Crollano le banche a Piazza Affari. Quali conseguenze dalla tassa sugli extraprofitti?

Claudia Cervi

08/08/2023

Intesa, Unicredit, Banco BPM e le altre banche di Piazza Affari perdono tra il 5% e l’8% dopo l’annuncio del governo di una tassa del 40% sugli extra-profitti. Cosa aspettarsi in Borsa?

Crollano le banche a Piazza Affari. Quali conseguenze dalla tassa sugli extraprofitti?

Crollano le banche a Piazza Affari: Intesa segna un calo del 7,40%, BPER Banca dell’8,20%, Banco BPM del 6,80% e Unicredit del 5,80%.

L’approvazione da parte del governo della tassa del 40% sugli extraprofitti ottenuti dalle banche nell’anno 2023 segna una svolta significativa nel contesto economico e finanziario del Paese.

Questa misura, deliberata nella tarda serata di ieri, ha l’obiettivo di destinare i proventi all’assistenza delle famiglie nel pagamento dei mutui e a una riduzione degli oneri fiscali.

Questo annuncio sta già generando un ampio dibattito sulle sue implicazioni per il settore bancario e l’economia nel suo complesso.

Cos’è la tassa sugli extraprofitti (windfall tax)

La tassa sugli extraprofitti (windfall tax) è un’imposta una tantum che riguarda aziende con guadagni eccezionali in situazioni straordinarie. Non è la prima volta che i governi la adottano per incrementare le entrate statali in uno specifico anno, aumentando retroattivamente le tasse per le imprese o settori con profitti inaspettati e imprevedibili.

Il comunicato ufficiale del decreto non è stato ancora diffuso pubblicamente; tuttavia, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, la nuova imposta colpirà al 40% la differenza degli interessi «tra l’esercizio 2021 e 2022 eccedente il 3%», nonché l’eccedenza del 6% maturata tra il 2021 e il 2023. L’imposta avrà un limite massimo pari al 25% del patrimonio netto della banca al termine del bilancio 2022, con scadenza di pagamento entro il 30 giugno 2024, ossia meno di un anno dalla sua introduzione.

Secondo le stime, il governo prevede un introito tra 2 e 3 miliardi di euro da questa tassa. Tuttavia, l’uso previsto di tali fondi non è ancora chiaro: durante una conferenza stampa, Salvini è stato ambiguo in merito. Una possibile destinazione potrebbe essere l’assistenza a coloro che affrontano difficoltà nel pagare le rate dei mutui a tasso variabile a causa dell’incremento dei tassi di interesse. In ogni caso, questa misura rivela un cambio di rotta significativo nell’approccio fiscale, con riflessi che potrebbero estendersi sia nell’ambito bancario che nell’assistenza economica alle famiglie.

Impatto della tassa sugli extraprofitti sul settore bancario

Questa misura rappresenta un passo deciso verso una maggiore equità fiscale e un’impostazione più orientata al sostegno delle famiglie e dell’intera economia.

Fino a questo momento, le banche avevano spesso goduto di margini di profitto considerevoli e l’introduzione di questa tassa indica una chiara volontà da parte del governo di ridistribuire una parte di questi profitti in modo più equo tra i cittadini e le famiglie. Questo segnale di impegno a favore della giustizia sociale è cruciale, soprattutto alla luce dei crescenti dibattiti sulla disparità economica e sull’accesso al credito da parte delle famiglie.

Inoltre, la destinazione dei proventi verso il supporto ai mutui e la riduzione delle tasse evidenzia un approccio proattivo ad alleviare parte del carico finanziario delle famiglie. Questa iniziativa potrebbe contribuire a incrementare la fiducia dei consumatori e a ridurre l’incertezza economica, favorendo potenzialmente una maggiore spesa e un aumento dell’attività economica.

Infine, l’annuncio di questa tassa rappresenta un segnale tangibile di un cambiamento nella politica fiscale e potrebbe avere un impatto significativo sui comportamenti delle banche e degli investitori. Questo potrebbe innescare un’ulteriore analisi e adattamento strategico nel settore bancario, con possibili implicazioni sulla distribuzione dei dividendi, la strutturazione degli affari e le strategie di investimento.

Complessivamente, l’introduzione di questa tassa sugli extraprofitti bancari rappresenta un passo importante verso un quadro economico e fiscale più bilanciato e può avere un effetto a cascata su diverse dinamiche all’interno dell’ecosistema finanziario e oltre.

La reazione delle banche in Borsa

La decisione del governo di introdurre una tassa del 40% sugli extraprofitti ha innescato un calo significativo delle azioni bancarie a Piazza Affari. Intesa ha subito una diminuzione del 7,40%, BPER Banca dell’8,20%, Banco BPM del 6,80% e Unicredit del 5,80%. Il crollo delle banche trascina l’indice Ftse Mib al ribasso del 2,09%.

Questo brusco ribasso riflette l’incertezza che questa tassa potrà generare nel settore bancario. L’intenzione di ridistribuire i profitti in modo più equo e sostenere le famiglie e l’economia solleva interrogativi sulla redditività futura delle banche.

Le banche potrebbero adottare diverse strategie per minimizzare l’effetto negativo della tassa sugli extraprofitti nei loro bilanci:

  1. ridurre o sospendere temporaneamente i dividendi distribuiti agli azionisti al fine di conservare liquidità e coprire parte dell’onere fiscale aggiuntivo generato dalla tassa sugli extraprofitti;
  2. accantonare una porzione maggiore dei loro profitti come riserve in previsione dell’imposta futura. Questo potrebbe mitigare l’effetto immediato della tassa sui bilanci e consentire una maggiore flessibilità finanziaria;
  3. ristrutturare le proprie operazioni e transazioni finanziarie in modo da ridurre l’ammontare degli extraprofitti soggetti all’imposta;
  4. incrementare le attività non soggette alla nuova tassa, cercando di ottimizzare il bilancio attraverso l’espansione di tali settori;
  5. tagliare i costi e migliorare l’efficienza aziendale;
  6. aumentare i tassi di interesse su prestiti e finanziamenti al fine di generare maggiori entrate e bilanciare il taglio dei profitti dovuto all’imposta;
  7. diversificare le fonti di reddito, al fine di ridurre la dipendenza dagli extraprofitti e limitare l’impatto dell’imposta.

Secondo Mediobanca Securities, l’introduzione dell’imposta sugli extraprofitti è stata una mossa inattesa e dall’enorme impatto per le banche italiane, al punto che risulta difficile immaginare un’approvazione senza un’analisi approfondita delle implicazioni.

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