Non tutti lo sanno, ma a chiedere le detrazioni per i bonus ristrutturazione non deve essere per forza il proprietario dell’immobile. Può farlo anche un familiare convivente, a queste condizioni.
Le detrazioni che risultano dai bonus di ristrutturazione edilizia sono molto corpose e perderle sarebbe un vero peccato. Si pensi, per esempio, a quelle per il bonus ristrutturazione che permette di recuperare il 50% su una spesa massima di 96.000 euro. Si parla di una detrazione pari a 48.000 euro che si recupera in dieci quote annuali di pari importo, ovvero di 4.800 euro l’anno.
Non sempre è facile avere un capienza fiscale che permetta la detrazione di questa somma e proprio il questo caso la possibilità è quella di far godere delle detrazioni il familiare convivente che ha una capienza fiscale più alta. Vediamo qualche esempio, il reddito da considerare e cosa deve fare il familiare convivente per beneficiare delle detrazioni per bonus edilizi.
La capienza fiscale va calcolata a priori per la detrazione
Per capire se beneficiare in prima persona delle detrazioni fiscali o farne beneficiare a un familiare convivente, è necessario fare gli opportuni calcoli prima del pagamento dei lavori di ristrutturazione. Va ricordato, infatti, che a poter portare in detrazione la spesa sostenuta è colui su cui pesa realmente l’onere, ovvero chi l’ha effettivamente pagata. Decidere, quindi, chi deve pagare i lavori di ristrutturazioni risulta fondamentale per non perdere parte della detrazione spettanza a causa dell’incapienza fiscale.
Per comprendere se si ha capienza fiscale bisogna fare un doppio calcolo: applicare l’aliquota Irpef sul proprio reddito per determinare l’imposta lorda, a questa sottrarre le detrazioni da lavoro dipendente. Se la cifra restante è pari o superiore alla detrazione spettante (nel caso del nostro esempio i 4.800 euro massimo che spettano dal bonus ristrutturazione su una spesa di 96.000 euro), c’è la giusta capienza fiscale. In caso contrario no e si va a perdere una parte delle detrazioni spettanti.
Per poter avere una capienza fiscale che permetta di portare in detrazione i 4.800 euro in questione serve un reddito di almeno 28.800 euro lordi l’anno per il quale è dovuta una imposta lorda di 6.720 euro d cui va sottratta la detrazione da lavoro dipendente di 1.905 euro, per un imposta netta dovuta pari a 4.815 euro di Irpef.
In questo caso c’è la capienza fiscale per tutta le detrazione spettante, ma non si stanno prendendo in considerazione tutte le altre detrazioni spettanti per eventuali familiari a carico, spese mediche, sportive, di istruzione ecc...
Tutto questo per dire, in ogni caso che per chi ha un reddito inferiore a 28.800 euro lordi l’anno non avrebbe in ogni caso capienza fiscale per le detrazioni di ristrutturazione edilizia nella misura massima. Questo è uno dei casi in cui converrebbe lasciare la detrazione al familiare convivente che ha una capienza fiscale maggiore.
Quando è meglio lasciare la detrazione per ristrutturazione edilizia al familiare convivente?
Il calcolo fatto nel paragrafo precedente prende in considerazione il proprietario dell’immobile che ha solo una capienza fiscale parziale. Ci sono però proprietari di immobile che sono completamente incapienti, come coloro che rientrano nel regime forfettario o coloro che sono disoccupati o hanno un reddito inferiore agli 8.500 euro l’anno pur essendo lavoratori dipendenti.
In questi caso l’unico modo per fruire della detrazione è che sia un familiare convivente con reddito che gli permetta la giusta capienza fiscale a richiedere la detrazione. Come si procede se il familiare convivente non è anche proprietario, almeno in parte dell’immobile?
Ristrutturazioni e detrazioni al familiare convivente cosa si deve fare?
Possono richiedere la detrazione per lavori di ristrutturazione e per il recupero del patrimonio edilizio tutti i familiari conviventi del possessore (o del detentore dell’immobile) che rientrino tra i seguenti:
- coniuge;
- parenti entro il terzo grado;
- affini entro il secondo grado.
In questi casi, ferme restando le condizioni che la normativa prevede per il diritto alla detrazione stessa, la detrazione spetta anche se concessioni e autorizzazioni per i lavori sono intestate al proprietario e non al familiare che fruisce della detrazione.
La cosa importante da ricordare, nel caso a fruire della detrazione sia il familiare convivente, è innanzitutto che i pagamenti siano effettuati da quest’ultimo e che lo status di convivenza si verifichi già dal momento in cui si attiva la procedura o alla data di inizio dei lavori e che continui a sussistere per tutto il periodo in cui si sostengono le spese.
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