Debito pubblico Italia supera 3 trilioni di euro, ma Bankitalia fa una precisazione per la prima volta. Titoli di Stato a italiani e stranieri: cosa cambia.
Nel mese di novembre il debito pubblico dell’Italia ha sfondato quota 3 trilioni di euro. Lo ha comunicato Bankitalia, con la pubblicazione del rapporto “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
Per la precisione, il debito delle amministrazioni pubbliche del Paese è salito di 23,9 miliardi rispetto al mese di ottobre, attestandosi a 3.005,2 miliardi di euro.
Debito pubblico Italia sfonda 3 trilioni, ma Bankitalia precisa
Una notizia pessima, quella che è arrivata da Palazzo Koch, in una Italia notoriamente attanagliata dalla piaga del debito pubblico, che è stata accompagnata tuttavia per la prima volta da una precisazione:
“Dal punto di vista economico, ciò che rileva per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un Paese non è tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto il suo andamento in relazione alla capacità del paese di fare fronte ad esso”.
Di fatto, i mercati prestano attenzione non tanto al valore assoluto del debito pubblico, quanto al parametro noto come debito-PIL che, nel caso dell’Italia, rimane comunque non solo tra i più elevati al mondo, ma anche destinato a salire ulteriormente nei prossimi anni, come è emerso dalle stesse indicazioni arrivate dal governo Meloni.
L’esempio di Bankitalia sul debito che conta davvero
Detto questo, nello spiegare la precisazione relativa all’importanza non eccessiva da dare al debito pubblico in termini nominali, la Banca d’Italia ha fatto un esempio: “Solo per fare un esempio di una possibile discrepanza tra dinamica del debito in termini nominali e in rapporto al prodotto, in Italia nel triennio post-pandemico 2021-23 il debito nominale è aumentato di quasi 292 miliardi; in rapporto al PIL è sceso di oltre 19 punti percentuali”.
Ancora, l’istituzione ha puntualizzato che il valore del debito pubblico è aumentato a novembre “anche per effetto di un ammontare non trascurabile di disponibilità liquide”. Di fatto, “al netto di questa liquidità il debito delle Amministrazioni pubbliche sarebbe stato inferiore”.
Bankitalia ha aggiunto che “il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all’altro solitamente al rialzo nel corso dell’anno”, aggiungendo che “le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie ”.
A tal proposito, dal rapporto di Via Nazionale è emerso che a novembre le entrate fiscali che sono state contabilizzate nel bilancio dello Stato sono ammontate a 51,7 miliardi, in flessione dello 0,1 per cento (ovvero di 0,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2023 mentre, considerando il periodo compreso tra gennaio e novembre 2024, come sottolineato da Bankitalia, “nei primi undici mesi dell’anno scorso le entrate tributarie sono state pari a 504,3 miliardi, in aumento del 5,0 per cento (24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Chi ha in mano il debito pubblico dell’Italia? La ripartizione tra Bankitalia, famiglie e imprese e stranieri
Dal rapporto è emerso anche il dettaglio cruciale su chi detiene il debito pubblico italiano. La quota di debito detenuta dalla Banca d’Italia è scesa al 21,8 per cento (dal 22,1 per cento di ottobre).
Per quanto riguarda la quota di debito pubblico detenuta dai non residenti, a ottobre 2024 (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) si è assistito a un aumento al 30,5 per cento (dal 30,2 per cento del mese precedente).
Nello stesso mese la quota di debito pubblico in mano ai residenti in Italia, in primis famiglie e imprese non finanziarie, è lievemente scesa al 14,3 per cento (dal 14,4 per cento in settembre).
Si tratta di variazioni di fatto irrisorie, tenute tuttavia sempre in considerazione soprattutto alla luce del disegno del governo Meloni di rifilare maggiori quote di debito pubblico dell’Italia agli italiani, come hanno confermato le recenti novità relative all’esclusione dal calcolo dell’ISEE 2025 dei BTP e altri titoli di Stato, così come di libretti e buoni fruttiferi, e le quattro edizioni del BTP Valore, definito anche BTP sovranista o patriottico. Tecnicamente, secondo la definizione data dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, “la famiglia di titoli di Stato riservata ai risparmiatori retail”, cosiddetti BTP People, in gergo.
Occhio a tal proposito alle novità che riguarderanno le emissioni di BTP Valore e BTP Italia del 2025, stando a quanto ha annunciato il Tesoro.
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