Covid: il badante si contagia, risarcimento milionario richiesto al datore di lavoro

Simone Micocci

25 Maggio 2022 - 19:08

Il datore di lavoro si contagia, dopo qualche giorno anche il badante che muore a causa delle complicazioni da Covid. La famiglia della vittima chiede un maxi risarcimento: più di 1 milione di danni.

Covid: il badante si contagia, risarcimento milionario richiesto al datore di lavoro

Avrà il via domani, giovedì 26 maggio, il processo che vede contrapposti i familiari di un badante di origine romena morto a causa delle complicazioni da Covid e il suo datore di lavoro.

Un processo dal notevole risvolto mediatico, se non altro perché i familiari del badante deceduto pretendono un rimborso milionario dal datore di lavoro in quanto, secondo loro, sarebbe stato questo a trasmettere il contagio.

D’altronde, nel periodo del Covid colf e badanti si sono spesso chiesti cosa fare se il datore di lavoro si contagia, nonché quali sono le tutele per chi presta servizio in ambito domestico. E sono stati frequenti i casi in cui colf e badanti si sono dimessi per paura di essere contagiati da un datore di lavoro poco attento alle norme anti Covid.

Una risposta a queste domande potrebbe arrivare dal processo che si terrà al Tribunale di Ravenna davanti al giudice del lavoro Dario Bernardi, il quale dovrà fare chiarezza sulla sorprendere richiesta avanzata dai familiari del badante deceduto a causa del Covid.

Maxi risarcimento per il badante morto per Covid: la vicenda

Era stato assunto nel gennaio 2021, con contratto domestico con orario part-time da 25 ore, il badante di questa triste storia. 68 anni, di origine romena, questo dopo un periodo di ferie durato dal 23 al 28 agosto ritorna a prestare servizio dal proprio datore di lavoro, il quale tuttavia pochi giorni dopo scopre di essere positivo al Covid.

Il tampone positivo viene effettuato in data 1° settembre 2021, ma nessuna complicazione particolare. Probabilmente anche per merito del vaccino, al quale invece non si era sottoposto il badante che pochi giorni dopo, il 3 settembre per l’esattezza, risultava anch’esso positivo.

A differenza del suo datore di lavoro, il badante presenta subito forti sintomi: febbre alta, difficoltà a respirare. Tuttavia, solamente qualche giorno dopo - come raccontato dai figli del datore di lavoro - questo ha accettato di farsi visitare dai medici dell’Usca i quali, dopo essersi resi conto della gravità della situazione, hanno deciso di portalo in Pronto soccorso.

Tuttavia la situazione ha continuato a degenerare, tanto da morire qualche giorno dopo.

I familiari del badante fanno causa al datore di lavoro

L’anziano datore di lavoro di 83 anni, sarebbe, secondo i familiari della vittima, colpevole per la morte del badante in quanto sarebbe stato questo a trasmettergli il Covid.

Da qui la citazione a giudizio, che oltre all’anziano riguarda anche la sua compagnia assicurativa e l’Inail.

A fare notizia non è solamente il motivo per cui si chiede il risarcimento, per danni patrimoniali e non, ma anche la cifra indicata: 1 milione e 200 mila euro per l’esattezza.

C’è curiosità di vedere come deciderà il giudice, il quale oltre ad accertare il nesso di causalità tra il rapporto di lavoro e il contagio dovrà anche valutare se effettivamente sussistono le condizioni per riconoscere un tale risarcimento.

La difesa della famiglia del datore di lavoro

La famiglia del datore di lavoro si difende: come si legge anche nella memoria difensiva della compagnia assicurativa, infatti, è impossibile accertare il suddetto nesso di causalità. Come si può essere sicuri che sia stato il datore di lavoro a contagiare il badante? E anche fosse, come avrebbe potuto evitarlo se non mettendo in atto le norme anti contagio indicate dal ministero della Salute? Dubbi leciti, tant’è che la decisione del giudice sembra essere già indirizzata; ma non si escludono sorprese.

Inoltre, secondo la famiglia del datore di lavoro sarebbe stato proprio il badante, non vaccinato, a non volere l’intervento del medico nei primi giorni di contagio, dichiarando che “si sentiva forte e in buona salute e che il Covid non gli faceva paura”. Inoltre, sempre secondo quanto raccontato dalla famiglia del datore di lavoro a cui è stato richiesto il risarcimento, il badante nei primi giorni avrebbe preferito curarsi con metodi alternativi, ossia ricorrendo a infusi e antipiretici.

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