La Cina è in crisi per la ragione opposta a quella occidentale: la deflazione. Tutte le economie sviluppate stanno affrontando difficoltà economiche.
Mentre il mondo occidentale sta lentamente portando avanti la sua lotta contro l’inflazione, la Cina sembra avere il problema completamente opposto: la deflazione. I nuovi dati economici di mercoledì hanno rivelato un calo più marcato del previsto nei prezzi al consumo cinesi.
La deflazione è un fenomeno economico in cui i prezzi sono troppo bassi, ostacolando la crescita economica. Insieme ad altre difficoltà economiche, l’economia cinese appare in crisi tanto quanto altre nazioni sviluppate.
Immediatamente dopo la pandemia Covid , i consumatori occidentali si sono precipitati sul mercato mondiale con i loro risparmi di due anni e l’elevata disponibilità a spendere. Ciò ha causato improvvise tendenze inflazionistiche, aggravate da stimoli monetari più forti del solito e dall’aumento dei prezzi dell’energia dovuto all’invasione russa dell’Ucraina.
In Cina, dove le restrizioni alla pandemia sono state completamente revocate solo all’inizio del 2023, sembra che stia accadendo il contrario. I prezzi al consumo sono crollati del 0,3% a luglio, mentre i prezzi alla produzione sono diminuiti del 4,4%.
I mercati temono che la Cina stia entrando nel suo periodo di «generazione perduta», simile a come il Giappone ha ristagnato dopo un periodo di crescita vertiginosa. In Giappone, i prezzi si sono stabilizzati e l’economia ha rallentato, pur rimanendo un importante attore globale geopolitico ed economico.
Altri dicono che il paragone con il Giappone è prematuro. La deflazione della Cina potrebbe essere causata da un forte calo dei prezzi dell’energia con l’aumento delle importazioni di petrolio russo. Dopo che l’Unione Europea ha interrotto le transazioni di mercato con la Russia, il Cremlino è stato costretto a vendere il suo petrolio e gas alla Cina, che può ora acquistarlo a una frazione del prezzo.
Isolazionismo commerciale
Il nocciolo della questione, tuttavia, è che la Cina è sempre più isolata dal commercio occidentale. Le esportazioni sono diminuite del 14,5% e le importazioni del 12,4% a luglio. La produzione industriale è al livello più basso dalla pandemia di Covid e il settore manifatturiero è sempre più debole.
La Cina sta anche affrontando il «fallimento controllato» di Evergrande, il produttore immobiliare fortemente indebitato. Evergrande ha dichiarato un ulteriore debito di $81 miliardi a giugno, segnalando un crollo improvviso.
Questi problemi sono esacerbati dalla guerra commerciale Stati Uniti con la Cina. L’amministrazione Biden sta interrompendo le esportazioni di chip vitali a Pechino, estendendo il divario tecnologico tra le maggiori economie mondiali.
La Cina ha recentemente risposto con restrizioni sui metalli chiave per la produzione di trucioli. I due paesi sembrano condurre una guerra di logoramento economico, e gli Stati Uniti hanno attualmente il sopravvento.
Ma l’isolazionismo cinese potrebbe danneggiare l’Occidente a lungo andare. La Cina è un paese enorme con un’immensa domanda interna e la cooperazione con la Russia potrebbe essenzialmente renderli autodipendenti. Le economie occidentali, d’altra parte, hanno una relazione economica molto profonda con la Cina, la cui fine potrebbe causare il caos finanziario.
In ogni caso, Stati Uniti, Unione Europea e Cina sembrano tutti sull’orlo di una crisi economica. Il futuro appare cupo per l’economia globale.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-08-09 11:45:14. Titolo originale: Global crisis: China’s deflation signals isolation from world markets
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