Criptovalute: come investire in periodi di bear market

Kris Vandelli

23 Maggio 2022 - 15:16

Il recente crollo sta trascinando i prezzi delle criptovalute a livelli interessanti; ma quali sono le più promettenti?

Criptovalute: come investire in periodi di bear market

Tempi duri per il mercato delle criptovalute che, ormai da alcuni mesi, mostra tutti i sintomi di un bear market.
Ma per ogni investitore che piange profitti perduti, ce n’è un altro in fermento per la possibilità di comprare in saldo.

Questo ribasso generalizzato potrebbe creare ottime occasioni d’acquisto; per questo motivo abbiamo analizzato la situazione attuale alla ricerca di quelli che potrebbero essere spiragli di luce futuri.

L’arrivo del bear market

Dopo l’incredibile bull run del 2020, in cui abbiamo potuto vedere il valore unitario del Bitcoin (“BTC”) passare da 4.000 a 40.000 dollari, il 2022 rimette tutto in discussione, facendo riemergere dubbi sull’affidabilità delle criptovalute. Da inizio anno, la madre di tutte le valute digitali, ha perso il 46%.

Già nel 2021 abbiamo potuto notare alcuni segni di debolezza, ma c’erano diverse alternative su cui concentrare l’attenzione: molte Altcoin hanno regalato rendimenti a doppia, se non tripla, cifra rendendo meno evidente il rallentamento di BTC che, al contrario, è lentamente entrato in un deciso Bear Market, cogliendo così molti alla sprovvista.

I sintomi da bear market

Nonostante i limiti delle sue funzionalità, il semplice fatto di essere nato per primo ha reso il Bitcoin fondamentale negli anni, facendogli guadagnare un ruolo di primaria importanza, quello che potremmo definire di “bene rifugio” del mondo digitale.

Proprio per questo motivo, uno degli indicatori più osservati nel settore, è la “Dominance”, cioè la quota di mercato detenuta dal Bitcoin rispetto al market cap totale delle criptovalute.

In un mercato bull si ha una situazione di “Risk on”, cioè una propensione al rischio generalizzata più alta che tende a indirizzare i capitali verso progetti disruptive, quindi con alta possibilità di crescita ma con altrettanto livello di rischio. Al contrario, in fasi in cui regna il pessimismo, le cosiddette “Risk off”, la tendenza è quella di spostare i capitali verso qualcosa di meno rischioso e il Bitcoin (all’interno dell’asset class “Criptovalute”) viene visto come tale.

Il Grafico 01 mostra la divisione del Market cap delle prime 15 crypto a Gennaio 2022, agli albori del bear market.

Grafico 01 Grafico 01 Market cap delle criptovalute; Gennaio 2022.

La Dominance di BTC era del circa 40%, con Ethereum al 19%. Le prime 15 monete digitali rappresentavano l’ 82,47% della capitalizzazione e il restante 17,53% era distribuito in quasi altre 9000 criptovalute. A inizio anno emergeva Solana, da poco in top ten, insieme a Luna, in fortissima crescita.

A distanza di 4 mesi la situazione è decisamente diversa: con una Dominance di 6,5 punti percentuali in più ed Ethereum al 20%, il 66,5% dell’intera capitalizzazione è concentrata nelle prime due criptovalute (Grafico 02).

Grafico 02 Grafico 02 Market cap delle criptovalute; Maggio 2022.

È possibile notare anche un ricambio nella top 15: appare infatti Tron (TRX) e sparisce LUNA dopo il de-peg, cioè la perdita del rapporto 1:1 con il dollaro di “Terra” (la sua stablecoin madre).

Anche Solana si è ridimensionata, passando da uno share di mercato di 2,17% a uno di 1,49%.

Ma i dati più significativi sono altri: a Gennaio le prime 15 crypto rappresentavano l’ 82% dell’intera capitalizzazione mentre oggi ne rappresentano il 91%, evidenza di un grande deflusso di capitali dai progetti minori.

Un altro dato molto interessante è la quota totale delle stablecoin, rappresentata dal 7% a inizio anno contro un quasi 12% attuale; le stablecoin sono monete che dovrebbero mantenere un valore nominale costante rispetto (ad esempio) a una valuta Fiat di riferimento come il dollaro. È una sorta di dollarizzazione che serve per mantenere una forma di liquidità all’interno dei portafogli digitali.

Questi due dati insieme caratterizzano bene il sentiment di insicurezza attualmente presente sul mercato.

Il Grafico 03 riassume quanto appena detto:

Grafico 03 Grafico 03 Confronto del Market cap delle criptovalute Gennaio Vs Maggio 2022; divisione per tipologia.

Preso atto del quadro generale rimane solo da capire quali potrebbero essere i progetti più promettenti.

Se guardiamo l’evoluzione degli ultimi due anni di alcune tra le principali criptovalute, possiamo notare l’incredibile rally di Solana con una performance in un solo anno del +11500% (Grafico 04).

Grafico 04 Grafico 04 Rendimenti cumulati delle principali criptovalute da Ottobre 2020.

Solana ha convinto fin da subito, un po’ per la credibilità dei suoi fondatori, un po’ per le prestazioni decisamente superiori a Ethereum.

Ma se da un lato si presentava un buon progetto dall’altro c’era l’ombra della speculazione infatti, in pochissimo tempo, Solana ha generato una bolla da record, sgonfiata successivamente con la perdita dell’ 86% della propria capitalizzazione.

Solana rimane sicuramente un ecosistema molto interessante, ma il suo prezzo potrebbe essere ancora soggetto all’effetto speculativo.

Il problema del bear market è che tutto tende a correlarsi e a seguire l’andamento del Bitcoin: se guardiamo alle principali criptovalute e calcoliamo la correlazione con BTC possiamo notare che in fase bull essa è decisamente più bassa che in fase Bear, passando da una media di 0,48 a una di 0,76 (Grafico 05).

Grafico 05 Grafico 05 Rendimenti cumulati delle principali criptovalute da Ottobre 2020; correlazione media settimanale con Bitcoin per fasi di mercato.

L’alta correlazione in fase bear è un concetto non nuovo nel mondo finanziario e ci costringe a valutare se non sia più conveniente spostare i capitali verso asset che presentino perlomeno più bassa volatilità.

TRON (TRX): l’investimento del 2022?

Durante la nostra analisi è emerso un dettaglio degno di nota che coinvolge TRON DAO, una differente blockchain in competizione con Solana che cerca di puntare anche sul settore gaming ed è costituita da un ecosistema decentralizzato ad alta efficienza e a bassi costi.

Da un punto di vista prettamente tecnico, il dettaglio che ci ha fatto concentrare su questa crypto è stato lo scostamento dell’ultimo periodo dal Bitcoin nonostante la fase Bear (Grafico 06).

Grafico 06 Grafico 06 Rendimenti cumulati da Ottobre 2020; TRON Vs Bitcoin; correlazione settimanale per fasi di mercato.

L’ultimo mese presenta uno slancio positivo in contrapposizione al crollo subito dal suo driver principale.

Il progetto è da sempre molto interessante ma diciamo che non è mai stato particolarmente frizzante a causa dei rallentamenti nel suo sviluppo e delle controversie generate dal suo fondatore, Justin Sun trentenne, cinese, spesso criticato per le sue politiche non del tutto in linea con il concetto di decentralizzazione.

Ultimamente, però, Justin ha promosso TRON in modo articolato, partendo dalla quotazione sul mercato tedesco con un ETN (VanEck TRON ETN “VTRX”) a fine 2021 e arrivando a costituire la propria stablecoin chiamata USDD, lanciata nei primi giorni di Maggio; questo ha portato a un aumento della capitalizzazione di TRX nonostante il mercato a sfavore (Grafico 07).

Grafico 07 Grafico 07 Market cap TRON (TRX) – scala di sinistra - Vs Bitcoin (BTC) – scala di destra.

Come Terra, anche USDD è di tipo algoritmico ed è quindi un potenziale bersaglio per un attacco simile a quello che abbiamo appena visto su Luna; su questo tema ci rassicura il fondatore di TRON dichiarando che la TRON DAO Reserve detiene 10 miliardi di dollari contro l’intera capitalizzazione di USDD che a oggi ammonta a 302 milioni.

Questo significa che al momento dovrebbe essere over-collateralizzata e quindi un eventuale attacco sarebbe facilmente assorbile.

Una fortunata coincidenza quella dell’attacco a Terra, in prossimità del lancio di USDD, dettaglio che Sun sta rigirando a favore di TRON, cercando di attrarre gli sviluppatori della blockchain colpita e puntando così a una migrazione di massa.

Un altro dato interessante è costituito dal “Total Value Locked” (TVL), cioè l’ammontare di liquidità bloccato come collaterale all’interno dei vari protocolli: a oggi TRON ha lo stesso ammontare di Solana in termini di capitale bloccato; inoltre, rispetto alle sue competitor, è riuscita ad attutire la flessione dell’ultimo periodo (Grafico 08).

Grafico 08 Grafico 08 Total Value Locked (TVL) per diverse blockchain.

L’alta correlazione con il Bitcoin nelle fasi Bear di mercato rende le Altcoin particolarmente rischiose e difficilmente diversificabili; in questa fase di mercato sarebbe quindi sensato scegliere investimenti meno rischiosi.

Premesso questo, dalla nostra analisi emerge una dinamica interessante che coinvolge la cryptovaluta TRON (TRX) diventata improvvisamente attrattiva per nuovi capitali: la nascita di USDD in prossimità del crollo di Terra (UST) può essere da un lato svantaggioso a causa della paura generatasi verso le stablecoin algoritmiche, ma dall’altro un’occasione per attrarre gli sviluppatori di Terra verso TRON aumentando così l’offerta dell’ecosistema.

A garanzia di USDD, il fondatore di TRON ha posto una overcollaterizzazione di 10 miliardi di dollari che dovrebbero essere più che sufficienti ad allontanare possibili attacchi.

Inoltre, le azioni di marketing di Sun con APY al 30% fanno sperare bene per il breve termine, ma preoccupano per il lungo, tema che implica un’analisi sulla sostenibilità.

TRON è sicuramente una criptovaluta da tenere sotto osservazione nonostante i rischi che le navigano attorno.

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