La Legge di Bilancio 2025 rimodula le detrazioni su oneri e spese vincolando il tetto spettante al reddito e al numero di figli. Vediamo cosa cambia
Nel 2025 cambiano le detrazioni per oneri e spese ed è inserito un tetto massimo che cambia in base al reddito e al numero dei figli. Per comprendere quante detrazioni spettano occorre fare un nuovo calcolo.
La Legge di Bilancio 2025, approvata il 15 ottobre dal Consiglio dei Ministri, e firmata il 23 ottobre dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, apporta delle novità importanti in ambito fiscale. L’Irpef a 3 aliquote è stata confermata anche per il 2025 e resa strutturale.
L’Irpef si pagherà, anche per il 2024 secondo i seguenti scaglioni e sulle seguenti aliquote:
- il 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- il 35% per redditi fino a 50.000 euro;
- il 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La manovra rende strutturale anche la detrazione di 1.955 euro per i redditi da lavoro dipendente (ricordiamo che fino al 2023 era di 1.880 euro ed era stata aumentata per quest’anno soltanto): rimane invariata, quindi, anche la no tax area per i lavoratori dipendenti.
Anche se queste sono novità importanti, ma si tratta di riconferme di misure già in vigore nel 2024. Quella che maggiormente impatta e per la quale ci si deve abituare a fare nuovi calcoli è la revisione della disciplina delle detrazioni fiscali su oneri e spese. Per molti contribuenti, infatti, si tratta di una novità che avrà un impatto tutt’altro che favorevole.
Sono state individuate le detrazioni base per le diverse fasce di reddito e il coefficiente per cui moltiplicarle sulla base dei figli presenti nel nucleo. Il Ministro Giorgetti, qualche settimana fa aveva annunciato che avrebbe pagato meno tasse chi ha più figli, una proposta che aveva avanzato già lo scorso anno senza successo. Quest’anno, però, la novità è stata inserita in manovra e non come una vera diminuzione delle tasse, ma come una modifica al diritto delle detrazioni fiscali. Vediamo perché e come cambiano le agevolazione fiscali nel 2025.
Ridurre i benefici fiscali e i bonus
La manovra punta, come era prevedibile, anche a un risanamento dei conti prevedendo, di fatto un bilancio più rigido a causa della difficoltà nel trovare le coperture. Il ministro Giancarlo Giorgetti aveva annunciato che per nessuno la Legge di Bilancio avrebbe previsto un aumento delle tasse, ma c’è da considerare che un taglio delle detrazioni spettanti equivale a un aumento delle tasse da versare.
Il Governo, ormai da diversi anni, sta valutando di ridurre e arginare gli sgravi fiscali per risparmiare sulla spesa pubblica, ma a essere messi a rischio sono i benefici destinati ai redditi più alti.
Per far quadrare i conti e poter affrontare le spese che la manovra di fine anno richiede, le ipotesi che sono state avanzate prevedono un taglio agli sgravi fiscali per chi ha redditi elevati. Vittime del taglio previsto dalla manovra sono le detrazioni e le deduzioni.
Non si tratta propriamente di una novità, visto che la stessa decisione era stata presa in diverse occasioni anche in passato:
- dal 2020 le detrazioni fiscali hanno subito una riduzione progressiva all’aumentare del reddito applicata, però, solo a partire dai redditi di 120.000 euro. Le detrazioni, tutte, anche quelle relative a spese mediche, si annullano del tutto per chi ha redditi pari o superiori a 240.000 euro;
- un nuovo argine, poi, è stato inserito nel 2023 quando l’Irpef è passata da quattro a tre scaglioni: il beneficio del taglio dell’Irpef, che ammonta attualmente a 260 euro l’anno, è stato azzerato per i redditi superiori a 50.000 euro con l’introduzione di una franchigia di 260 euro, appunto, sulle detrazioni.
Le due operazioni in questione, però, non hanno dato il risultato sperato e hanno prodotto un risparmio che non è servito, certo, a fare cassa.
Tagli detrazioni ai chi ha redditi elevati
La Legge di Bilancio 2025 porta a un taglio delle detrazioni in base al reddito e al numero di figli a carico. Si tratta di una modifica che va a colpire in modo particolare chi ha redditi molto elevati e chi ha un nucleo familiare poco numeroso.
