In mezzo alle strategie delle grandi potenze troviamo il Vietnam, una nazione la cui economia, secondo le previsioni del Center for Economics and Business Research (Cebr), quintuplicherà entro il 2035.
Il Vietnam è diventato il nuovo polo attrattivo e strategico del sud-est asiatico. Cina e Stati Uniti si contendono l’amicizia della nuova Tigre asiatica, diventata improvvisamente una sorta di “La Mecca diplomatica” con vista sull’Indo-Pacifico.
Lo scorso settembre Joe Biden ha visitato Hanoi, dove è riuscito a far progredire le relazioni bilaterali Usa-Vietnam al rango di partenariato strategico globale. Un onore che i vietnamiti avevano fin qui concesso a pochissime nazioni: India, Cina, Russia e, di recente, Corea del Sud e Giappone.
Tre mesi dopo è arrivata la risposta di Xi Jinping. Il presidente cinese è a sua volta volato in Vietnam, accolto dal capo del Partito comunista vietnamita, Nguyen Phu Trong, ben felice di costruire una “comunità Vietnam-Cina dal futuro condiviso”, una perifrasi complessa che nasconde un significato semplice: per quanto Hanoi sia corteggiata dall’Occidente, intende comunque mantenere stretti legami politici ed economici con il suo vicino settentrionale. [...]
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