Dopo il crac di Ftx e l’annuncio di migliaia di licenziamenti da parte di varie aziende di criptovalute, il mercato delle monete digitali può essere messo in crisi da una tattica di manipolazione.
Non solo il crac di Ftx, le migliaia di licenziamenti annunciati dalle aziende di criptovalute e la profezia della fine di bitcoin e simili dell’economista premio Nobel Paul Krugman, ora arriva anche la minaccia di una manipolazione illegale. A prevedere la possibile mossa, che potrebbe creare un nuovo scossone nel mercato delle valute digitali, è il noto miliardario statunitense Mark Cuban, da anni investitore nelle criptovalute.
Insomma, quanto immaginato da Krugman potrebbe ora essere velocizzato da operazioni di lavaggio che secondo l’imprenditore sarebbero già diffuse. Questo in uno scenario al momento positivo per quanto riguarda il bitcoin, tornato sopra quota 20mila dollari dopo due mesi di discesa.
Dato che potrebbe far pensare a un venir meno del possibile effetto contagio, anche sul sistema bancario, determinato dal crollo di Ftx. Ma di quali operazioni si tratta esattamente? E quali potrebbero essere gli effetti nei prossimi mesi?
Criptovalute, la previsione di Mark Cuban
Per operazione di lavaggio si intende l’acquisto e la rivendita da parte di un trader della sua stessa attività finanziaria per più volte. Si genera così un volume falso, che fa sembrare che ci sia un’elevata domanda per l’attività. Così si possono indurre in errore altri trader, spingendoli a investire denaro nell’asset. Stavolta, però, denaro reale.
Secondo Mark Cuban la scoperta e la rimozione di queste operazioni potrebbe portare a una “implosione del mercato”. Una domanda più elevata, spiega, porta a prezzi più alti e se i trader pensano che l’andamento sia quello possono procedere a vendite di massa, facendo scendere di valore l’asset.
Queste operazioni sono oramai illegali nei mercati finanziari tradizionali da decenni, ma secondo il miliardario sono ancora presenti e difficili da eliminare per le criptovalute. Inoltre per Cuban ci sono decine di milioni di dollari in scambi di token digitali che hanno un utilizzo molto limitato. Il miliardario non vede come questi tipi di asset potrebbero essere convertiti così facilmente in denaro.
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Bitcoin, il 50% degli scambi è gonfiato?
In effetti, come confermato a Cnbc.com da Chen Arad, chief operating officer di Solidus Labs (società di monitoraggio del mercato delle criptovalute), ad esempio il bitcoin viene scambiato su migliaia di piattaforme centralizzate e decentralizzate, regolamentate e non regolamentate. Questo può aprire spazi per i criminali per manipolare il mercato in modi nuovi e sofisticati.
Secondo Forbes circa il 50% degli scambi giornalieri segnalati di bitcoin sono falsi. In un apposito studio, Forbes ha analizzato i dati di quattro società di criptovalute: CoinGecko, Nomics, Messari e CoinMarketCap.
Come proteggersi dalle operazioni di manipolazione
Per individuare il cosiddetto “wash trading”, però, c’è bisogno di una tecnologia specializzata e una profonda competenza tecnica, finanziaria e crittografica. L’industria delle criptovalute, negli ultimi anni, ha fatto molto per tentare di evitare queste pratiche.
Secondo Arad “la maggior parte degli scambi regolamentati ha team di conformità e sorveglianza più grandi rispetto alla finanza tradizionale e guidati da veterani esperti. Sugli scambi che utilizzano la sorveglianza del mercato, il tasso di wash trading è spesso solo una frazione di punto percentuale”.
Insomma, a prescindere da una crisi generale del mercato delle criptovalute, se si investe in piattaforme crittografiche regolamentate che utilizzano la tecnologia di sorveglianza del mercato per rilevare attività di trading sospette, il rischio è fortemente ridotto.
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