Stretto nella morsa di inflazione ai massimi da 40 anni e dell’avvio del processo di normalizzazione delle politiche monetarie, il mercato obbligazionario ha registrato deflussi da record (superiori a quelli del 2008).
Dai picchi registrati a gennaio 2021, il Bloomberg Global Aggregate Index, il termometro dell’andamento del mercato delle obbligazioni governative e societarie, ha perso circa 11 punti percentuali, il calo maggiore dagli anni ‘90 (superiore anche al 10,8% registrato nel corso della crisi finanziaria del 2008).
In termini assoluti, la riduzione è stata pari a 2.600 miliardi di dollari, contro i -2 mila del 2008, la contrazione maggiore mai registrata.
Bloomberg Global Aggregate Index dal 2002. Fonte: Bloomberg
Bond: inflazione e banche centrali dietro la grande fuga
Quello che era già lo spauracchio n.1 dei banchieri centrali, la crescita incontrollata dei prezzi del post-Covid, ha registrato un netto peggioramento a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
La spinta rialzista su tutte le maggiori materie prime ha finito per aggravare in maniera decisiva il contesto inflazionistico.
E qui arriviamo al secondo elemento che sta facendo crollare il mercato obbligazionario: quello della normalizzazione delle politiche monetarie. La sensazione è che l’azione della prima banca centrale del pianeta sia incentrata esclusivamente, anche in vista delle elezioni di Midterm, sul contenimento dei prezzi.
Se dal meeting della Federal Reserve è emersa la volontà di incrementare il costo del denaro per 7 volte nel 2022, la curva dei tassi statunitense sconta 9 rialzi da 25 punti base nel 2022.
Gli operatori si attendono che in almeno uno, ma potrebbe anche essere in entrambi, dei prossimi due meeting della Fed (4 maggio e 15 giugno) assisteremo ad una stretta dello 0,5%. Qualche giorno fa, gli analisi di Morgan Stanley hanno fatto sapere di attendersi una stretta di 50pb sia a maggio che a giugno.
In questo contesto, il timore di un’ulteriore escalation dei prezzi e di un conseguente inasprimento delle condizioni monetarie, sta portando a vendite di titoli obbligazionari (i titoli che saranno emessi nei prossimi mesi avranno probabilmente un rendimento maggiore di quelli che si trovano attualmente in portafoglio).
Il calo dei prezzi dei bond spinge al rialzo i rendimenti, poiché tra prezzo di un titolo ed il suo rendimento esiste una relazione inversa (ad esempio, se pago 98 un bond che mi sarà rimborsato a 100, il rendimento complessivo del titolo cresce).
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