3 rischi sempre più pericolosi minacciano il mondo: nuove guerre geopolitiche, invecchiamento e migranti sono le sfide da affrontare adesso. Altrimenti, è il baratro. La profezia di Roubini.
In un mondo sconvolto da guerre e turbolenze economiche e geopolitiche, 3 sfide chiedono soluzioni urgenti per non trasformarsi in altrettante catastrofi.
A elencarle è stato più volte Nouriel Roubini, economista statunitense di fama ed esperto in finanza globale. Un anno fa circa, durante una intervista televisiva su Rai 3, aveva offerto una panoramica dell’attuale e futura situazione mondiale tanto interessante quanto allarmante. Le preoccupazioni sull’instabilità mondiali sono molte e da lui stesso sintetizzate in ben 10 megaminacce - così soprannominate - potenzialmente travolgenti.
Debito, valute traballanti, scosse finanziarie, disastri ecologici, rivoluzione demografica, bolle della finanza, Intelligenza Artificiale, guerre, globalizzazione in crisi, stagflazione: ecco il mix tossico per Roubini, pronto a esplodere in “La Grande Catastrofe” (non a caso titolo del suo ultimo libro).
Riprendendo le sue parole dell’intervista, però, il focus si è concentrato su 3 minacce per l’economia che possono mettere in ginocchio il mondo. E che lanciano un appello di lungimiranza e saggezza ai politici della Terra.
Dall’Ucraina all’Iran a Taiwan: i conflitti geopolitici in arrivo
Le tensioni geopolitiche sono più elevate che mai. Lo ha spiegato Roubini ricordando che solo un mese fa Kissinger ha scritto che potrebbe scoppiare una Terza guerra mondiale. Non bisogna illudersi, infatti, che non siamo coinvolti perché non c’è la Nato. Anche se l’organizzazione non è ufficialmente sul campo, è coinvolta con l’intelligence che supporta gli ucraini.
Una valutazione importante dell’economista e che la distruzione della Russia e la caduta di Putin non porterebbe al potere un riformista come Navalny - il dissidente e attivista contro il regime di Putin. Piuttosto, potenzialmente potrebbe arrivare in Russia un uomo ancora più di destra e militarista che non si farebbe scrupoli a utilizzare armi non convenzionali.
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I pericoli per il mondo di precipitare in conflitti sempre più drammatici sono molti, partendo dalla situazione creata in Ucraina per spaziare, però, in altre aree.
Attualmente, ha ricordato Roubini, Israele si sta sempre più rendendo conto che il nemico storico Iran “è sull’orlo di diventare una potenza nucleare e dovrà decidere se attaccare l’Iran o meno”. Nel frattempo, la guerra in Medio Oriente è scoppiata davvero e in modo brutale e preoccupante.
In Asia, poi, la guerra fredda tra Stati Uniti e Cina si sta acutizzando. Secondo alti ufficiali americani, nei prossimi due o tre anni potrebbe scoppiare un vero e proprio conflitto tra la Cina e gli Usa per Taiwan.
In conclusione, l’economista ha sottolineato che: “l’attuale situazione geopolitica potrebbe portare a una vera e propria guerra tra grandi potenze che hanno tutte l’arma nucleare. Questa guerra, se dovesse scoppiare, potrebbe quindi diventare anticonvenzionale molto rapidamente”.
Invecchiamento della popolazione peserà sull’economia
Tra le dinamiche economiche e sociali da non sottovalutare per il potenziale effetto sulle casse dello Stato e sull’equilibrio nei conti pubblici c’è l’invecchiamento della popolazione.
Roubini ha le idee chiare al riguardo: questo fenomeno demografico “è un problema molto serio. Innanzitutto perché comporta una crescita economica potenziale più bassa e il debito accumulato dai Governi diventa meno sostenibile. L’invecchiamento implica anche molte passività per il settore pubblico, che deve pagare prestazioni di assistenza per gli anziani, pensioni, cure mediche finanziate dalle tasse pagate dai più giovani”.
Come compensare questa tendenza pericolosa? Un tempo, ha ricordato Roubini, l’immigrazione svolgeva un ruolo in questo senso, portando nuove risorse per creare lavoro e ricchezza. Oggi, però, “per una serie di ragioni economiche, sociali, culturali c’è una certa ostilità nei confronti dell’immigrazione”.
L’immigrazione aumenterà in Europa
L’Europa è stata chiamata in causa dall’economista sul tema caldo e irrisolto dell’immigrazione. Il punto di vista di Roubini è stato esplicito:
C’è l’idea sbagliata in Europa “che gli immigrati che arrivano dall’esterno dell’Ue vengono a rubare lavoro, opportunità e servizi ai locali”.
La verità, invece, è che “il numero di migranti economici esploderà nei prossimi decenni a causa del cambiamento climatico e sarà un grave problema proprio per l’Europa, visto che alcune delle aree più calde e secche del mondo che diventeranno invivibili saranno l’Africa sub-sahariana e il Medio Oriente”, ha aggiunto Roubini.
Fino a questo momento l’Europa non ha fatto molto, “se non cercare di corrompere la Turchia, la Libia, l’Egitto in modo che si tengano i migranti e non li facciano arrivare”. Con l’evidenza, secondo Roubini, che nei prossimi anni il problema sarà ancora più complicato.
In definitiva, nella profezia dell’economista, le polarizzazioni geopolitiche, l’invecchiamento della popolazione, la mancata gestione dei migranti con politiche lungimiranti saranno le prossime bombe pronte a esplodere.
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