Sugli effetti dell’indotto una ricerca Nomisma valuta l’impatto sociale e ambientale del superbonus 110%. L’investimento avrà un ritorno economico triplicato. Generato oltre il 7% del Pil.
Nel dibattito in corso sui costi del superbonus entra uno studio di Nomisma, secondo il quale i 38,7 miliardi di euro investiti dallo Stato fino a ora, a titolo di copertura dei lavori già conclusi o in via di conclusione, hanno generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro, parliamo del 7,5% del Prodotto Interno Lordo del Paese.
Vale a dire che ogni euro speso dallo Stato per il Superbonus genera un valore economico di oltre tre euro. Per ogni beneficiario, inoltre, Nomisma prevede che l’investimento statale consentirà di generare un risparmio annuo medio in bolletta di ben 500 euro.
La ricerca di Nomisma e commissionata da Ance-Emilia ha focalizzato la sua attenzione sull’impatto che la misura ha avuto sul piano sociale e ambientale.
I numeri emersi permettono di promuovere il superbonus. La norma non è perfetta certo, ha subito nei suoi soli due anni di vita moltissimi interventi, ma sembra abbia fatto emergere una domanda strutturale che andrà a beneficio di tutti, anche delle generazioni future che potranno godere di immobili riqualificati, dalla vita più lunga ed ecologica.
Vediamo nello specifico alcuni dati della ricerca e le valutazioni dell’Associazione in merito ai benefici e costi del superbonus 110%.
Superbonus, sì o no: gli aspetti tecnici ed economici
Che piaccia o meno, la misura fiscale del superbonus esige considerazione sia per gli aspetti di natura tecnica che per quelli economici.
La fonte Enea, che monitora le asseverazioni e ogni mese, a fine giugno rilevava 147mila cantieri conclusi, di cui 20mila condomini.
Su queste operazioni sono maturate detrazioni per 27,4 miliardi. Se però si considerano i cantieri per cui sono state presentate asseverazioni a stato avanzamento lavori si arriva a un impegno di spesa di 38,7 miliardi, ben 5,4 in più di quanto originariamente previsto.
E di qui alla fine dell’anno la stima di Nomisma è che saranno attivati oltre 63mila cantieri, sempre però che si sblocchino le cessioni del credito.
Dal punto di vista dei costi fiscali ed economici, nemmeno gli osservatori più critici del superbonus hanno mai affermato che tutta la spesa sostenuta dallo Stato sia a fondo perduto: appare evidente il forte introito fiscale derivante dalle tasse che pagano imprese, professionisti e dipendenti coinvolti direttamente o indirettamente nei lavori.
Lo studio di Nomisma cita una stima della Luiss effettuata a febbraio 2022 secondo la quale una spesa di 8,75 miliardi per il Superbonus avrebbe generato 16,6 miliardi di valore aggiunto nel triennio, altri 13,7 negli anni successivi; calcolando gli introiti dell’Erario il bilancio risulterebbe negativo per lo Stato per 811 milioni di euro, quindi meno del 10% della spesa.
I dati Nomisma sugli effetti del superbonus
L’Istituto di ricerca Nomisma ha rilevato, come detto, che 38,7 miliardi di euro di spesa in superbonus (quelle generate fino a giugno 2022) generano 124,8 miliardi di euro. A questo risultato si è giunti sommando i valori di:
- 56,1 miliardi come effetto diretto: la spesa aggiuntiva in Superbonus genera una produzione nel settore delle costruzioni e in tutti i settori che devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi necessari al processo produttivo;
- 25,3 miliardi come effetto indiretto: ogni settore attivato direttamente ne attiva altri in modo indiretto;
- 43,4 miliardi come effetto indotto: le produzioni dirette e indirette remunerano il fattore lavoro con redditi che alimentano una spesa in consumi finali che a sua volte richiede maggiori produzioni.
C’è dunque una catena degli effetti: la spesa aggiuntiva derivante dal superbonus genera una produzione nel settore stesso e anche in tutti quelli che devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi necessari al processo produttivo.
A questi si aggiungono 25,3 miliardi di euro generati dalla catena di azioni e reazioni indotte dalla produzione del prodotto costruzioni. In ultimo, le produzioni dirette e indirette remunerano il fattore lavoro, con redditi che alimentano una spesa in consumi finali che richiede maggiori produzioni.
L’impatto ambientale generato dalla misura del superbonus
Come sappiamo, il superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: i vantaggi generati dall’investimento immobiliare, da parte dei beneficiari del superbonus, rispetto al nuovo è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi.
Lo studio assegna a ogni beneficiario del bonus un risparmio medio annuo di 500 euro in bolletta, grazie alle migliorie che l’abitazione ha ottenuto dopo gli interventi edilizi.
A proposito di benefici ambientali si rileva che il settore delle costruzioni è uno dei maggiori produttori globali di CO2, responsabile di circa un terzo delle emissioni globali.
Il superbonus ha consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2 emesse, con un risparmio del 46,4% e tre salti di classe energetica.
Inoltre, la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi. Sono stati difatti immessi in consumo ben 106 milioni di kilowatt annui di energie rinnovabili, con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione
Il valore sociale: gli effetti del superbonus sull’occupazione
L’analisi di Nomisma ha evidenziato un sostenuto valore sociale generato dal superbonus 110%.
I 38,7 miliardi di euro in superbonus hanno comportato nel settore delle costruzioni un aumento di occupati pari a:
- 410mila nel settore delle costruzioni;
- 224mila nei settori collegati.
Un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni, dunque, per un totale di 634mila occupati. Va detto, che probabilmente proprio il motivo occupazionale ha motivato la misura del superbonus lanciato due anni fa con il nostro Paese, allora totalmente bloccato. Resta comunque, nell’ambito lavoro, l’interrogativo su cosa accadrà ai nuovi occupati quando le agevolazioni nella misura attuale finiranno.
I benefici per le famiglie derivati dal Superbonus
Per quanto riguarda le famiglie, nonostante alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti medio-alti, ci sono ben 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) che, grazie al superbonus, hanno avuto l’occasione di effettuare i lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero e hanno potuto risparmiare 40mila euro per unità abitativa, rispetto a chi ha scelto di acquistare un immobile nuovo.
Si segnala inoltre che la riqualificazione effettuata a oggi sui 147.242 cantieri conclusi ha consentito un incremento del valore immobiliare di almeno 4,8 miliardi, nell’ipotesi in cui tutte le unità immobiliari riqualificate partissero dalle classi energetiche inferiori.
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