I soci dell’azienda sono chiamati il prossimo 28 febbraio a decidere se intraprendere un percorso di quotazione in un mercato regolamentato
La prima realtà a decidere di sbarcare a Piazza Affari è stata CrowdFundMe, piattaforma tra i leader in Italia nell’equity crowdfunding. Quella creata da Tommaso Baldissera Pacchetti non sembra tuttavia un caso unico.
Nei prossimi mesi un’altra società passata da due round di raccolta di capitale tramite finanziamento collettivo dovrebbe compiere il grande passo e iniziare il suo percorso su AIM Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI: si tratta di CleanB&B.
Il numero di imprese che sta iniziando a valutare e prendere in seria considerazione la quotazione si sta tuttavia allargando. È il caso di Forever Bambù. I soci della società sono chiamati il prossimo 28 febbraio a decidere se intraprendere un percorso di quotazione su un mercato regolamentato. Il primo step per iniziare questo processo sarà il via libera dei soci ai costi da sostenere per l’analisi costi/benefici di un’eventuale quotazione. L’onere fino allo sbarco in Borsa è quantificabile in circa 200mila euro, da dividersi tra tutte le società che andranno a comporre il gruppo.
Indubbiamente non si tratta di un processo che porterà la società a Piazza Affari nel giro di poche settimane. In questo momento Forever Bambù ha chiuso con successo la seconda raccolta di equity crowdfunding sulla piattaforma Opstart. La campagna è terminata in anticipo sulla scandeza naturale del 6 marzo, arrivando al target di 117mila euro. Considerando i 184.850 euro finanziati dai 55 soci che hanno aderito nel secondo semestre 2018 alla prima campagna di equity crowdfunding promossa sulla piattaforma BacktoWork24, le risorse reperite tramite questo canale hanno superato i 300mila euro.
Entrambe le campagne hanno visto protagonista Forever Bambù 8, una delle società che compongono il gruppo specializzato nella creazione di foreste di bambù gigante per uso alimentare e per la trasformazione del legname ottenuto dalle canne dei bambuseti.
Secondo quanto raccolto da Money.it, la volontà di sbarcare in Borsa è legata all’esigenza di migliorare ulteriormente il progetto di Forever Bambù. Nello specifico, nei piani del management vi è quello di fondere in un’unica società tutte le 23 società esistenti del network, al momento suddiviso in 22 aziende agricole e nella holding. Dapprima in una Srl e successivamente in una Spa.
“Abbiamo società più recenti e più longeve ed è molto più strategico essere soci di una società con 61 ettari suddivisi su 4 comparti che di una sola società”, fa sapere il presidente Emanuele Rissone, evidenziando come la scelta è market friendly se si pensa che con la quotazione anche per i soci un’eventuale uscita dal capitale legata a specifiche esigenze sarebbe “più semplice e veloce”.
La quotazione su un mercato regolamentato permetterebbe anche di incrementare la visibilità verso la società, specie a livello internazionale: Forever Bambù rappresenterebbe infatti la prima azienda in Europa quotata a realizzare foreste in bambù gigante, fattore che potrebbe dunque spingere anche alcuni investitori istituzionali attenti alle tematiche ambientali a prendere posizione nel capitale della società italiana.
Il consenso dell’assemblea dei soci in programma il prossimo 28 febbraio sarà dunque il primo passo ufficiale di un percorso che dovrebbe portare a Piazza Affari un’altra realtà cresciuta e sviluppatasi anche grazie alle risorse raccolte con l’equity crowdfunding. A dimostrazione che il veicolo di finanziamento introdotto in Italia nel 2013 rappresenta una via alternativa allo sviluppo del tessuto imprenditoriale del Paese capace di creare valore.
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