Debiti con il Fisco e con l’Inps, si può chiudere la partita Iva?

Patrizia Del Pidio

30 Gennaio 2025 - 15:09

Una partita Iva con debiti con il Fisco e l’Inps può essere chiusa? Vediamo come si procede e che fine fanno i debiti.

Debiti con il Fisco e con l’Inps, si può chiudere la partita Iva?

Si può chiudere la partita Iva se si hanno debiti con il Fisco e con l’Inps? Quando si decide di chiudere una partita Iva bisogna considerare che si tratta di un processo non sempre semplice e per non avere spiacevoli conseguenze è necessario approcciarsi con le dovute attenzioni.

Anche se si chiude la partita Iva, se ci sono debiti pendenti questi ultimi non si estinguono in automatico. Il titolare della partita Iva, anche con la chiusura della partita Iva cessa solo la posizione fiscale, non quella debitoria. Va chiarito che la responsabilità del titolare si estende a tutti i debiti, quelli fiscali, previdenziali, bancari e anche verso i fornitori.

Debiti e chiusura partita Iva?

Quando si chiude una partita Iva si deve prestare un’attenzione particolare ai debiti che si hanno con l’Agenzia delle Entrate e con l’Inps. Questi, infatti, non si estinguono e rimangono validi anche dopo che l’attività economica cessa. Cosa significa questo?

L’amministrazione tributaria e l’istituto previdenziale, infatti, possono continuare a pretendere il pagamento delle somme. Per il recupero possono essere avviate anche azioni esecutive come:

  • pignoramenti dei beni del titolare;
  • fermi amministrativi;
  • ipoteche sugli immobili.

Da sottolineare che l’Inps, per recuperare le somme dovute per i contributi non versati, può anche proporre piani di rateizzazione che, se non rispettati, possono portare all’attuazione delle misure esecutive.

Debiti con banche e fornitori e chiusura della partita Iva

Lo stesso discorso vale anche per i debiti contratti con banche o fornitori: non si estinguono con la chiusura della partita Iva. Sia banche che fornitori possono intraprendere azioni legali per il rimborso delle somme spettanti: recupero dei prestiti per le banche e il pagamento delle fatture scadute per i fornitori.

Come si chiude una partita Iva con debiti?

La chiusura della partita Iva si può ottenere presentando all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione di cessata attività entro 30 giorni dalla cessazione stessa. Prima di chiudere la partita Iva è necessario regolarizzare tutte le posizioni debitorie o avviare i piani di rateizzazione per dilazionare i pagamenti.

Se la partita Iva è aperta da una persona fisica per la chiusura è necessario il modulo AA9/12, se si tratta di una società, invece, il modulo da compilare AA7/10, ma in questo caso è necessario procedere alla chiusura anche nel Registro delle Imprese.
In caso di partita Iva inattiva, invece, la chiusura avviene d’ufficio.

In ogni caso è bene sapere che la normativa permette la chiusura anche di una partita Iva con debiti, ma come abbiamo detto, i debiti non si estinguono con la cessazione dell’attività. L’imprenditore, dopo la chiusura, deve rispondere dei debiti contratti con il proprio patrimonio personale dell’imprenditore come terreni, auto, case di proprietà. Va sottolineato che la ditta individuale non ha autonomia giuridica rispetto all’imprenditore.

La ditta individuale, e di conseguenza l’imprenditore, può subire la liquidazione giudiziale che prevede la vendita di tutti i beni intestati all’imprenditore per saldare i debiti. In alternativa l’imprenditore, se individua la situazione debitoria in tempo si possono utilizzare procedure come il concordato preventivo per non incorrere nel fallimento.

Se l’imprenditore non possiede nulla non rischia nessuna rivalsa da parte dei creditori, ma se in futuro dovesse tornare a essere titolare di beni questi possono diventare oggetto di pignoramento.

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