La Russia è in crisi economica: crollano i titoli di Stato, aumentano i tassi d’interesse e falliscono i centri commerciali. Ecco cosa sta accadendo e perché.
La Russia sta affrontando una crisi economica senza precedenti. La causa è una combinazione di fattori che ha portato al crollo dei mercati finanziari, a un aumento dei tassi d’interesse e a una crisi nei centri commerciali. A essere a rischio dunque è la stessa stabilità finanziaria del Paese.
Principale causa della crisi è il conflitto in Ucraina che ha portato a sanzioni economiche da parte dell’Occidente, che a loro volta hanno danneggiato gravemente la stabilità economica russa, spingendo gli investitori a ritirarsi e rendendo il sistema finanziario sempre più isolato.
I segnali di crisi sono evidenti: l’indice dei titoli di Stato russi (RGBI) ha toccato livelli minimi storici e ha portato a un significativo aumento dei costi di finanziamento, rendendo sempre più difficile per il governo ottenere nuovi fondi senza innalzare i tassi d’interesse.
Di fronte a questi livelli record, il settore dei centri commerciali - che rappresenta una parte significativa dell’economia russa - è particolarmente vulnerabile e alcuni centri rischiano addirittura la bancarotta.
Intanto, il Cremlino si affanna a trovare nuovi fondi per sostenere la guerra in Ucraina, con una spesa per la difesa nazionale in aumento. Di seguito tutto quello che serve sapere riguardo la crisi economica russa.
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Russia in crisi economica: centri commerciali sull’orlo del fallimento
Il settore dei centri commerciali in Russia è uno dei più colpiti dalla crisi economica in corso. L’Unione dei centri commerciali russi ha stimato che circa la metà delle strutture commerciali del Paese è in lotta con un debito insostenibile, causato in gran parte dai tassi d’interesse variabili contratti negli ultimi anni.
Questa situazione espone numerosi centri commerciali a un rischio concreto di fallimento. Secondo Marina Malakhatko, direttrice di CORE.XP, almeno 200 centri commerciali potrebbero trovarsi in bancarotta entro il 2025, a meno che non vi sia un’inversione di tendenza nell’economia.
Molti proprietari stanno già valutando la vendita dei loro asset per cercare di rientrare dal debito, ma il mercato immobiliare è in stallo a causa della scarsa domanda e delle difficoltà finanziarie che affliggono anche potenziali acquirenti. Inoltre, la Banca centrale russa, nel tentativo di arginare l’inflazione e mantenere la stabilità economica, ha dovuto alzare i tassi di interesse al 21%, un livello che rende ancor più costoso per le aziende il servizio del debito.
La prospettiva di un’ondata di fallimenti nel settore dei centri commerciali minaccia migliaia di posti di lavoro e potrebbe avere un effetto domino sull’economia, andando a colpire non solo il settore immobiliare, ma anche i fornitori, i lavoratori e l’intero sistema dei consumi.
Crolla l’economia russa: ecco perché e quali sono i rischi
Le radici del crollo economico russo risiedono nella combinazione delle sanzioni economiche imposte dall’Occidente e degli alti costi della guerra in Ucraina.
Le sanzioni, iniziate con l’invasione dell’Ucraina, hanno portato a una riduzione drastica dei flussi commerciali e degli investimenti esteri, isolando la Russia dai principali mercati globali e danneggiando il rublo. L’indice dei titoli di Stato russi (RGBI) è sceso ai livelli più bassi dall’inizio delle sanzioni, segnalando una profonda sfiducia degli investitori nel futuro economico del Paese.
L’aumento dei tassi di interesse è un fattore cruciale che ha aggravato il crollo economico. La Banca centrale russa è stata costretta ad alzare i tassi fino al 21% per fronteggiare la crescente inflazione, ma questo aumento ha avuto un impatto devastante sul settore privato. Ancora, la pressione fiscale, che si è intensificata per finanziare le spese militari del governo, contribuisce ulteriormente a limitare le risorse a disposizione del settore privato e aggrava la crisi nel settore commerciale.
Secondo gli analisti occidentali, in assenza di investimenti esteri, la Russia rischia di entrare in un circolo vizioso: per evitare un collasso finanziario, il governo potrebbe decidere di ridurre la spesa pubblica in settori vitali, aggravando la situazione; inoltre, il crollo del RGBI non solo compromette la stabilità finanziaria della Russia, ma allontana il Paese dai mercati globali, isolandolo ancora di più.
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