grande potenza per far partire le proprie operazioni.

Come funziona il token

Va da sé quindi che, rispetto a ogni criptovaluta, lo strumento del token è estremamente più agile, accessibile e anche efficace. Per questo motivo tanti addetti ai lavori lo ritengono lo strumento su cui si baserà la blockchain del futuro. Un futuro in cui, potenzialmente, l’intera economia potrebbe basarsi su registrazioni pubbliche e archiviazioni dei valori «tokenizzate» al 100%. I settori che al momento stanno provando a muoversi in tal senso, anticipando i tempi, sono la compravendita di opere d’arte, lo sport e soprattutto l’immobiliare. Oltre che, ovviamente, la Borsa con gli «stock exchange».

Questo perché il token non sfrutta un proprio registro, ma quello di un’altra coin. È il caso per esempio di Ethereum, che permette di emetterne tramite gli smart contract e di registrarli sulla blockchain che la piattaforma mette a disposizione, senza il vincolo di costruirne una propria. E soprattutto evitando il complicatissimo processo del mining.

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