Detrazione figli a carico non conviventi nel 730-2024

Patrizia Del Pidio

5 Aprile 2024 - 08:11

Se il figlio non convivente risulta fiscalmente a carico dei genitori, spettano le detrazioni per figlio a carico nel 730/2024. Vediamo come fare.

Detrazione figli a carico non conviventi nel 730-2024

Detrazioni figli a carico nel 730/2024, spettano anche se il figlio non è convivente. Dopo l’introduzione dell’assegno unico, ormai qualche anno fa, molta confusione si è generata tra i contribuenti per quel che riguarda le detrazioni figli a carico. L’assegno unico è pur vero che le ha assorbite, ma soltanto per i figli che beneficiano della misura. Restano, invece, invariate per i figli che hanno ormai compiuto i 21 anni e sono ancora a carico dei propri genitori.

La stagione della dichiarazione dei redditi sta per entrare nel suo vivo, visto che l’Agenzia delle Entrate il 30 aprile metterà a disposizione dei contribuenti il 730/2024 precompilato per prenderne visione; la modifica e l’invio, invece, saranno possibili solo a partire dall’11 maggio 2024.

Per arrivare preparati alla consultazione e all’eventuale modifica del 730/2024 precompilato vediamo come dovrà comportarsi il contribuente per la detrazione per i figli a carico non conviventi. Tenendo presente, in questo frangente, che i figli a carico non conviventi non sono soltanto quelli che, ormai compiuta la maggiore età, hanno lasciato la casa dei genitori per vivere la propria vita, che stanno seguendo studi universitari lontano da casa o che cercano la propria indipendenza. Sono non conviventi anche i figli che, a seguito di separazione o divorzio vivono con l’altro genitore facendo parte del nucleo familiare di quest’ultimo.

Come funzionano le detrazioni per i figli a carico

Anche nel 730/2024 sarà possibile ottenere le detrazioni per figli a carico. Queste permettono di portare in detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche (Irpef) una percentuale delle spese sostenute in favore dei figli. Inoltre, è ancora possibile portare in detrazione le spettanze indicate nell’articolo 12 del Tuir (Testo Unico Imposte sul Reddito).

Naturalmente questo comporta una riduzione delle imposte da versare e proprio per questo è bene porre attenzione a quando per i figli si può ancora fruire delle detrazioni in questione.

Va ricordato che le detrazioni per i figli a carico spettano in misura pari al 50% a ciascun genitore, non possono essere ripartite in quote diverse, ma è possibile che ad avvalersi delle stesse sia un solo genitore, individuato dall’articolo 12 del Tuir in quello che ha un reddito complessivo più elevato.

In caso di genitori separati, l’articolo 12 stabilisce che se, l’affidamento è congiunto, i genitori devono avvalersi delle detrazioni al 50%. Nel caso in cui uno dei genitori non abbia redditi sufficienti ad avvalersi delle detrazioni spettanti, le stesse possono essere usufruite dall’altro genitore che però deve liquidare le spettanze all’altro genitore. L’articolo 12 del Tuir parifica, giustamente, figli legittimi, figli naturali riconosciuti, figli adottivi e affidati.

Quando un figlio non è più a carico dei genitori?

Ora che è stato chiarito come funzionano le detrazioni figli a carico nel modello 730/2024, è necessario fare un passo ulteriore e capire quando un figlio non è più a carico dei genitori e di conseguenza non è possibile usufruire per lo stesso dei benefici delle detrazioni.

Un figlio è a carico quando è minore di età, in alcuni casi anche i figli maggiori di età sono fiscalmente a carico dei genitori e di conseguenza per loro è possibile avvalersi delle detrazioni Irpef. Ma solo se si rispettano determinati requisiti reddituali.

Non sono più a carico i figli di età inferiore a 24 anni che hanno un reddito superiore a 4.000 €. Per i figli di età superiore a 24 anni il limite è più basso e non sono più considerati a carico nel caso in cui abbiano un reddito superiore a 2.840,51 € al lordo degli oneri deducibili (gli oneri deducibili sono le spese che possono essere portate in deduzione che di conseguenza vanno a ridurre il reddito imponibile, il limite reddituale deve quindi essere considerato senza prima scalare le deduzioni). Attenzione, per il carico fiscale, in ogni caso, ci si deve riferire al 2023: se un figlio nel 2024 non risulta più a carico dei genitori, me alo era nel 2023, nel 730/2024 (che si riferisce all’anno di imposta 2023) deve essere indicato come fiscalmente a carico.

I figli che rientrano in tali categorie possono essere a carico anche se non sono conviventi con i genitori, qualsiasi sia la loro età. Invece, per i figli che superano tali limiti non spetta la detrazione anche se vivono insieme ai genitori.

Alcune questioni sui figli a carico non conviventi possono essere però spinose da risolvere, ecco perché è intervenuta l’Agenzia delle Entrate che, con la circolare 95/E/2000 al punto 3.1.4, ha risolto il dubbio inerente il figlio sposato. Anche una volta coniugato il figlio può rimanere a carico dei genitori, specifica l’AdE, sottolineando che questi viene attratto al reddito del genitore e di conseguenza spettano le detrazioni per figlio a carico nel caso in cui abbia un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro.

La circolare in commento precisa inoltre che le detrazioni spettano anche per il genero/nuora e nipote che non maturano individualmente un reddito complessivo superiore a 2.840,51 €. In questo caso vi sono però delle condizioni, cioè devono essere conviventi con il nonno/suocero o, se non conviventi, sia stabilito un assegno alimentare a carico del nonno in loro favore.

Quanto spetta di detrazione?

L’articolo 12 del Tuir è stato modificato dall’introduzione dell’assegno unico e alcune delle detrazioni previste fino allo scorso anno per l’anno di imposta 2022 spariscono. Rimangono ferme le detrazioni pari a 950 € per ciascun figlio.

Tali detrazioni spettano in proporzione anche al reddito. In particolare lo stesso articolo 12 del Tuir stabilisce che le detrazioni spettano per la parte corrispondente a 95.000 € di reddito diminuito del reddito complessivo maturato in rapporto a 95.000 €. In presenza di più di un figlio l’importo di 95.000 euro viene aumentato di 15.000 €.

Le altre detrazioni per figli a carico

Per le altre detrazioni riferite alle spese sostenute per il figlio a carico, occorre tenere in considerazione le singole norme, ad esempio per le spese mediche e sanitarie spetta una detrazione pari al 19% degli importi spesi con una franchigia di 129,11 euro.

Per le spese di istruzione ad esempio tasse di iscrizione all’università, TFA, canoni di locazione per fuori sede, la detrazione è al 19%, senza tetto per le università statali e con tetto per università telematiche e private. Il tetto massimo dipende dall’area disciplinare e dall’ubicazione territoriale dell’università.

Iscriviti a Money.it