Nell’attesa di nuovo Governo il DPCM anti Covid e la suddivisione delle Regioni in colori resterebbe in vigore? A chi spetterebbe l’onere di firmare i decreti? Ecco cosa dice la Costituzione.
Se lo domandano in molti e spesso la questione non trova risposta: che cosa accadrebbe al DPCM del 16 gennaio e all’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza - che settimanalmente suddivide le Regioni in zona gialla, arancione e rossa - nel caso si riuscisse a formare un nuovo Governo?
Nell’eventualità che Mario Draghi accetti l’incarico di Mattarella per formare una nuova squadra, chi si prenderebbe la responsabilità di gestire la pandemia? Quali sarebbero le regole in vigore e che cosa cambierebbe per i cittadini?
Ecco cosa dice la Costituzione.
Cosa succede ai DPCM Covid con nuovo Governo?
Luci e ombre sull’attuale crisi di Governo: con l’avvicinarsi delle scadenze del DPCM 14 gennaio, del divieto di spostamento tra Regioni (15 febbraio) e in vista del prossimo monitoraggio dell’Iss, i cittadini si chiedono: chi si prenderà la responsabilità di gestire l’emergenza Covid-19 dopo la caduta del governo Conte-bis?
Il mandato esplorativo del Presidente della Camera Roberto Fico è fallito e Mattarella ha convocato Mario Draghi al Quirinale per chiedergli di formare un governo istituzionale. I prossimi step sono ancora da definire: Draghi potrebbe formare una nuova squadra di Governo e avere la fiducia, e in quel caso il nuovo governo dovrebbe restare in carica fino a fine mandato (2023); altrimenti ci saranno le elezioni anticipate previste tra 3 mesi.
In attesa del nuovo Governo, comunque, spetterebbe sempre a Giuseppe Conte, in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario, e al ministro della Salute Roberto Speranza la gestione dell’emergenza Covid: sarebbero loro ad adottare provvedimenti normativi tempestivi (come i DPCM o le ordinanze di classificazione delle Regioni) soltanto per il disbrigo degli affari correnti, come la pandemia attuale.
Che ne sarebbe delle normative attuali con l’arrivo di una nuova squadra di Governo? Molti si stanno chiedendo se Decreto-legge e Dpcm 14 gennaio, gli ultimi adottati da Conte, resteranno in vigore anche dopo le sue dimissioni.
Ebbene la risposta è sì, anche se in queste settimane l’ex premier e il ministro Speranza potrebbero adottare - insieme alla vecchia squadra di Governo - nuove regole in vista della scadenza del divieto di spostamento tra Regioni. Per quanto riguarda il nuovo DPCM, invece, occorrerà attendere (probabilmente) il 5 marzo.
A fare chiarezza su ciò che potrà fare il vecchio Governo è la Costituzione stessa, che riporta la possibilità di “svolgere l’ordinaria amministrazione” anche a un governo dimissionario.
Cosa dice la Costituzione?
La Costituzione italiana chiarisce la questione controversa della caduta del Governo e dei possibili effetti sulla pandemia in atto.
In merito alla validità dei Dpcm “possiamo stare tranquilli”, ha spiegato Beniamino Caravita, il vicepresidente dei costituzionalisti italiani, al quotidiano Repubblica. Infatti, il Governo è legittimato ad adottare provvedimenti urgenti anche dopo le dimissioni. “Nell’ordinaria amministrazione, davanti a un’emergenza, non può non rientrare ciò che serve al Paese. Inimmaginabile un vuoto di potere”.
La stessa Costituzione italiana, conferma - all’articolo 77 - la facoltà di “un governo dimissionario di emanare decreti leggi e chiama addirittura le Camere già sciolte a riunirsi entro 5 giorni per approvarlo. Sì - ha confermato quindi Caravita -, anche se Conte dovesse dimettersi potrebbe firmare i Dpcm e il ministro Speranza i decreti che istituiscono le zone gialle, arancioni o rosse ”.
Per i cittadini, quindi, non cambierebbe nulla: resterebbero in vigore le diverse zone (gialla, arancione e rossa) oltre a tutte le norme che sono state approvate fino al 5 marzo 2021. L’avvento di Mario Draghi a Palazzo Chigi e la formazione del nuovo Governo non vanno a impattare sulla pandemia attuale.
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