Le detrazioni sono somme che sottraendosi all’imposta determinano un’imposta dovuta minore rispetto a quella lorda. Anche dopo il taglio importante del 2020, molte detrazioni coinvolgono ancora chi ha redditi oltre i 120.000 euro (si pensi alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni).
Sicuramente le agevolazioni fiscali di questo tipo vanno a incidere maggiormente sui redditi bassi rispetto a quelli alti, e proprio in tal senso eliminare le detrazioni per chi ha un reddito abbastanza cospicuo potrebbe essere una decisione quasi indolore (da considera che per i redditi oltre i 120.000 euro le detrazioni incidono dell’1,5% sul reddito prodotto per i redditi bassissimi, invece, le detrazioni restano un importante beneficio che incide fino al 33% del reddito).
Taglio detrazioni fiscali, cosa cambia?
L’obiettivo della riduzione della spesa doveva muoversi su tre fronti diversi:
- contenere detrazioni e deduzioni fiscali;
- rivedere il sistema delle garanzie pubbliche;
- rivedere il sistema dei crediti di imposta.
Nel testo della Legge di Bilancio 2025, si legge che
Le detrazioni risultano immutate per tutti coloro che hanno un reddito fino a 75.000 euro. Per redditi superiori devono essere calcolate in base al tetto massimo previsto moltiplicato per il coefficiente risultante dal numero dei figli e nello specifico:
- l’importo base è di 14.000 euro per reddito complessivo del contribuente superiore a 75.000 euro;
- l’importo base è di 8.000 euro per reddito complessivo del contribuente superiore a 100.000 euro.
Il coefficiente per il quale moltiplicare l’importo base dipende dal numero dei figli e nello specifico è:
- 0,50, se nel nucleo familiare non sono presenti figli a carico;
- 0,70, se nel nucleo familiare è presente un figlio a carico;
- 0,85, se nel nucleo familiare sono presenti due figli fiscalmente a carico;
- 1, se nel nucleo familiare sono presenti più di due figli fiscalmente a carico o almeno un figlio con disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, fiscalmente a carico.
Dal computo delle detrazioni per l’applicazione del limite in questione sono escluse le spese sanitarie. Per gli oneri detraibili che devono essere recuperati in più annualità, rilevano le rate di spesa riferite a ciascun anno, ma dal computo di queste spese restano esclusi gli interessi passivi dei mutui agrari e dei mutui ipotecari per l’acquisto dell’immobile da adibire ad abitazione principale stipulati entro il 31 dicembre 2024.
Nuovo calcolo detrazioni
Per chi ha un reddito di 85.000 euro e un solo figlio a carico la detrazione base spettante va moltiplicata per il coefficiente relativo a 1 figlio:
14.000 x 0,70 = 9.800 euro, ovvero questo è il tetto massimo di detrazioni su oneri e spese su cui il contribuente potrà contare.
Per chi ha un reddito di 105.000 euro e nessun figlio a carico la detrazione si calcola moltiplicando la detrazione base (8.000 euro in questo caso) per il coefficiente 0,50 (quello relativo a zero figlio a carico) e restituisce un tetto massimo di sconto su oneri e spese pari a 4.000 euro.
In ultimo, per un lavoratore con reddito di 90.000 euro e con tre figli a carico la detrazione spettante è di 14.000 euro perché la detrazione base (14.000 euro) va moltiplicata per il coefficiente relativo a due o più figli (1).
Nella seguente tabella abbiamo individuato i tetti per le varie fasce di reddito in caso di nessun figlio, di un figlio, due figli o più di due figli a carico. Va considerato che nulla cambia per chi ha redditi fino a 75.000 euro.
FASCE DI REDDITO | SENZA FIGLI | CON 1 FIGLIO | CON 2 FIGLI | CON PIU’ DI DUE FIGLI |
da 75.001 a 100.000 euro | 7.000 euro | 9.800 euro | 11.900 euro | 14.000 euro |
da 100.001 a 120.000 euro | 4.000 euro | 5.600 euro | 6.800 eur0 | 8.000 euro |
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