Il costo del cibo importato raggiunge il record: è crisi alimentare

Violetta Silvestri

09/06/2022

Le importazioni di cibo nel mondo hanno toccato costi da record, traducendo la possibilità di una crisi alimentare in una realtà. L’inflazione alimentare è massima, ampliando la platea dei poveri.

Il costo del cibo importato raggiunge il record: è crisi alimentare

Il conto globale delle importazioni di cibo dovrebbe raggiungere un nuovo record nel 2022, ma l’aumento dei prezzi significa che gli acquirenti non riusciranno a comprare più beni.

La crisi alimentare è davvero arrivata, con l’inflazione che sta aggravando l’impennata del costo della vita nei Paesi sviluppati e aggravando la fame in quelli più poveri, già in difficoltà.

Un indice Fao dei prezzi alimentari ha raggiunto il record all’inizio di quest’anno, poiché l’invasione russa dell’Ucraina ha ridotto le spedizioni da uno dei maggiori fornitori mondiali di oli vegetali e cereali, ma anche di fertilizzanti per l’agricoltura.

L’allarme, quindi, è duplice: costi ai massimi per comprare cibo e quantità minori acquistate. Così la fame non può che allargare le maglie della povertà.

Importare cibo costa sempre di più: c’è il record

Le importazioni alimentari dovrebbero raggiungere un costo totale di 1.800 miliardi di dollari quest’anno, superando il massimo storico stabilito lo scorso anno di 51 miliardi di dollari, ha affermato giovedì l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

L’aumento dei costi alimentari sta già mettendo a dura prova le aree vulnerabili e il rapporto Fao ha mostrato una differenza netta tra le diete delle nazioni ricche e povere a causa dei prezzi alle stelle.

I Paesi sviluppati stanno ancora introducendo tutte le varietà di cibo, mentre le regioni emergenti dovranno evitare sempre più prodotti di alto valore come carne, semi oleosi e bevande per concentrarsi sui prodotti di base, riducendo la diversità e la qualità nutritive.

Si tratta di segnali allarmanti dal punto di vista della sicurezza alimentare, che indicano che gli importatori avranno difficoltà a finanziare l’aumento dei costi internazionali, afferma il rapporto, sottolineando:

“L’anno 2022 potrebbe inaugurare un’era di minore resilienza a prezzi alimentari più elevati, in particolare da parte delle regioni più povere del mondo in via di sviluppo”

La maggior parte dell’aumento di quasi il 3% del conto delle importazioni globali è dovuto al balzo dei costi e non al fatto che il mondo stia acquistando più cibo, ha affermato la Fao. Quest’anno gli acquisti alimentari da parte delle nazioni meno sviluppate diminuiranno di 2,4 miliardi di dollari.

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