Covid, l’allarme degli esperti: ecco quali sono i pericoli nel sottovalutare la pandemia

Chiara Esposito

02/06/2022

Alcuni Stati stanno sottovalutando Omicron, ma i rischi a cui si va incontro giocando col fuoco sono ancora considerevoli.

Covid, l’allarme degli esperti: ecco quali sono i pericoli nel sottovalutare la pandemia

Il Guardian ha posto l’accento sui rischi che molti Paesi, gli Stati Uniti per primi, corrono sottovalutando Omicron e in generale la potenzialità ancora elevata del Covid-19 di condizionare ancora la vita civile.

Smettere da un giorno all’altro di prestare attenzione alle norme che fino a oggi ci hanno aiutato a uscire dalla fase critica è deleterio, lo certificano gli esperti statunitensi ma anche il professor Roberto Cauda, direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli, revisore dei parametri Covid del governo e consigliere scientifico dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).

Agire con leggerezza, nonostante l’impressione generale che il peggio sia passato, non aiuta a prevenire la formazioni di nuove varianti e il relativo picco delle reinfezioni. Passiamo in rassegna le origini dei rischi a cui in varie realtà globali si stanno esponendo.

Tutte le lacune del sistema

Seppur il contesto italiano sia in larga parte diverso e non possiamo modellizzare in assoluto le difficoltà statunitensi, i punti deboli di Washington e degli Stati federali dovrebbero e potrebbero far riflettere anche oltreoceano.

In particolare il Guardian, per fare il punto della situazione, ha interpellato Denis Nash, illustre professore di epidemiologia presso la City University of New York School of Public Health.

Gli studi più recenti del professore sull’andamento pandemico newyorkese hanno infatti rivelato varie falle nel sistema di monitoraggio di tutti gli States. Solo nella Grande Mela «sembrerebbe che i conteggi ufficiali dei casi stiano sottostimando il vero carico dell’infezione di circa 30 volte, il che è un’enorme sorpresa».

Il primo problema sono quindi le lacune nel conteggio dei casi. A detta del docente infatti i newyorkesi hanno probabilmente un migliore accesso ai test rispetto alla maggior parte del Paese, il che significa che la sottostima globale potrebbe essere anche peggiore altrove:

“È molto preoccupante. Per me, significa che la nostra capacità di capire davvero e anticipare il virus è minata".

Tra le ragioni di questa mancanza di tracciamento c’è anche, così come c’è in Italia, un «enorme disincentivo» per molte persone a sottoporsi al test Covid. A certificare il fenomeno è Lara Jirmanus, medico di famiglia e istruttore clinico presso la Harvard Medical School. Secondo Jirmanus, che denuncia l’effetto deleterio di un’incessante «campagna di estrema rassicurazione» proveniente dal comparto scettico dei media americani. In tanti sono convinti che il virus sia lieve e che non avrà conseguenze sulla loro vita, ma questo è un azzardo. L’insorgere di sintomi lievi viene spesso minimizzata e la malattia in forma non grave scambiata per altre reazioni. Ma non basta rimanere a casa dal lavoro e dalla scuola, occorre verificare tramite test e lasciarne traccia per autorità competenti. Le segnalazioni sono fondamentali perché, come in realtà abbiamo visto dal 2020 a questa parte, ci sono molteplici tipi di risposte al virus e, in più, controllare che chi sia positivo rimanga in quarantena eviterebbe diffusioni ulteriori. In breve senza dati validi sulla reale portata del Covid è più difficile proteggersi e prevenirne nuovi picchi.

C’è infine un aspetto che con grande probabilità influenzerà in negativo l’insorgere di nuove varianti: l’estate. A parlarne è il professor Cauda alla Stampa.it:

«Anche se è più che probabile che SARS-CoV-2 continuerà a circolare anche nei prossimi mesi, certamente ci sono tutte le condizioni perché la prossima estate possa essere sicura e non molto dissimile da quella pre-pandemia. Questo a patto che ciascuno di noi la viva in modo responsabile, conscio che ancora non siamo fuori dalla pandemia e che per questo è importante, indipendentemente dagli obblighi di legge, continuare a mantenere alta la guardia specie in situazioni di rischio, come la permanenza in luoghi chiusi e affollati, nei mezzi pubblici».

Più gli individui si espongono a situazioni ad alto rischio di contagio, più la trasmissione rischia di generale mutazioni. Quando poi gli obblighi decadono il problema si fa maggiore poiché il rischio è giungere incautamente a un «liberi tutti». Il Covid in realtà non dovrebbe di nuovo sconvolgere le nostre vite, ma una forma di cautela va sempre mantenuta.

Sottovalutare la pandemia nutre nuove varianti

Sempre un’intervista alla Stampa il professor Cauda ha esordito così:

«In alcuni paesi, Stati Uniti, Cina, Portogallo e Spagna, c’è un incremento di casi che può essere dovuto, in parte, all’ingresso più tardivo in questi paesi della variante Omicron e, nel caso degli Usa, alla sottovariante BA2.12.1.».

Questo ci fa capire come il rischio concreto non sia un pericolo di semplice infezione ma di proliferazione di nuove variabili potenzialmente meno controllabili che a catena potrebbero continuare ad alimentare la curva globale.

A quel punto poi un altro fattore di rischio sarebbero le reinfezioni poiché secondo Nash «non siamo a un punto in cui possiamo affermare con sicurezza che ciascuno di questi nuovi picchi di varianti non si tradurrà in un’ondata di morti».

In altre parole, afferma sempre il docente:

«Decidere semplicemente che è perfetto per tutti essere infettati tre o quattro volte l’anno in futuro da un nuovo virus i cui effetti non comprendiamo appieno è un’enorme, enorme scommessa. Semplicemente non sappiamo cosa potrebbe portare il Covid in futuro... stiamo giocando con il fuoco».

Il clima di stanchezza e l’atteggiamento d’insofferenza diffusa verso le rigide restrizioni che in questi due anni si sono frapposte fra la libertà individuale e la salute e la sicurezza pubblica non sono fenomeni su cui poter chiudere un occhio. Diffondere consapevolezza sulla difficoltà di continuare il percorso verso la normalità senza intoppi e brusche frenate è più che mai necessario.

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