In Italia l’impennata di contagi continua e dai medici di famiglia arriva l’allarme: «I sintomi sono diversi da Omicron, sembra una nuova variante». Ecco quali sono.
In Italia il virus ha ripreso la sua corsa. Nel bollettino di ieri, giovedì 7 aprile, i nuovi positivi nelle 24 ore sono stati 69.596. Le vittime sono 150. Crescono leggermente i ricoveri in terapia intensiva. L’impennata di contagi, dunque, non accenna a placarsi trainati da Omicron e dalla sottovariante Omicron 2.
Ma non solo. Negli ultimi giorni, i medici di medicina generale hanno iniziato a rilevare nuovi sintomi diversi da quelli emersi finora con Omicron. Torna la mancanza di gusto e olfatto (caratteristica della variante Delta). Ma sono anche altri i campanelli d’allarme che impensieriscono i sanitari e fanno pensare addirittura a un’altra variante: «Non sembra più Omicron». E in Italia viene isolata per la prima volta la variante Xj. Entriamo nel dettaglio.
Omicron, allerta nuovi sintomi: «Sembra un’altra variante»
Mancanza di gusto e olfatto, vertigini, problemi gastrointestinali e pazienti che si contagiano per la terza volta. Sono questi i nuovi campanelli d’allarme segnalati dagli esperti relativi alle ultime infezioni da Covid-19.
Sintomi «inediti» che impensieriscono i medici. Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di famiglia, ha spiegato: «Nelle ultime settimane stiamo riscontrando caratteristiche un po’ diverse da quelle delle ondate precedenti. La febbre è sempre presente ma negli ultimi casi osservati è più alta e dura almeno un paio di giorni. Sembra che alcuni sintomi abbiano guadagnato intensità, come quelli gastrointestinali e il mal di testa».
I nuovi sintomi fanno addirittura pensare a una variante che sia diversa da Omicron e Omicron 2 (dominanti in Italia). In un’intervista a Repubblica, Marco Trifogli, medico di famiglia a Colleferro, ha spiegato: «Da una decina di giorni abbiamo cominciato a vedere pazienti con sintomi che non sono assolutamente quelli tipici di Omicron, ad esempio la mancanza di gusto e olfatto, che ci fanno pensare a un ritorno di Delta. Ma anche novità, come le vertigini associate alla positività. Mai viste prima. Inoltre sono arrivati i primi casi di tripla infezione, su persone che hanno ricevuto tutte e tre le dosi di vaccino».
Secondo gli esperti, dunque, oltre a Omicron ci sarebbero in circolazione altre varianti. Su Repubblica, Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico, ha aggiunto: «L’errore di fondo è pensare che ormai circoli solo Omicron. Se così fosse, sarebbe impossibile spiegare il perché delle morti che si continuano a registrare, dato che Omicron provoca sintomi lievi. Abbiamo appena pubblicato uno studio su un paziente colpito da Alfa. Sì, proprio la ’vecchia’ Alfa, ovvero la variante inglese, dietro alla seconda ondata che tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 ha messo a dura prova la tenuta del sistema sanitario».
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Allarme sequenziamento dei nuovi casi Covid
Secondo Ciccozzi, il vero problema resta il sequenziamento. «Se vogliamo davvero anticipare le mosse del virus - continua Ciccozzi - dobbiamo fare come l’Inghilterra, bisogna attivare una vera e propria macchina, che in modo sistematico sia capace di raccogliere le segnalazioni dal territorio e analizzarle».
Conclude il medico di famiglia Trifogli: «Richiedere il sequenziamento per un tampone è praticamente impossibile. E così, anche i casi anomali rimangono nel limbo». E il rischio è poi che sia troppo tardi.
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