Crisi Germania, Berlino sta perdendo questa sfida industriale epocale

Violetta Silvestri

01/12/2023

La Germania in crisi mina il suo ambizioso piano della transizione energetica. Ecco come la potenza europea sta perdendo la sfida epocale che mette insieme veicoli elettrici, chip, batterie.

Crisi Germania, Berlino sta perdendo questa sfida industriale epocale

La crisi della Germania, dai contorni economici, politici, finanziari ha acceso i riflettori sullo sviluppo di un settore considerato strategico per la prima potenza europea: quello dei veicoli elettrici.

Il caos esploso nella nazione tedesca con la sentenza a sorpresa della massima corte - che ha bloccato 60 miliardi di risorse - ha stravolto la pianificazione fiscale dell’austera Germania e sollevato dubbi sulla disponibilità dei fondi necessari ad accelerare la transizione energetica, soprattutto nell’ambito delle auto elettriche.

Il Governo del Cancelliere Olaf Scholz aveva stanziato circa 212 miliardi di euro fino al 2027 per progetti che includono stazioni di ricarica, impianti di batterie e fabbriche di semiconduttori. Innovazione e trasformazione green erano quindi due parole chiave, e voci di spesa importanti, negli ambiziosi progetti di rilancio dell’industria tedesca.

Ora, con un buco nel bilancio del prossimo anno pari a 24 miliardi di euro, secondo le ultime indiscrezioni, le promesse del cancelliere sui finanziamenti per progetti essenziali alla trasformazione della più grande economia europea, appaiono vane nelle sedi delle grandi aziende tedesche.

Gli osservatori si aspettano anche che le lotte politiche interne alla coalizione su come risolvere la crisi si protrarranno fino al prossimo anno. In uno scenario così irto di ostacoli, la Germania rischia di perdere la sfida industriale epocale della transizione energetica. Lasciando indietro tutta l’Europa.

La Germania sta già perdendo la sfida dei veicoli elettrici?

Regna l’incertezza tra le aziende della Germania che lavorano su progetti di veicoli elettrici. Un’ombra è improvvisamente calata sui piani di Volvo, Daimler Truck Holding e Traton di Volkswagen per installare 1.700 caricabatterie per veicoli commerciali elettrici in tutta Europa. La loro joint venture, chiamata Milence, prevede di aprire il primo hub di ricarica la prossima settimana nella città olandese di Venlo.

Milence ha rifiutato di dire quando si espanderà in Germania – identificato come il suo più grande mercato potenziale – o quanti siti sta cercando per il Paese. Berlino aveva stanziato circa 1,5 miliardi di euro all’anno a partire dal 2024 per l’installazione di caricabatterie ad alte prestazioni.

“Tutti sperano ancora che venga trovata una soluzione e che le cose possano andare avanti come previsto”, ha detto un portavoce dell’azienda. “Siamo ancora fiduciosi di poter raggiungere i nostri obiettivi: non solo 1.700 in tutta Europa, ma anche quelli tedeschi”.

La svedese Northvolt AB avrebbe dovuto ricevere finanziamenti per un impianto di batterie per veicoli elettrici nel nord della Germania, e Berlino ha anche promesso circa 20 miliardi di euro in aiuti per sostenere la produzione locale di chip. L’obiettivo è di sostenere le forniture per il settore tecnologico del Paese mentre le crescenti tensioni geopolitiche costringono a ripensare le catene di approvvigionamento.

Il denaro è stanziato per progetti tra cui una fabbrica da 10 miliardi di euro guidata dalla Taiwan Semiconductor Manufacturing a Dresda e uno stabilimento di chip Intel da 30 miliardi di euro a Magdeburgo. Si prevede che queste strutture forniranno aziende automobilistiche, tra gli altri clienti.

Con il bilancio da riformulare, però, tutte queste gradi ambizioni rischiano di sfaldarsi.

“Il governo deve presentare il più rapidamente possibile un piano su come plasmerà il futuro della Germania”, ha detto un portavoce della VDA, la principale lobby automobilistica tedesca. “Le aziende dell’industria automobilistica tedesca e i consumatori hanno urgentemente bisogno di chiarezza, sicurezza di pianificazione e condizioni quadro affidabili”.

Il settore dei veicoli elettrici stava già affrontando numerosi problemi in Germania, dai ritardi interni sull’abbandono delle auto a combustione alla domanda inferiore alla media per i primi modelli alimentati a batteria. Volkswagen ha segnalato questa settimana che potrebbe tagliare più personale presso il marchio omonimo, dopo aver già cancellato i turni e licenziato i lavoratori temporanei a causa del calo degli ordini di veicoli elettrici. Fornitori tra cui Michelin e Continental hanno annunciato l’intenzione di chiudere le fabbriche nel Paese.

La Germania è in un limbo. Secondo Claudia Kemfert , professoressa di economia energetica presso l’istituto di ricerca DIW di Berlino, la sentenza bomba della corte, cogliendo il governo apparentemente impreparato, mette la Germania in pericolo di rimanere indietro nella corsa globale alle tecnologie verdi.

“Abbiamo già perso gran parte di questa competizione, e ora corriamo il rischio di perderla anche nell’elettromobilità, nella digitalizzazione e nell’idrogeno verde per l’industria pesante”, ha affermato Kemfert. Un passo indietro davvero dannoso, se si considera che la Germania ha dato il via libera alla transizione energetica 20 anni fa ed è stata leader del mercato globale per molti anni, secondo la professoressa.

La Germania verso il declino

In questo pessimistico scenario per il motore economico tedesco, le analisi sulla crisi della Germania abbondano e mostrano come la nazione, seppure esemplare finora da un punto di vista dei conti pubblici, abbia delle falle rilevanti.

Anni di politica energetica imperfetta, burocrazia e crisi del costo della vita hanno pesato sull’attrattiva della Germania come destinazione ideale per nuovi investimenti, e si prevede che il Paese, insieme all’Italia, registrerà quest’anno la crescita più debole tra le principali nazioni della zona euro.

Il fondo tedesco per il clima e la trasformazione prevede una spesa di circa 212 miliardi di euro fino al 2027 per le famiglie e l’industria, compresi circa 58 miliardi di euro per il prossimo anno che sono ora sospesi. La sentenza e il conseguente caos sono in netto contrasto, per esempio, con l’Inflation Reduction Act del presidente americano Joe Biden, che sta attirando decine di aziende con investimenti senza precedenti nelle tecnologie del futuro. Mentre la Cina è già la dominatrice del settore.

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