Cos’è il cuneo fiscale e come si calcola? Nella guida di seguito vediamo le novità in busta paga nel 2022.
Cuneo fiscale: cos’è e come funziona? E quali sono gli effetti e le novità in busta paga nel 2022?
Si sente spesso parlare di riduzione del cuneo fiscale, ma perché è così importante? Il cuneo fiscale è un indicatore degli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, l’occupazione e il mercato del lavoro.
Si tratta della differenza tra stipendio lordo pagato dalle aziende e importo netto percepito in busta paga dai lavoratori. Questa differenza consiste in imposte dirette, indirette e contributi previdenziali.
In questo articolo cercheremo di spiegarlo in maniera chiara e semplice, analizzando ogni singola componente che comporta un disallineamento tra lordo e netto in busta paga.
Cuneo fiscale: guida al calcolo e novità 2022
Che cos’è il cuneo fiscale?
Il cuneo fiscale è semplicemente la differenza tra il costo totale sostenuto dal datore di lavoro e il netto ricevuto dal lavoratore in busta paga:
Costo totale sostenuto dal datore di lavoro - Netto ricevuto dal lavoratore = Cuneo fiscale
Quindi, quando si parla di una abbassare il cuneo fiscale, si vuole far riferimento a una riduzione della somma delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali e assicurativi) che impattano sul costo del lavoro, sia dalla parte dei datori di lavoro, sia rispetto ai lavoratori.
Come calcolare il cuneo fiscale
Per capire come si calcola il cuneo fiscale bisogna partire dalla definizione di costo totale sostenuto dal datore di lavoro, detto anche costo azienda del lavoratore dipendente. Si tratta del costo complessivo di cui l’azienda si fa carico assumendo un lavoratore dipendente.
Il costo azienda è dato dalla somma delle seguenti componenti:
- netto in busta paga;
- Irpef;
- contributi previdenziali e assicurativi;
- Tfr.
Di conseguenza per capire come si determina il cuneo fiscale, bisogna analizzare singolarmente le singole componenti che compongono il costo azienda.
Taglio del cuneo fiscale e Irpef
L’Irpef è l’imposta sui redditi persone fisiche: all’aumentare dello scaglione di reddito, aumenta anche l’aliquota applicata. Con la legge di Bilancio 2022 si è fatto il primo passo per la riforma fiscale, con il passaggio da cinque a quattro aliquote e scaglioni Irpef.
SCAGLIONI IRPEF 2022 | REDDITO | ALIQUOTE IRPEF 2022 |
---|---|---|
1° scaglione | fino a 15mila euro | 23% |
2° scaglione | da 15.000 a 28mila euro | 25% |
3° scaglione | da 28.000 a 50mila euro | 35% |
4° scaglione | oltre i 50mila euro | 43% |
È compito del datore di lavoro trattenere l’Irpef in busta paga del lavoratore e versala per suo conto all’erario, in qualità di sostituto d’imposta.
I contributi previdenziali e assicurativi
Sul reddito da lavoro dipendente, oltre all’imposta Irpef di cui sopra, grava anche la parte relativa ai contributi previdenziali Inps e ai premi assicurativi Inail, che vengono pagati per assicurare il lavoratore a determinati eventi, come la malattia, gli infortuni, la maternità, la disoccupazione o la pensione.
Le aliquote contributive interessano sia lavoratori che datore di lavoro.
Sono a carico dell’azienda per il 28,98% circa, mentre la rimanente differenza grava sul lavoratore dipendente, che la trova già detratta in busta paga.
È sempre obbligo del datore di lavoro versare sia i contributi a suo carico che quelli a carico del lavoratore.
La scelta della tipologia dei contributi da versare è imposta dalla legge, che stabilisce l’applicabilità o meno di determinate assicurazioni nei diversi settori di attività a seconda dell’inquadramento aziendale.
Il costo del Tfr a carico del datore di lavoro
Rientra tra gli elementi da valutare per determinare il costo di ogni assunzione anche il Tfr.
Il Trattamento di Fine Rapporto è una somma che spetta ai lavoratori dipendenti, siano essi a tempo indeterminato o determinato, in tutti i casi di cessazione del rapporto.
A stabilirlo è il Codice Civile, che nell’articolo 2120 fissa anche le modalità di calcolo del Tfr.
Retribuzione Annua Lorda (Ral)
Ovviamente, per il calcolo del costo aziendale dipendente occorre partire dalla Ral, alla quale aggiungere tutti gli elementi di cui sopra che aumentano il costo a carico del datore di lavoro.
La Ral è la retribuzione annua lorda che l’azienda pattuisce con il dipendente, tenendo sempre in considerazione quanto previsto nei contratti collettivi nazionali di lavoro per quella determinata categoria di dipendenti.
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Riduzione del cuneo fiscale grazie al bonus 100 euro
A luglio 2020 è entrato in vigore il decreto sul taglio del cuneo fiscale, che ha trasformato il bonus Renzi nel cosidetto trattamento integrativo.
In termini pratici, il decreto sul cuneo fiscale si è tradotto in:
- un bonus in busta paga di 100 euro per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro;
- una detrazione per chi ha redditi fino a 40.000 euro.
A gennaio 2022 però le regole sono cambiate: la nuova Irpef ha ridisegnato la curva delle detrazioni e dei bonus spettanti, e tra questi anche il bonus Renzi.
Da quest’anno, i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro continuano a riceverlo in modalità piena, quindi come bonus in busta paga, perché la loro Irpef è troppo bassa per usare la detrazione. Anche i contribuenti con redditi tra i 15.000 e i 28.000 euro continueranno a percepire il bonus, a condizione che la somma delle detrazioni per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 sia di ammontare superiore all’imposta lorda.
In tal caso, il bonus non può superare i 1.200 euro e viene corrisposto calcolando la differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda.
L’ulteriore detrazione fino a 40.000 euro, invece, è stata abrogata.
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