Da oggi gli italiani lavorano semplicemente per portare a casa lo stipendio: le tasse da versare sono state finanziate dai primi 154 giorni dell’anno.
Da oggi non si pagano più le tasse. Lunedì 3 giugno scatta il giorno di liberazione fiscale per il 2024. A partire da oggi, quindi, gli italiani lavoreranno per portare lo stipendio a casa e sfruttarlo per i propri bisogni, e non per pagare le imposte.
Fa pensare il fatto che per quasi metà anno il prelievo fiscale assorbe interamente gli stipendi degli italiani. Si tratta di una cosa puramente teorica, e questo va sottolineato, ma per più di cinque mesi, nel 2024, gli italiani hanno lavorato per finanziare i servizi che lo Stato offre ai cittadini. Si tratta, senza dubbio, di risorse di cui l’Italia necessita per permettere il corretto funzionamento di scuole, sanità, sicurezza, trasporti e pubblici uffici. Le tasse finanziano anche parte delle pensioni e degli stipendi di coloro che lavorano nella pubblica amministrazione.
Le tasse che gli italiani versano sono soldi, quindi, che la pubblica amministrazione prima incassa e, poi, investe nei servizi e nel welfare.
Il 3 giugno è una data teorica
La Cgia di Mestre, che ogni anno annuncia il giorno di “liberazione fiscale” ci tiene a precisare che quella del 3 giugno è solo una data teorica e non costituisce un giorno dal quale non si devono pagare più realmente tasse e imposte.
La proiezione serve solo a dimostrare quanto sia pesante l’imposizione fiscale in Italia visto che i lavoratori impiegano 154 giorni del proprio lavoro (e del proprio stipendio) per versare interamente tutte le tasse e le imposte dovute nel 2024.
Come si fissa il giorno di liberazione fiscale?
Il giorno di liberazione fiscale si calcola, teoricamente, dividendo i 2.163 miliardi di euro del Pil per 366 giorni. In questo modo si ottiene un dato medio fissato sul singolo giorno che è pari a 5.9 miliardi di euro. A questo punto, poi, si deve prendere il gettito fiscale per il 2024 (909,7 miliardi di euro) e lo si riporta al Pil su base giornaliera per ottenere il giorno di liberazione fiscale che scatta al 155esimo giorno dell’anno, ovvero il 3 giugno.
Quello che si deve tenere presente nel 2024 è che il Def ha stimato la pressione fiscale al 42,1% del Pil, ovvero con una diminuzione dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Il tutto è frutto di una crescita economica superiore a quella del gettito.
Quando il giorno di liberazione fiscale è scattato prima? A ricordarlo è la Cgia di Mestre: dal 1995 a oggi, l’anno in cui si sono pagate tasse per meno giorni è stato il 2005, quando, con una pressione fiscale del 39% del Pil consentì ai contribuenti di liberarsi dalle tasse il 23 maggio, ovvero al 143esimo giorno lavorativo dell’anno.
L’anno, invece, in cui gli italiani hanno pagato le tasse più a lungo è stato il 2013, quando il giorno di liberazione fiscale, con una pressione fiscale del 43,4%, si raggiunse solo l’8 giugno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA